sabato 15 marzo 2014

NON SERVE PENSARE A MALE

La verità è che è una faticaccia sospettare di tutto e di tutti, la vita diventa un inferno, come diceva il professor Bellavista al camorrista che chiedeva il pizzo "ma vi siete fatti bene i conti, vi conviene?". Per cui, a parte appunto alcuni che ci sono tagliati, tendiamo tutti in prima battuta a fidarci, e solo quando la malafede di qualcuno ci pare dimostrata ci arrendiamo all'ipotesi, ma solo nei suoi confronti, mentre solo quando tutti i personaggi di un certo tipo (tutti gli uomini o le donne, o tutti i politici) la estendiamo alla categoria (e poi si che è dura rimuovere, questo pregiudizio, nei confronti del singolo che non lo merita, e sempre per economia, perché coltivare un pregiudizio nei confronti di una categoria è meno oneroso che formarsi giudizi a posteriori nei confronti di ciascuno dei componenti).
Quando allora si presenta un tipo con la faccia pulita, da cicciobello bamboccione, e magari ci dice pure che rottama tutti, riscrive le regole, ci riporta la crescita e tanto per cominciare ci aumenta gli stipendi di 80 euro al mese, sì, abbiamo il vago sospetto che ci stia prendendo in giro e in realtà ci prepari chissà che piattino, ma poi pensiamo "e perché dovrebbe?". Quindi l'ipotesi, avanzata da molti "scetàti", che egli sia un killer per conto del capitalismo finanziario europeo incaricato di completare la demolizione del Paese, anche se immediatamente suffragata dalle sue scelte chiave (a Economia e Finanze in primis) e dai primi passi (il jobs act è nè più nè meno che il definitivo smantellamento di un modello del lavoro conquistato con decenni di lotte, e almeno servisse a qualcosa) della sua attività di governo, viene scartata dai più proprio perché non ritengono sensata tanta cattiveria.
Perché poi dovrebbe una classe politica essere così vorace da uccidere il tessuto sociale di cui è prospero parassita? Perché anzi, allargando il quadro, dovrebbe quella ristretta élite mondiale che in questa crisi continua ad arricchirsi, continuare a impoverire tutti gli altri quando si è visto che il capitalismo prospera e vince proprio quando riesce a inglobare tra i beneficiati anche gli ultimi della fila?
Per la risposta non bastano le metafore: quella dello scorpione che punge la rana anche se così annegheranno entrambi perché nessuno alla fin fine può tradire la propria natura anche sapendo a che guai lo conduce, o quella degli organismi che proprio quando l'animale muore conoscono il vertice della propria parabola nutrendosi della carcassa non sapendo (e quand'anche fregandosene) che stanno esaurendo la fonte stessa della propria esistenza. Occorre uno sforzo logico.
Il rasoio di Occam postula uno dei più principi più preziosi per lo sviluppo dell'umanità: per spiegare un evento, occorre scartare tutto ciò che non è strettamente necessario. Che è come dire che tra due spiegazioni sufficienti di un qualunque fenomeno è sempre preferibile quella più semplice. Aggiungere elementi non necessari è esattamente il punto debole di ogni religione e di ogni "teoria del complotto": roba che contiene tanti elementi di verità, e per questo attrae, e poi ne aggiunge di non necessari, e per questo alla fine costringe chi vuole continuare a vedere le cose con razionalità a prendere le distanze.
Insomma, non occorre affatto pensare a un Renzi "cattivo", per capire che è li per completare la distruzione nel nostro Paese. Lui è solo una pedina in parte inconsapevole di un progetto più ampio, che si realizza da sè, per forze sistemiche insite nel capitalismo. Non c'è nessuna ragione, per le leggi dell'economia oggi che vigono incontrastate, per cui in un mondo unico con un mercato dei capitali unico e uno delle merci virtualmente tale si mantengano differenze nel mercato del lavoro e dunque nel tenore di vita dei lavoratori. Quando è stato possibile per "gli ultimi" dell'occidente avere più soldi più diritti più possibilità di crescere culturalmente degli ultimi del resto del mondo, lo è stato per fattori extraeconomici come la potenza militare e le scelte politiche risultanti dalla cosiddetta "lotta di classe". In particolare, grazie alla loro posizione tattica nella guerra fredda gli italiani hanno vissuto alcuni decenni di conquiste in tema di lavoro, casa, istruzione, sanità, cultura, eccetera, che dopo il 1989 così com'erano state rese possibili hanno iniziato a essere smantellate. Il processo deve essere graduale, per evitare conflitti e alla fine essere più rapido, tanto man mano chi ha vissuto delle conquiste come diritti invecchia e muore e i suoi figli e nipoti quelle stesse cose non sapranno mai che erano diventate appunto diritti. Alla fine di questo processo, c'è un pianeta con un sistema economico e politico unico, una piramide alla cui base la classe più numerosa vivrà al livello di sussistenza, sempre che il pianeta lo consenta ancora. Per capirlo, non occorre postulare nessun Grande Vecchio da nessuna parte: avverrà e basta, a meno che non ne diventi consapevole abbastanza gente da organizzarsi per contrastarlo (ammesso che sia possibile). Ma è molto difficile: gli strumenti culturali necessari sono stati "sventatamente" elargiti per poco tempo, e dopo gli anni settanta si è smesso, sostituendoli ad altri più facili e attraenti che hanno favorito il processo di "mandrizzazione" generale. Internet è in controtendenza, e il movimento di Grillo con essa, ma proprio per questo è continuamente sotto attacco da tre versanti: commercial/culturale, caricando anch'essa di strumenti di "mandrizzazione"come i social network, politico, demonizzando le espressioni di partecipazione da essa espresse in misura direttamente proporzionale alla loro capacità di incidere sul reale (da qui la coalizione politica e massmediologica contro i grillini), e legislativo, continuando a tentare di imbrigliarla e limitarne la libertà. Quindi è l'unica speranza, ma non c'è da sperarci troppo.
Molti di noi avevano sperato che l'Unione Europea fosse un tentativo di costituire un argine sufficientemente potente, visto che gli Stati nazionali non lo erano, per contrastare questo processo e in definitiva proteggere i cittadini europei dalla globalizzazione. Invece col tempo si è purtroppo scoperto che invece era il cavallo di Troia per facilitarlo, e l'Euro era i soldati achei dentro la sua pancia. Ora sono dentro le mura, e stanno bruciando tutto. Non so nemmeno se siamo a tempo a ricacciarli fuori, e se servirebbe a qualcosa. So solo che oggi bisogna stare con chi vorrebbe farlo, e registrare gli avvenimenti con la chiave di lettura giusta, a futura memoria: Laocoonte è morto senza riuscire a fermare il tranello che aveva intuito, si, ma il suo gesto è arrivato fino a noi.

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