Il testo e il video (non è la prima volta, ma va bene così) ve li metto in fondo, ora parliamone un pochino.
Lo sapete, no, da qualche parte dentro di voi, anche se vi dichiarate credenti e magari lo siete sinceramente, che quello che chiamate "religiosità" è una dimensione dello spirito umano intrinsecamente connessa alla consapevolezza di dover morire, vero? "Umano" proprio perché appunto questa consapevolezza è forse davvero l'unica cosa che ci distingue dagli altri animali? Si, lo sapete. Non è necessario che lo ammettiate pubblicamente, io lo so che lo sapete. E voi sapete che io so, ci siamo intesi. Siamo tutti sulla stessa barca. Abbiamo tutti una fifa fottuta, e la gestiamo ognuno come può, in uno spettro che va dalla razionalizzazione estrema dell'ateo convinto ("non temo la morte, perché quando c'è lei non ci sono più io") alla sublimazione estrema del religioso fervente ("non temo la morte perchè mi ricongiungerà a Dio", purtroppo declinabile in molti modi compreso il sacrificio dei kamikaze islamici) passando per l'esorcizzazione di chi così tenta di beffarsene (ad esempio col sarcasmo, con il satanismo o la semplice passione per gli horror, con gli sport estremi, o anche solo col divertimento - parola tragicamente perfetta dal punto di vista etimologico: ti volti dall'altra parte, per non guardare in faccia la realtà, così passa il tempo e non ci pensi). Ebbene, l'unica risposta "adulta" sarebbe proprio prendere atto che la nascita è entrare in un gioco in cui la sconfitta è certa, ma non l'andamento della partita, e quindi logicamente concentrarsi su quest'ultimo perchè sia il meno spiacevole possibile, ciascuno date le carte che gli sono capitate. Tutte le altre risposte hanno un qualcosa di infantile, innocentemente o patologicamente che sia.
Per carità, si tratta di una debolezza per cui anche chi crede di esserne immune (e non è detto che lo sia per sempre: si spiegano così le millanta "conversioni" in capitulo mortis) deve avere molta umana comprensione. Proprio come per ogni bimbo quando singhiozza per la bua, e non lo dico ironicamente. Ma ciò non toglie che, per quanto impossibile sia, solo un mondo senza religione sarebbe anche un mondo senza guerra, avidità, fame, inferno.
Apro una parente, prima di lasciare la parola al Maestro. A The voice di quest'anno c'era una concorrente nemmeno scarsissima che ha passato un paio di step, avendo però il pessimo gusto di attribuire a Dio il merito del suo successo ringraziandolo per il Dono ricevuto di saper cantare. Ora, a me da fastidio anche il segno della croce di Djokovic quando vince un torneo, ma non a me in quanto agnostico, tutt'altro: ho sempre pensato che se fossi credente questo tipo di gesti mi avrebbero fatto proprio torcere le budella, in quanto vi avrei visto l'arroganza e l'egocentrismo (si, anche infantile) di chi pretende che Dio giochi dalla sua parte (piuttosto che da quella del suo avversario, magari correligionario, ad esempio, ma a prescindere). Insomma, da non credente puoi anche pensare che una che dice quelle cose è solo un po' cretina (a proposito: sapete da dove deriva il termine "cretino"?), ma da credente devi pensare che sia blasfema - nè più nè meno di chi nell'altro verso incolpasse Dio per un handicap o un incidente o, tiè, la mancata vincita a una lotteria. Per fortuna che a un certo punto a Dolcenera, pur nella sua scarsa simpatia e coi suoi limiti, non ha retto lo stomaco e gliele ha vomitate, un paio di cosette, alla tipetta prima che la eliminassero...
E ora (Dolcenera ci perdonerà, ma in fondo ce lo deve se gli è stato perdonata la bestemmia di aver scelto quello pseudonimo senza che una sola oncia della sua cifra stilistica ci azzecchi con Faber), torniamo alla musica vera.
Immagina che non ci sia paradiso
(è facile se ci provi),
nessun inferno sotto di noi,
sopra solo il cielo.
Immagina che tutta la gente
viva solo per l’oggi.
Immagina non ci siano nazioni
(non è difficile da fare),
niente per cui uccidere o morire,
e nemmeno la religione.
Immagina tutta la gente
che vive la vita in pace.
Puoi dire che sono un sognatore,
ma non sono l'unico:
spero che un giorno anche tu ti unirai a noi,
e che il mondo sarà in armonia.
Immagina un mondo senza proprietà
(mi chiedo se puoi),
senza bisogno di avidità, senza fame:
una fratellanza tra gli uomini.
Immagina tutta le gente
che condivide tutto il mondo.
Puoi dire che sono un sognatore,
ma non sono l'unico:
spero che un giorno anche tu ti unirai a noi,
e che il mondo sarà in armonia.
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