sabato 22 marzo 2014

COSA VUOI DA ME?

Chi di noi, sommersi in questo periodo come non mai da contatti commerciali invadenti su qualsiasi telefono a qualsiasi ora, dopo essersi giustamente abbandonato allo sfogo della rabbia si sia soffermato un istante a chiedersi come mai, e come mai proprio adesso, si è probabilmente già dato da se l'unica risposta sensata: è proprio per via della crisi, che è pieno di disperati che tentano di grattare il fondo del barile.
Io oggi, dopo aver ascoltato gentilmente l'interessante proposta di una venditrice del mio operatore mobile che tentava di diventare anche il mio fisso fino a che non è diventata troppo insistente a "chiudere" qui e ora, e dopo aver invece mandato quasi a quel paese il commerciale della compagnia elettrica che si fa aprire il portone chiedendo del contatore (ma su quali testi ha studiato chi gli fa i corsi di marketing? se mi imbrogli subito io non ti credo più, quale che sia l'effettiva favolosità dell'offerta, cretino!), tento di dirvela in maniera più generalizzabile. Ci sono solo due modi per avere a disposizione una parte della ricchezza complessiva del sistema di cui si fa parte (la scala per ora sceglietela voi: la famiglia, la città, lo Stato, il mondo?): partecipare alla sua creazione, o cercare di spostarla.
Fate finta, per ora, che qualunque sistema abbiate scelto esso sia "chiuso", non ci sia cioè possibilità di prendere la ricchezza da un altro sistema, poi di questo parliamo. E ora ditevi, guardandovi allo specchio: siete di quelli che la ricchezza la creano, o la spostano? E' facile, perché a meno che non siate coltivatori diretti, allevatori, minatori, produttori di energia (o qualunque altro settore che si occupi di rendere spendibile nel sistema-Terra l'unica fonte esterna di approvvigionamento dello stesso, il Sole), siete (siamo) della seconda razza, quel novanta per cento abbondante che per campare deve inventarsi qualcosa per convincere gli altri a cedergli parte della loro ricchezza.
Non è stato sempre così, questo rapporto è rimasto esattamente l'opposto per millenni, solo una certa fase del capitalismo scaturita dalla dialettica col socialismo ha portato al mondo che viviamo noi occidentali da qualche decennio. L'unico, per capirci, in cui un uomo abbia mai potuto anche solo pensare di andare oltre la stretta sussistenza e magari arricchirsi, chessò, cantando canzoni. Perché questo mondo sia agli sgoccioli ce lo siamo già detto molte volte, è una questione di risorse globali complessive del pianeta rispetto alla popolazione, e la ragione per cui certi complottismi intorno a disegni di spopolamento drammatico e repentino ci fanno rizzare i peli anziché ridere a crepapelle. Forse dovremmo chiederci però anche perché e come sia potuto esistere.
E' esistito perché una parte del mondo aveva e ha la forza di imporsi sul resto, imponendo trasferimenti massicci di ricchezza a suo favore, e comprando il silenzio dei sudditi interni attraverso una parziale redistribuzione di quella ricchezza. Il welfare, il consumismo, la stessa possibilità di elevarsi culturalmente, tutto quello che io e voi crediamo essere conquiste della civiltà sono state possibili solo a patto di un secolare violento e disumano piano di sfruttamento delle risorse del resto del mondo. Che continua, e continuerà finché potrà. Ma allora, vi chiederete, perché non possiamo continuare ad avere le cose e le prospettive che hanno visto i nostri padri, se basta trovare il modo di fare pace con la propria coscienza di predatori o parassiti degli stessi?
In realtà si può. Qualcuno potrà. Chi ne ha la potenza economica/politica/militare potrà. Gli statunitensi, innanzitutto. I giapponesi, marginalmente. I russi, cui la sconfitta nella guerra fredda non ha tolto le immense risorse naturali. I cinesi, gli indiani, i brasiliani e simili, che hanno il vantaggio di non aver mai dovuto concedere ai loro innumerevoli sudditi quelle cose che ora gli altri hanno il problema di dover togliere ai loro pochi. E gli europei?
Molti di noi hanno creduto, qualcuno ci ha fatto credere, che il progetto "Unione Europea" fosse proprio questo: il livello di scala necessario a poter difendere nel nuovo scenario mondiale lo stile di vita conquistato dai cittadini europei. Non era questo. Alcuni di noi se ne sono accorti forse tardi, molti, troppi altri ancora non se ne accorgono ma non era questo. Era che i tedeschi (segui questo link, ma prima siediti) non hanno mai davvero messo da parte il desiderio di raggiungere quella massa critica necessaria a recitare un ruolo in quello scacchiere, hanno solo cambiato nome (spazio vitale effettivamente è fuori moda nell'era del politically correct) e scelto modi più subdoli ed efficaci. Così anche qualcuno tra loro potrà. Noi italiani, scordiamocelo.
