martedì 12 febbraio 2019

M5S, FUGA IN AVANTI O ESTINZIONE

Il titolo è un tantinello apocalittico, lo ammetto, ma rappresenta fedelmente il bivio davanti al quale si trova adesso, ma ci si trovava anche prima solo che non gli era evidente, il Movimento 5 Stelle, e con esso forse l'ultima speranza per una redenzione politica dell'Italia.
Male si farebbe a sottovalutare la batosta elettorale in Abruzzo, sulla base del consueto argomento che le amministrative non sono le politiche, cioè non sono il terreno su cui l'impronta genetica del Movimento rende tradizionalmente al meglio. Perché questa arriva dopo mesi di sondaggi allarmanti, e probabilmente precederà altre batoste alle urne locali, e poi una batostona alle prossime politiche, a meno che da qui ad allora non si cominci a fare tesoro del messaggio che da tutto ciò deriva per dedurre che occorre un immediato e sensibile aggiustamento di rotta.
La maggior parte dell'exploit grillino, infatti, è derivato essenzialmente dalla improvvisa emersione di istanze massimaliste, poco compatibili con la continuazione della strategia di cautela vista fin qui, peraltro esercitata unilateralmente, mentre l'alleato di governo le istanze massimaliste della sua base continua almeno a parole ad assecondarle, intascandone un cospicuo consenso che magari si riserva di ricondurre all'alveo naturale del centrodestra (europeista e tangentaro, si, ma della contraddizione i suoi elettori non se ne accorgeranno prima che sia troppo tardi, c'è da scommetterci...).
Dopo aver criticato "da sinistra" il Reddito di Cittadinanza, passo dunque alla parte costruens che in ogni buona critica ci deve essere, e dico cosa farei se fossi io il responsabile della linea politica pentastellata. Che poi è essenzialmente quanto tra articoli sul web e programmi ufficiali hanno per anni prima di andare al governo promesso di fare, tradotto nella contingenza politica odierna.
Il primo punto è fondamentale e propedeutico: sovranità monetaria. Avendo capito che probabilmente il governo non dispone della forza politica necessaria a pretendere una riforma immediata dei trattati UE o se no provocarne il collasso, quindi non può a breve recuperare quella persa, gli restano però dei buoni spazi di manovra per usare al massimo quella rimasta, che c'è e non è poca. Solo che bisogna farlo al massimo, e nel più breve tempo possibile. Pare sia alle porte finalmente il varo dei Minibot, altrimenti si varino i Certificati di Credito Fiscale, oppure si usi la mai persa potestà di conio senza limiti di moneta metallica, o tutte e tre queste cose più qualche altra genialata, non importa: occorre rimettere in circolazione ricchezza non per uno zero virgola, ma per svariati miliardi di Euro, sicuramente varie decine, magari oltre il centinaio. Solo così, e la cosa mi pare immediatamente comprensibile, si potrà disporre a breve delle risorse per l'attuazione degli altri punti, che in un delirio di onnipotenza provo a mettere in un elenco come mi vengono, senza tentare una scala di priorità, anche per via dell'alto grado di interconnessione, e senza ovviamente accampare pretese di esaustività o infallibilità:
  • scuola - azzeramento immediato, in ossequio alla Costituzione, di ogni forma di finanziamento pubblico alle scuole private, nonché di tutte le riforme che hanno ridisegnato in senso privatistico l'istruzione pubblica, che invece deve essere oggetto di investimenti enormi a tutti i livelli, dal nido all'università, sia dal punto di vista didattico che da quello strutturale, a cominciare dall'edilizia; in parallelo, sperimentazione di modelli curricolari sganciati dal concetto di "classe", almeno alle superiori: alla fine dei 5 anni, se sono ciuccio in matematica avrò fatto 5 classi delle altre materie e ripetuto tre volte la seconda in matematica, e con quel diploma non potrò iscrivermi a matematica all'Università;
  • estero - riposizionamento dell'Italia al centro del Mediterraneo, anziché alla periferia dell'Europa, a progressivamente sanare errori secolari che hanno condotto alla nostra marginalizzazione; questione difficilissima e pericolosa, se si pensa alla fine che ha fatto chi - da Mattei a Gheddafi - ha provato a mettere i bastoni tra le ruote a certa gente, ma dal potenziale economico enorme e dal dividendo politico altrettanto alto;
  • immigrazione - sganciamento dal becero razzismo salviniano, e suo disinnesco attraverso una politica di segno opposto: una volta messi in campo tutti gli altri punti e attivato un potentissimo rilancio dell'economia, attivazione di una centrale di rilevazione di bisogni di manodopera non soddisfacibili internamente, e di una serie di canali ufficiali e trasparenti di invito e trasferimento di lavoratori dall'estero con tutti i crismi dell'accoglienza degna - senza le frizioni dovute alla scarsità di risorse, da un lato l'integrazione ha probabilità maggiori di venire richiesta e attuata, dall'altro il razzismo perde ragione di essere (se mi hanno dato una casa e un lavoro, che mi importa se li danno pure all'egiziano, che tra l'altro dimostra di volersi integrare?);
  • sanità - emarginazione delle lobbies farmaceutiche, piena attuazione della Costituzione in merito alla libertà di cura con particolare riferimento alla questione vaccini (evidentemente da inquadrare nel processo di neofeudalesimo capitalistico in fase di avanzata attuazione, da fermare ad ogni costo); rientro in capo allo Stato del Servizio Sanitario Nazionale, fonte di enormi sprechi e sperequazioni da parte delle Regioni;
