martedì 16 gennaio 2018

WHAT'S IN YOUR HEA...RT

Mentre vi confezionavo il solito pippone anticapitalista, che non temete vi propinerò nei prossimi giorni, sono stato come tutti colpito dalla notizia della morte improvvisa di una di quelle personalità artistiche che si stagliano dalla propria epoca. Dolores O'Riordan non è entrata nel club 27 ma coi problemi che aveva ai tempi (anoressia, bipolarismo) ci è andata vicino. E' comunque morta giovane (per gli standard attuali a 46 anni lo si è tutti, specie poi se si ha un aspetto minuto come il suo) e "per un malore in una stanza d'albergo", come troppi siti hanno riportato, quasi ostentatamente citando una formula che vuole significare qualcosa senza volerlo o poterlo dire, e rinforzando il dubbio con altre virgolette a guarnire nel ricordarla la causa dell'annullamento dell'ultima tournée: "mal di schiena".
Chi vi parla è di quella generazione che scavallò la trentina proprio mentre uscivano i primi album dei Cranberries, la band cui Dolores diede fama e identità, essendone anche autrice dei pezzi, col suo stile inconfondibile. Erano tempi in cui il noleggio libero dei CD consentiva ancora a nuovi talenti di emergere senza dover passare dalla macina omologatrice dei talent show, ma lei non ebbe bisogno della curiosità e del passaparola degli appassionati allora, come non avrebbe avuto bisogno di Internet o di X Factor oggi: con la sua voce e il suo modo di modularla inedito e unico (e poi imitatissimo, a cominciare dalla nostra Carmeluzza degli inizi, ma inarrivato perché inarrivabile) avrebbe "spaccato" in ogni epoca. E allora spaccò: le classifiche, le orecchie, i canoni estetici (anche fisici). E i cuori di chiunque la ascoltava la prima volta. Perché la sua voce spaccava il cuore, facendoti toccare con mano le emozioni e i sentimenti che le canzoni cantavano, ben oltre di quanto sarebbero potuti riuscire parole e musica.
In fondo metto alcuni video, a beneficio di chi sa e vuole ricordare, ma anche di chi non sa e vuole scoprire. Ma è qui, sullo spaccare il cuore, che viene in mente l'accostamento giusto per questa morte, a prescindere dalle cause che forse un giorno ci diranno (ma tanto a che serve?): non Kurt Kobain nè Janis Joplin, non Jim Morrison nè Amii Winehouse. E' a Mia Martini che occorre pensare, e non perché sono entrambe morte da sole in una stanza, ma perchè Dolores (nomen-omen) e Mimì avevano in comune la capacità di squarciarti l'anima, mostrandoti la loro, appena aprivano bocca.








2 commenti:

Unknown ha detto...

Sei un talento naturale. Sei un mostro di sensibilità e intelligenza. Hai descritto la ragazza come farebbe un pittore di successo. Con quattro pennellate. Grazie Gino. Sei inarrivabile.
Sei sprecato per una massa di ignorantoni come i Cinquestelle. Appena ti scopriranno ti nomineranno ministro della Cultura.
Ovviamente nella prossima vita. Per questa non farai in tempo a vedere un governo Cinquestelle.

cugino ha detto...

a me invece sbigottisce ogni giorno in più che una persona intelligente e sinceramente di sinistra resti ancora disposta a sostenere i traditori del popolo. che non solo sono ignoranti almeno quanto i cinquestelle, ma in più sono sicari prezzolati del capitalismo multinazionale, col compito ormai quasi del tutto completato di distruggere il tessuto industriale, il lavoro, i diritti, conquistati da generazioni di lotte.
sai che c'è, però, gregorio? i sicari li capisco, almeno loro ci guadagnano. tu e tutti gli altri compagni che ancora continuate a portargli l'acqua con le orecchie a gratis, proprio non ci riesco.
su una cosa hai ragione: vi siete messi daccordo con berlusconi per impedire al primo partito d'italia di governare, a cominciare dalla ennesima legge elettorale schifosa, e per raccattare qualche voto a sinistra avete pure finto di litigare con grasso e la boldrini, così fanno i vendola della situazione. e forse ce la farete, a non fare governare i cinquestelle. forse. attento: forse.
ma non fa niente, sono abituato a perdere, sono davvero di sinistra, io.

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