Noi non abbiamo mai avuto niente, sotto il culo, solo la posizione geografica è stata una ricchezza finché contava qualcosa stare al caldo e viaggiare per mare. Ci abbiamo fatto un impero, con furbizia ingegno ed elasticità, su questo. Poi con le stesse doti abbiamo creato e accumulato il più grande patrimonio artistico mondiale, traendone le energie proprio nella rinuncia all'entità politica. Una volta Stato, per volontà e con risorse degli altri, siamo stati giustamente dagli altri rintuzzati ogni volta che credevamo davvero di poter parlare con loro dallo stesso livello. E' vero che i nostri tentativi erano goffi, i nostri eroi ogni volta più ridicoli, da Adua al(l'ormai ex) Cavaliere passando per il Mascellone, ma anche fossero stati seri sia gli uni che gli altri il risultato non sarebbe cambiato. Non abbiamo niente sotto il culo. Ci hanno fatto campare un po' meglio per qualche decennio solo perché gli serviva: dobbiamo ringraziare il PCI e chi lo votava, tutti anche i padroni che lo vedevano come il fumo, se non fosse stato così forte da metterci sul fronte della guerra fredda non avremmo avuto nemmeno i "favolosi anni sessanta". E infatti per sconfiggerci lo hanno attaccato su tutti i fronti, soprattutto da dentro. E ora chi dovrebbe portarne l'eredità è proprio chi guida il plotone d'esecuzione per finirci.
Cosa vuol dire ridurre la spesa pubblica, stronzi? Quale, spesa pubblica? Mille euro date a uno per pulire un giardinetto tutti i giorni, fanno un giardinetto pubblico pulito gratis, perché quello i mille euro li spende per campare, e se quelli a cui li da pagano le tasse come lui ha fatto alla fonte in pochi giri lo Stato ha incassato i mille spesi e comincia a guadagnarci. Anche se poi quello il parco non lo pulisce, però io i parchi puliti li voglio e allora pago 1500 a uno che controlla se li puliscono eccetera. Un sistema che si autofinanzia e fornisce servizi, questa è una Pubblica Amministrazione efficiente, e perché la sua efficienza fosse accettabile non serviva nessuna riforma epocale di quelle fatte (e non ne servono altre ora), bastava volerla davvero. Non la si è voluta per creare correi. Piccoli correi di rei grandi. Che hanno formato un fiume di spesa pubblica fuori dall'alveo di questo circolo virtuoso. Un milione di euro dati a mille guardaparchi non sono un milione di euro dati a un palazzinaro, un tangentaro, un mafioso, una casa automobilistica, un manager, un partito: il primo milione resta nel giro e si ripaga da solo col solo freno dell'evasione dei piccoli commercianti, il secondo esce quasi tutto e va nei conti esteri, nelle partecipazioni, nel capitale finanziario, nelle imprese malavitose, eccetera. Eccovelo il vostro debito pubblico. E voi tutte le volte cominciate dagli esuberi tra gli statali. Voglio vedere, quando riusciranno a togliere lo stipendio regolare anche agli statali, la confcommercio che plaude alle misure del governo come commenterà le statistiche dei suoi consociati che chiudono per mancanza di clienti. La crescita? Riducendo il lavoro a una scommessa sottopagata? E a chi le vendi le cose che riesci a produrre con italiani pagati 600 euro al mese, ai cinesi che i loro li pagano 60 e lavorano il doppio?
Non abbiamo ricchezze naturali. Quel poco che abbiamo, a parte un po' di oro nei forzieri di provenienza borbonica, lo abbiamo accumulato nei decenni in cui la rendita di posizione ce lo ha consentito. I beni pubblici ce li hanno già rubati tutti, le hanno chiamate privatizzazioni. Ai cittadini resta qualcosa, per lo più case di proprietà e diritti. Ecco che ce li stanno togliendo. Scientemente. E' inutile che mi chiedi che operatore ho, io non ho quasi più niente la casa è della banca finché non estinguo il mutuo e non è detto che campi abbastanza e quanto mi daranno di pensione basti a pagarlo, spendo solo quanto mi è indispensabile e presto sarà per tutti così, già per te e tutti quelli che cercano di spostare ricchezza verso di loro è così, cosa vuoi che serva un architetto se non ci sono i soldi per ristrutturare i negozi che ancora non chiudono, cosa un dentista in più se non ci vado se non sto impazzendo dal dolore, cosa mi vuoi vendere commerciante che non sia una cosa indispensabile fino a che potrò comprarmi almeno quelle?
Abbiamo solo la posizione geografica, e il più grande patrimonio artistico mondiale. Fossimo giapponesi, camperemmo solo di quello come i giapponesi campano solo della loro intelligenza, e faremmo pagare caro a tutti anche solo odorare quello che è nostro e noi teniamo magnificamente. Sovranità monetaria e rigore morale, assieme. Non c'è altra via d'uscita. Le propone il M5S, ecco perché dobbiamo farli vincere, li proponesse convincentemente qualcun altro andrebbe bene lo stesso. Di fatto, oggi, sono solo loro a farlo. Il resto sono solo chiacchiere.
Non voglio rinegoziare il mio contratto elettrico. Voglio che tu abbia uno stipendio e un ruolo che non sia tentare di sgraffignare qualche spicciolo a me e altri mille morti di fame come me perchè sennò non mangi. Voglio che tu ricordi che è un tuo diritto, e non ti rassegni a questa visione del mondo che anche i mass-media loro schiavi tentano di proporci come senza alternative. E che tutti quanti assieme sfruttiamo quel poco di sostanziale che c'è nel giochino che chiamano democrazia per capovolgere la Storia. Non voglio più vedere in giro disperati, solo incazzati. Sarebbe ora.

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