Sapete, io amo guidare. Ma mi stanno facendo passare la voglia a forza di tutor e autovelox, e non perchè uno vorrebbe andare a 200 (che peraltro l'utilitaria di cui sopra manco se li sogna) ma perchè i primi sono operativi principalmente nei tratti di strada dove non servirebbero, e i secondi sono piazzati eminentemente dove servono alla loro vera funzione: fare cassa a enti locali ormai senza quasi altra fonte di sostentamento. La sicurezza stradale? Palle. Basterebbe non regalare, o meglio non vendere, le patenti: con gli esami da privato dei tempi miei, magari resi obbligatori, guiderebbe la metà della gente (e sono buono), e avremmo risolto anche il problema del traffico. Tra l'altro, la velocità elevata è sempre o mai la causa di ogni incidente: sempre, perchè per ogni incidente, qualunque sia la sua causa prima, esiste una velocità inferiore per cui non sarebbe accaduto (al limite, tutte le auto ferme = zero incidenti d'auto); mai, perchè quasi sempre la correlazione tra la velocità e incidente è falsa in senso statistico, cioè esiste quasi sempre una causa prima di natura diversa (disattenzione, sonno o perizia del pilota, stato del veicolo o delle gomme, stato delle strade, clima, eccetera) e invece ci si ferma alla velocità per una forma di pigrizia d'indagine diciamo così incentivata dal fattore economico di cui sopra (la lotta alla velocità conviene, molto più che mettere la briglia alla lobby delle autoscuole o danneggiare quelle dei produttori di auto e dei petrolieri). Altrimenti, basterebbe non omologare vetture che vanno oltre i limiti massimi di velocità consentiti su tutte le strade più il margine di tolleranza. Comunque, è passata la moda dei 45 giri come quella del posto fisso, passerà anche quella del trasporto privato, ce ne faremo una ragione, e non si campa in eterno.
E invece no. Perchè se un privilegiato, che in virtù dei suoi privilegi esce da casa a piedi per salire due minuti dopo sulla metro e sedervicisi, e alla fine del suo percorso senza cambi di linea trovare (questa non ve l'avevo ancora detta, evidentemente ho pudore del mio privilegio...) una navetta aziendale che lo accompagna a gratis negli ultimi dieci minuti di strada, ebbene se questo privilegiato dopo appena un anno di trasporti pubblici romani ne ha già le palle piene e vorrebbe non avere appena rifatto l'abbonamento annuale ai mezzi per poter ricominciare senza lo scrupolo di avere buttato 250 euro ad andare in ufficio in macchina (sfruttando l'altro suo privilegio) - perchè volete mettere smadonnare per il traffico seduti comodi mentre attorno a voi ci sono due metri quadrati di spazio libero dentro il quale suona la vostra musica, che smadonnare dentro di se (per vergogna di imitare i tanti che non si tengono e smadonnano urlando o picchiando i vetri) per il doppio del tempo pigiati come sardine in un vagone sottoterra? - insomma se un privilegiato può arrivare a questo, io vorrei capire come si può pretendere che uno che vive in una periferia profonda, e arriva alla metro dopo un'odissea di traffico in macchina o di sudore e spinte in autobus, per scoprire che anzichè i due/tre minuti dello standard civile deve aspettarne sei quando va bene, otto troppo spesso, e talvolta anche di più, e la stazione è già piena e quando arriva il treno è carico e se anche aspetta dovrà spingere e sgomitare per salire su quello dopo tanto vale tentare su questo, come pretendere che costui usi i mezzi pubblici se ha uno scassone con cui inquinare e intasare il traffico e sticazzi l'ecologia, o che non si incacchi come una belva se non ce l'ha.
Allora l'altro giorno, il terzo consecutivo in cui un tragitto di venti minuti diventava di un'ora, descritto come sopra, tanto è impossibile farlo a parole e poi almeno i romani mi capiscono al volo, mentre tentavo di isolarmi dal mondo con pratiche ascetiche, non essendo fisicamente possibile neanche prendere il fazzoletto dalla tasca figurarsi leggere un libro, emerge dal vociare uno che si impone alla mia attenzione per essersi distinto dal magma di proteste generiche incrociate (che te spigni? - annate avanti che c'è posto! - ma ndo annamo?, eccetera), e dice più o meno così:
ma se anzichè pijarcela l'uno coll'altro andassimo tutti assieme a menare a quelli che hanno dimezzato i treni, mortacci loro, che dicheno che nun ci stanno sordi perchè se li devono magnà?Ecco, questa, ragionamenti a parte, a caldo, con la schiena a pezzi e un elicottero tra le gambe, mi è sembrata un'ottima piattaforma per un nuovo partito di sinistra.
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A proposito. Tra i vari privilegi che mi sono meritato anche solo per il fatto di averci pensato (poichè sapevo e so che le liberalizzazioni in Italia si risolvono tutte regolarmente in fregature per il cittadino, quando ho comprato casa ho chiesto al vecchio proprietario di fare la voltura dei contratti temendo che già non fosse possibile per contratti nuovi, e ho sempre attaccato il telefono e chiuso la porta in faccia a quei poveri ragazzi che incaricano di convincere il popolo bue a passare nelle mani voraci del mercato libero) ho i contratti di luce gas sul cosiddetto "mercato tutelato". Quanti di voi sanno che questo governo, in corsa per il primato di peggiore della storia patria, tra le altre cose che impone nel silenzio doloso dei media servi c'è l'abolizione di questa cittadella di resistenza? Mi direte: dopo l'articolo 18, cosa vuoi che sia? Appunto, care le mie rane lesse, appunto...
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