  • regioni ed enti locali in genere - avendogli tolto la principale leva di finanziamento, abolire tout-court le Regioni, potenziando le Prefetture come organo periferico dello Stato, e lasciando in piedi i soli Comuni come Enti territoriali, favorendone peraltro in ogni modo l'accorpamento in entità non irrilevanti sotto il profilo geografico politico ed economico, e ripristinando i trasferimenti da centro a copertura degli investimenti produttivi sul territorio (l'aziendalizzazione non ha funzionato, creando solo pluralità di bilanci centri decisionali e centri di controllo, col risultato di aumentare la confusione, quindi gli spiragli per i corrotti, senza alcun risparmio apprezzabile se non sulla pelle dei cittadini in termini di maggiori tasse e minori servizi);
  • mobilità e trasporti - i mezzi pubblici nelle città devono essere gratuiti efficienti ed ecologici: i centri storici prima deve essere reso inutile raggiungerli con le auto, poi se ancora serve vanno chiusi al traffico (si, l'esatto opposto di quanto fatto fin'ora), infine a chi ancora serve un'auto (essenzialmente perché si deve spostare fuori città o tra periferie, oltre che per turismo/piacere, quindi) incentivi pesanti per la riconversione dell'industria automobilistica all'elettrico e all'idrogeno, ivi compresa la rete di distribuzione su strade e autostrade; realizzazione di una rete completa di porti marittimi e fluviali per la circolazione delle merci, con imposizione di un nuovo standard di container adatto al rapido dislocamento su treni merci e soprattutto su camioncini modulari, unici autorizzati all'ingresso in città, con conseguente divieto assoluto di circolazione dei TIR sul territorio nazionale a fine processo; ristatalizzazione delle FFSS, e ricapillarizzazione del trasporto ferroviario: ogni centro abitato significativo deve essere servito da una stazione funzionante e raggiunto da treni quotidiani, costi quel che costi (è una questione di sicurezza nazionale e di salvaguardia del territorio, non può essere trattata con la partita doppia dei biglietti venduti per tratta): i flixbus devono essere arginati mettendoli fuori mercato;
  • energia - deve essere possibile e semplice per chiunque autoprodursi l'energia col fotovoltaico o col minieolico a prezzi accessibili, e vendere ai vicini di casa l'eccedenza (la cosa accoppiata all'efficienza energetica degli immobili, vedi punto relativo al recupero del patrimonio edilizio, deve dare un contributo decisivo ad un taglio netto della bolletta energetica nazionale, ovvero della dipendenza del Paese da fonti fossili da acquistare all'estero);
  • patrimonio edilizio - mantenimento ed implementazione di ogni forma di incentivo, fiscale ma anche diretto, alla riqualificazione energetica, antisismica ed estetica dei centri abitati in tutto il territorio;
  • territorio - varo di un piano gigantesco, di livello "postbellico", di recupero di strade, fiumi, acquedotti, spiagge, laghi, monti, foreste, eccetera, in tutto il Paese, attraverso una costellazione di miriadi di "piccole opere" che vada a soppiantare definitivamente le "grandi opere" (da fermare per sempre, a cominciare dalla TAV) nella scala delle priorità degli investimenti pubblici (le grandi opere restano possibili, ma vietando ogni forma di intervento pubblico, così si faranno solo quelle davvero redditizie);
  • reti - (ri)nazionalizzazione blindata costituzionalmente di tutte le reti vitali: acqua, energia elettrica, gas, poste, telefonia fissa e mobile, Internet; ai privati può essere lasciata libera concorrenza solo nella gestione dei servizi sulle reti di proprietà statale, e solo nella misura in cui, data la natura di ciascuna rete, ciò non intacchi le libertà fondamentali dei cittadini (quindi ad esempio l'acqua in ogni caso no, che è vitale e tra l'altro gli italiani si sono espressi in merito fin troppo chiaramente);
  • agroalimentare - protezione fattiva contro ogni ingerenza esterna di tutte le eccellenze italiane in ogni settore merceologico (anche grazie alla fine dell'emergenza monetaria che consentirà ai consumatori di evitare il risparmio ad ogni costo, pagando il giusto i prodotti nostrani): basta importare latte per poi dover distruggere il nostro, basta olio dolciastro "da olive raccolte nell'Unione Europea", eccetera.
Ripeto, l'elenco non ha pretese di esaustività o di trattazione analitica dettagliata. I tecnici ci sono per questo, e molti negli anni si sono avvicinati ai cinquestelle proprio per mettersi a disposizione del progetto di rilancio del Paese che loro rappresenta(va)no, com'è testimoniato dalla presenza annosa di questi temi sul blog storico di Beppe Grillo, quello che ha tirato la volata al Movimento, ma ancora di più su quello attuale, da battitore libero, che il comico si è riservato dopo aver lasciato ad altri la gestione politica diretta. Su questi temi il consenso popolare è ancora enorme, e suscettibile di crescere ancora, a dispetto della percezione che si ha seguendo il mainstream, quasi tutto ancora in mano al Nemico (come dimostra persino il Festival di Sanremo, consegnato a una canzone mediocre di un ragazzo che ha quasi il solo merito di consentire di veicolare ragioni di messaggio politico).
Ma se invece non si ha il coraggio di farle, queste cose e/o altre analoghe, e innanzitutto quindi di attuare immediatamente il punto propedeutico recuperando entro diciamo un anno le risorse necessarie per rilanciare l'azione di governo, ci si sarà comportati come quei giocatori di carte, sì bravini, che bluffano sì credibilmente, ma continuano a farlo anche quando la carta proprio non gira, e quando vengono scoperti vengono spennati come polli, e poi nessuno vuole più giocare con loro. Capita l'antifona, grillini miei?

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