Il titolo è invece assieme un manifesto di ottuso ottimismo, di chi ancora crede ci sia una via d'uscita per questo nostro sciagurato Paese e sa che (piaccia o non piaccia, sia praticabile o non lo sia) essa è rappresentata dall'affidarsi mani e piedi per almeno vent'anni al progetto politico grillino, e un'etichetta per un'analisi se possibile obiettiva delle prove a cui è chiamato il movimento 5 stelle nei prossimi tempi.
Avantieri si è chiusa, infatti, la "convention" 2015 del moVimento (qui i resoconti e i video, per chi vuole approfondire), ovviamente coperta dal mainstream quasi esclusivamente a scopo di dileggio: molto peggio che "quando c'era lui", ormai, non è possibile ascoltare un telegiornale che non magnifichi i (peraltro inesistenti) risultati di Renzi e invece non parli di Grillo e dei suoi in modo da evidenziarne o inventarne difetti, eppure i sondaggi danno il m5s in crescita, a Roma addirittura abbondantemente primo partito, figurarsi cosa accadrebbe con una informazione obiettiva... Ebbene, se è davvero giunta l'ora di "diventare adulti", quali sono le cautele e i punti d'attenzione che chi guida il moVimento dovrebbe tenere in considerazione? e facendo leva su cosa potrebbe recuperare il consenso che ancora gli manca per poter finalmente guidare il Paese? Volendo riassumere i ragionamenti in poche questioni, avremmo:
- deve il moVimento approfittare della congiuntura astrale estremamente favorevole e andare a governare Roma, così dimostrando di saperlo fare e divenendo credibile come forza di governo nazionale?
- deve il moVimento consolidare la sua struttura partitica, riducendo il ruolo dei leader storici con un rafforzamento complementare di quello degli ormai noti e stimati "quadri intermedi"?
- deve il moVimento rivedere la sua strategia di comunicazione, affiancando il nativo approccio web-oriented con una ridondanza sui media più tradizionali, magari acquisendo il controllo di una rete televisiva generalista o almeno di un quotidiano di carta?
- Roma è una trappola. Preferire a una vittoria schiacciante una sconfitta onorevole non sarebbe una deplorevole scelta tattica, ma semplice buonsenso. L'onestà, infatti, può essere portata a sistema solo da una riforma (della Politica, ma anche giuridica e di sostegno fattivo alla magistratura) compiuta a livello di governo nazionale, e portata avanti per abbastanza tempo da entrare nel senso comune (l'altra sera, una concorrente di un telequiz giovane e carina, appena laureata col massimo dei voti in Scienze politiche, dichiarava di voler "intraprendere la carriera politica": ecco, se le regole interne al m5s diventano Legge dello Stato, e sono applicate con rigore per decenni, a nessuno verrà più in mente un'idea del genere - un po' come a nessuno oggi viene più in mente di cercarsi un posto fisso, dopo decenni di precarizzazione, tanto per zittire chi dovesse pensare che è impossibile...). Cercare di imporla governando Suburra, mentre chi è al governo continua a praticare (e teorizzare) corruzione e spoliazione della cosa pubblica elevate a sistema, è impossibile: non poteva Marino (che non ne aveva neanche la statura morale nè intellettuale, come purtroppo si è visto) e non potrà Di Battista (che entrambe le stature le avrebbe), e i media ancora asserviti al Partito avranno buon gioco a dire "avete visto che anche i grillini messi alla prova falliscono?" a reti unificate. Inoltre, i buchi di bilancio sono talmente grandi che è impossibile sanarli senza poter agire sulla leva monetaria (quindi, ancora, è impossibile con questo governo, o con qualunque altro non miri a riprendersela ripudiando l'Euro), la qual cosa di nuovo è deleteria senza la parallela elevazione a sistema dell'onestà di cui sopra. Quindi, prima andare al governo dell'Italia, poi, anche subito dopo, di Roma, e non viceversa;
- Grillo è ancora indispensabile. Si potrà defilare, affiancandosi a Casaleggio in una posizione di influenza seminascosta, dopo la vittoria alle politiche, prima serve qualunque cosa faccia recuperare consensi e la presenza mediatica di Grillo è tale da essere francamente irrinunciabile. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che i vari Morra, Di Battista, Taverna, eccetera, per statuto potranno al massimo fare un altro mandato e poi dovranno tornare a fare altro, pena il tradimento del patto e quindi il tracollo. Certo, sono un'ottimo gruppo dirigente, e saranno i pilastri di un eccellente governo della Repubblica. Ma da un lato bisogna cominciare a guardare a chi li rimpiazzerà nel moVimento tra otto anni, e dall'altro non bisogna più commettere l'errore di rinunciare ad affiancarsi, a livello di cariche di governo e di altre di quel livello, a personalità di alto calibro e riconoscibilità che simpatizzano o comunque vogliano dare il loro contributo all'azione politica del moVimento, anche eventualmente non aderendovi, tipo Rodotà for president per intenderci (e magari più giovani di Dario Fo...);
- Si, senza dubbio. Non so quanto senso abbia oggi farsi un giornale di carta, che non li legge più nessuno, ma magari si potrebbe fare una roba gratuita tipo Metro e distribuirla con volontari. E sul canale tivù, poi, che errore denunciare il sistema consociativo prima di essere in grado di impedire che esso venisse soppiantato dal controllo totale di ogni canale da parte del partito di governo: con quel sistema, RaiTre sarebbe da due anni sotto controllo del m5s che oggi, avendo potuto passare la sua "versione dei fatti" in alternativa alla narrazione ufficiale piddina anche a pensionati e casalinghe, sarebbe già maggioranza relativa... E occhio che è proprio grazie alla legge elettorale concepita da questi geni della politica, che raggiungere la maggioranza relativa potrebbe bastare....
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