- non c'è una cartaccia a terra che è una, e questo la dice lunga sia sui servizi di pulizia che sulla educazione dei cittadini;
- la metropolitana arriva ovunque ed è frequentissima pure ad agosto (i romani non possono credermi, lo so), è aperta fino a notte anche nei feriali, e NON CI SONO I TORNELLI e non va fallita;
- rispetto a ciascuna delle prime cento città italiane per quantità di beni culturali, lì ne hanno un centesimo, e sfruttano quelli che hanno cento volte di più;
- ad esempio, hanno trasformato il Muro in una miniera d'oro, tra frammenti (tanti che quando vai via per qualche giorno ti resta il riflesso, e ti giri verso qualunque pezzo verticale di cemento armato) veri o ricostruiti, musealizzazioni da gratuite a fin troppo care, e sfruttamento degli spazi vuoti di frontiera per opulente realizzazioni edilizie di archistar di paesi vari e si immagina elevatissimi onorari (non tutte belle, ma molte si, e comunque quasi nessuna qui suona fuori luogo come invece quasi tutte quelle nelle altre capitali storiche);
- e comunque, quel poco di antico che c'è, a parte il piccolissimo quartiere medioevale, è per la maggior parte ottocentesco, e per il resto sette e novecentesco, e tutto trasuda di insopportabile prosopopea di grandezza, con la retorica imperiale a infarcire un neoclassico pesante e sgraziato.
Insomma, un senso continuo e vario di contraddizione è la colonna sonora interiore che si sente, se la sai e la vuoi sentire, girando per Berlino. Fenomeno che diventa stridente quando, spesso, hai a che fare con la questione ebraica: è particolarmente beffardo che il popolo che fu la vittima prediletta (ma non unica, pensiamo a rom disabili e diversi di ogni tipo, e nemmeno maggioritaria, pensiamo ai russi) della politica del governo di Berlino, città meritatamente divisa a metà per 41 anni e da un muro per 28, siano lo stesso che oggi ha eretto un muro ancora più alto e fin troppo simile ("trova le sette piccole differenze" tra le due immagini a sinistra....). Tra le mille tracce messe li a espiare, o almeno mostrare di voler espiare, il senso di colpa, un museo sontuoso e sicuramente costosissimo (con niente di sostanziale dentro, ma ragazzi che "scatola"!...). Lì , non avendo un inglese sufficiente a rendere pensieri complessi, il bigliettino non ce l'ho messo, ma cavoli se ci ho pensato....
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