venerdì 22 febbraio 2013

LO TSUNAMI ARRIVA A ROMA

Il mio indimenticato amico Beppe usava il soprannome "Tsunami" per quelle persone vulcaniche e irrefrenabili ma in fondo simpatiche, chissà se avrebbe votato il suo omonimo Grillo anche lui, adesso.
Oggi 22 febbraio 2013 Beppe Grillo riempirà piazza San Giovanni a Roma anche se piove, e senza il Concertone non lo fa nessuno da anni, altro che "scippo di una piazza storica della sinistra". Gli altri, tutti gli altri, chiuderanno la campagna elettorale chi in un piccolo teatro, chi a casa perché sta poco bene, chi in periferia. Chissà, forse si vergognano, forse non hanno più niente da dire, forse hanno acquisito la consapevolezza di avere comunque già perso. Come ultima risorsa, mandano le truppe cammellate dei giornali a scagliare, forse perché a libro paga forse anche no, contro Grillo e i grillini accuse prese da un ben preciso bouquet: Grillo è poco democratico, il suo programma è vago e inattuabile, il Movimento 5 Stelle toglie voti al centrosinistra e impedirà il tanto atteso trionfo degli eredi del PCI, e cose del genere. Come se fosse democratico votare per la terza volta con una legge elettorale tale che in pratica tutti (e al 90% senza neanche incertezza sui nomi) gli eletti sono nominati dalle segreterie nazionali dei partiti, come se gli altri schieramenti avessero programmi seri (la vicenda lettere di restituzione dell'IMU è paradigmatica) e precisi (avete capito qualcosa del programma del PD, chi l'ha letto, tranne il fiscal compact, cioè il pareggio di bilancio obbligatorio col vincolo di rientro entro il 60% del rapporto debito/PIL, cioè almeno un decennio di salassi a un paziente già anemico?), come se tutti gli studi di flussi elettorali non dimostrino che il M5S raccoglie la stragrande maggioranza dei consensi dall'astensionismo (leggi: gente stufa e schifata dalla politica) e molti più ex lega e PdL che ex PD. Chi perde tempo a fare le pulci al programma di Grillo non solo omette di considerare che questo esce discutibile ma intatto da un processo da cui tutti gli altri uscirebbero a brandelli, ma dimentica che la sovranità limitata a cui tutti allegramente, il PD in testa, ci hanno consegnato lascia ben poco ad un programma politico, e Grillo non solo si prende questo poco ma si allarga pure un bel po'. E soprattutto che il portato più importante del M5S è l'aspetto etico e di messa in discussione della politica come mestiere, come "svolta" dicono a Roma. Non cascateci: questo è il momento di stare con Grillo come nel 1992 era il momento di stare coi giudici di Mani Pulite, e se allora gli italiani hanno commesso il delitto di abbandonare i loro salvatori per rifugiarsi sotto i sogni zozzi del loro emulo fuorilegge per vocazione, stavolta non devono scordare quella lezione, stavolta dobbiamo restare con Grillo e il suo movimento per tutto il tempo necessario a che la rivoluzione civile (senza le maiuscole, Ingroia non c'entra, anche se forse potrebbe rientrarci) si compia.
Infatti, l'unica obiezione degna di considerazione l'ho letta su suggerimento di un amico, e riguarda la fragilità intrinseca dell'onestà. A lui rispondo che si, che ci ho pensato anch'io che potrebbe essere che i parlamentari del M5S una volta eletti si facciano "comprare" da altre formazioni dove non debbano lasciare parte dei loro compensi e tutti i rimborsi elettorali, e dove non devono ritirarsi dalla vita politica dopo dieci anni al massimo. Ma se ciò è possibile per gli sconosciuti eletti dai grillini, allora è certo, e abbiamo avute troppe prove di ciò, per i troppo noti eletti dagli altri. Per cui si, è vero che ci sono giovani onesti anche tra i militanti di Rivoluzione civile, PD e SEL, e sono moltissimi, ma è vero a maggior ragione che questi sono sicuramente presi in giro e strumentalizzati dai capi dei partiti in cui credono, mentre i grillini soltanto forse. Vedremo. Intanto, se gli altri partiti, anche fosse solo per imitazione o strumentalmente, cedono ad alcune delle parole d'ordine del M5S, come l'azzeramento dei rimborsi elettorali e il taglio delle retribuzioni ai politici (e il tetto massimo alle pensioni, magari), o come la limitazione a 2 mandati di ogni carriera politica, avremmo trasformato il Paese. E se il sogno è che il centro montiano non raccolga abbastanza senatori da costringere il PD, se vuole governare, a chiedere l'appoggio esterno a Grillo, che ha già detto che voterà sulle singoli questioni secondo il suo programma, e si tratta di un sogno tutt'altro che irrealizzabile secondo gli ultimi sondaggi, la realtà è che avremo tanti, non sappiamo esattamente quanti ma abbastanza da ritenere che non potranno essere comprati tutti, battitori liberi in Parlamento a raccontarci gli inciuci dal di dentro. Una rivoluzione, a cui se voti 5 stelle potrai dire ai tuoi nipotini di avere partecipato. Altro che voto utile.
Per chi ancora non è convinto, e per chi ha bisogno di argomenti a suffragio della sua convinzione, ecco alcuni approfondimenti di altri blogger di varia estrazione che hanno sostenuto e sostengono il M5S in questa campagna elettorale, e ci spiegano perché:
  • il comandante Nebbia, che ci spiega anche perché Grillo non è andato in TV e ha fatto benissimo;
  • Lameduck 1, ovvero perché Grillo è i Tartari e gli altri sono come i militari asserragliati nella fortezza Bastiani, e 2, ovvero perché bisogna votarlo e comunque non votare scheda bianca semmai nulla;
  • Mazzucco, ovvero come e perché Grillo si è trasformato diventando credibile;
  • Barnard, che non sostiene apertamente Grillo (ma solo per dispetto personale, secondo me) ma ci spiega mirabilmente quale futuro ci attende se votiamo chiunque altro o non votiamo (come sembra suggerire un Odifreddi che perde sempre più colpi);
  • Weisbrot, che da The Guardian ci parla di Correa ma se sappiamo leggere bene è come se ci parlasse di Grillo, ci dicesse che cambiare è possibile.
Cambiare è possibile, se il 24 e il 25 voti per il Movimento 5 Stelle; con qualsiasi altra scelta è sicuro di no. A me questo basta, a voi?

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