L'Italia (art. 1) è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.Quando furono scritte queste parole, era appena finita una guerra, c'erano macerie dappertutto e i sopravvissuti si morivano di fame. La guerra l'avevano voluta i nazifascisti, che erano la risposta della società europea ad una crisi che quella attuale ricorda un po' troppo, perchè alla fin fine puoi distribuire solo risorse che hai e se non ne hai abbastanza devi andartele a prendere. Ma l'avevano vinta gli altri, cioè i capitalisti e i comunisti, che però su come garantire ai propri sudditi quel minimo che gli avrebbe impedito di ribellarsi avevano idee opposte non solo ai nazifascisti ma anche tra loro. Quindi la guerra continuò su altri fronti, e su uno di questi poggiavamo il culo noi, su un altro i nostri ex alleati. Fu deciso, per evitare che la guerra fredda diventasse calda, che loro dovevano essere divisi in due, noi dovevamo restare di qua ma con larghe concessioni a chi pensava che dovessimo andare di la, che peraltro aveva avuto un ruolo decisivo nel brigantaggio che appoggiò l'invasione angloamericana. Le meglio teste del bigoncio furono sedute a pensare come, ed ecco il magnifico testo di cui sopra, un cocktail perfetto di capitalismo socialismo e cattolicesimo, tanto riuscito quanto destinato a restare sostanzialmente inapplicato. Ma per riuscire a tenerci dove dovevamo stare, qualcosa bisognava concederci, e poichè alla fin fine puoi distribuire solo risorse che hai, i sordi li mise l'imperatore. Fino a che gli servì, cioè fino a che non vinse la guerra fredda: 1989 precisamente. Poi, hanno cominciato a chiederceli indietro, e non hanno ancora finito: e se sapete fare 2+2, questo basta a spiegare la storia recente e la cronaca della crisi.
(La qual cosa comporta che - art. 4) riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
(Ma siccome è suo compito - art. 3) rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale(, allora ognuno - art. 36) ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa(, nonchè) al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.
(E allora anche chi è - art. 38) inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale(, anche perchè la Repubblica - art. 32) tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Dal 1991 la guerra è sul fronte di dove sono concentrate le risorse fossili del pianeta. Ma ora si sono riaperti altri fronti, e gli accordi di oggi potrebbero non essere significativi. In ogni caso, il dominio sul pianeta è di nuovo in discussione, e in questi casi tutto può succedere. Anche che qualcuno reputi conveniente mettersi sul mercato per scegliersi un nuovo fornitore di risorse. E su questo piano, noi italiani non abbiamo certo niente da imparare: non so nemmeno se l'abbiamo mai finita, una guerra, dalla stessa parte di dove l'avevamo iniziata (del 1943 si sa, ma anche nel 1915 prima che dichiarassimo guerra all'Austria eravamo suoi alleati....). Ci pensi bene, chi continua a recitare il dogma dell'irreversibilità dell'Euro: di costante, nella Storia, c'è che se non vuoi mantenere il potere col terrore (e se anche vuoi, non è una cosa che dura...) puoi farlo solo se intanto garantisci ai tuoi sudditi il tenore di vita considerato in quel contesto storico/sociale come minimo accettabile. E se i padroni dell'Euro continuano a stamparne pochi e/o a distribuirli male (il sistema bancario è autoreferenziale e inadeguato a fare da apparato circolatorio), prima o poi perderanno i pezzi, in un modo o nell'altro. Trattati o non trattati.
Il modo in cui si può far si che sia garantito questo minimo accettabile è del tutto ininfluente, dal momento in cui non ci riesci. Ma vediamo lo stesso quali sono:
- un sistema dinamico, che come una bici sta in piedi solo finchè va avanti, per cui crescendo le risorse stanno meglio tutti (e pazienza se la forbice si allarga a favore di potenti e furbi...), si regge solo finchè ci sono risorse cui attingere, e da quando il pianeta non ne ha più il proprio saldo di può migliorare solo a danno di qualcun altro (e quindi militarmente...);
- un sistema statico, in cui ognuno riceve dietro precisa programmazione la sua parte (e pazienza se chi fa le parti come al solito riserva per se un certo privilegio...), si regge solo se le notizie che arrivano da fuori non parlano di condizioni materiali nettamente migliori, cambiando il concetto di "minimo accettabile" all'interno;
- ho appena descritto capitalismo e comunismo, e il successo recente della Cina è dovuto, oltre che alla legge dei numeri, anche all'ibrido particolarmente adatto al contesto storico;
- ma attenzione che l'Islam, dall'altra parte, deve il suo successo proprio all'essere estremamente adatto a un mondo di risorse scarse, perchè non c'è niente meglio di una religione inculcata pervasivamente per fare accettare certe condizioni e anzi preferirle ad altre apparentemente migliori perchè "immorali", col ruolo subalterno della donna che inoltre dimezza la domanda di lavoro (senza contare che apparenze a parte su quale sia il sistema in cui la donna è più subalterna e degradata la discussione non è così pacifica...).
Tra parentesi, se proprio vogliamo ancora continuare a parlare di destra e sinistra, ha senso solo in questo: se vogliamo un reddito di cittadinanza nostro (italiano, europeo, occidentale?) dobbiamo essere consci che non può che essere a danno di quelli di fuori, essere disposti ad appoggiare qualsiasi cosa serva a proteggere questa frontiera, guerre comprese, e avere l'onestà di ammettere di essere di destra; se invece vogliamo un reddito universale minimo garantito, possiamo legittimamente dirci ancora di sinistra, e però dobbiamo arrenderci al fatto che questo non può discostarsi di troppo dalla mera sussistenza, dividendo con tutta l'umanità l'onere imposto dai limiti sistemici del pianeta. Chi non è disposto a questo e continua a dirsi di sinistra, merita una risposta che sta nello spettro tra lo sberleffo e la pena, a seconda della sincerità delle sue (irrealizzabili, come le promesse di Tsipras senza uscire dall'Euro) intenzioni.
...
E' da un po' che non vi lascio in fondo dei link da seguire, ma le questioni toccate da questo post possono partire per la tangente in troppe direzioni per lasciar perdere:
- la solita ficcantissima Lameduck, ovvero la trappola dell'Euro spiegata con la metafora delle società tra furbi e fessi;
- Comito, ovvero come e perché il nuovo trattato commerciale Usa-Europa (TTIP) è un cavallo di Troia che ci stanno imponendo nascondendocene la natura;
- Cortes, ovvero non c'è solo l'art. 18 a dimostrare che non vogliono che "cinesizzarci";
- Clericetti, ovvero gli aiuti alla Grecia non sono stati altro che aiuti alle banche tedesche;
- Greenspan, ovvero "la Grecia esce e l'Euro morirà", (pre)detto da uno che ha guidato la FED non da uno che al massimo può vantare un buon voto in economia politica all'università;
- un gruppo di economisti piemontesi, ovvero come e perché prima di arrivare a dare "soldi per niente" (we gotta install microwave ovens...) c'è ancora tanto margine per ricominciare ad assumere nella P.A. (ma, come per Tsipras, dentro l'Euro non si può...).
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