mercoledì 6 febbraio 2019

GLI SMEMORATI A CONVENIENZA

Incastro tra il Giorno della Memoria e il Giorno del Ricordo un rapido post dedicato a tutti quegli smemorati a corrente alternata che continuano a dire dittatore di un Presidente eletto e a invocare la democrazia per sostenere un golpista eterodiretto.
La collocazione mi pare perfetta, per parlare di due pesi e due misure: come ho più volte ricordato negli anni (basta rileggere i primi tre risultati di questa ricerca), non ho nulla contro giornate che ci aiutino a ricordare gli errori compiuti in passato, perché la Storia insegna che è l'unico modo per evitare di ricompierli in futuro, purché la memoria funzioni sempre, non solo quando riporta alla mente gli eccidi che voglio io. Perché i massacri sono tutti tali, le ingiustizie sono tutte tali, e nemmeno è giusto fare comparazioni quantitative, sennò peraltro le Foibe non sarebbero nemmeno in top100 e l'Olocausto forse a stento in top ten.
Perciò non ripeterò che un popolo che come evento fondativo ha l'eradicazione di un popolo libero da un continente, tramite sterminio e confinamento, non può dare lezioni di democrazia a nessuno. Non che un popolo che è stato vittima di uno sterminio può fare tutto tranne fondare uno Stato confessionale con tanto di apartheid sanguinoso ai danni del popolo che per millenni ha vissuto in quei territori. Non che i nostri soldati si sono macchiati di vergogna come tutti gli altri di tutte le guerre - è del tutto infondato il mito degli italiani buoni - nelle loro colonie come sui fronti aperti, in primis quello con i Balcani di cui le Foibe sono state solo una (orrenda come tutte le altre) rappresaglia. Magari lo lascio fare a chi è più bravo di me.
Invece ricorderò agli smemorati che il riconoscimento frettoloso e tendenzioso da parte di Germania Ovest e Vaticano, seguiti a ruota da tutta l'Europa occidentale, di Croazia e Slovenia fu la causa scatenante dell'esplosione della Jugoslavia in uno dei conflitti più efferati degli ultimi decenni, perché denuncino e schifino la troppa fretta che l'ineffabile Unione Europea ha nel riconoscere un golpista, all'unisono con la sola lodevole eccezione, finché regge, dell'Italia.
E gli ricorderò anche che strozzare un Paese libero che ha tentato di distribuire socialisticamente le proprie risorse naturali al proprio popolo, causandogli enormi sofferenze economiche per poi soffiare sul fuoco dell'ovviamente crescente scontento, magari manipolandolo qua e la fino al momento propizio, non è una novità, è una strategia (leggere qui i dettagli, e le analogie al caso Libia) più volte applicata sempre dagli USA in quello che Monroe definì il loro giardino di casa, in particolare nel Cile di Allende (lì coi camionisti e i militari, oggi in Venezuela cambiano solo gli attori) visto che ancora oggi almeno quella narrazione sembra essere ancora in voga nel cosiddetto centrosinistra.
La memoria vi deve funzionare sempre, non solo quando vi conviene. Maledetti.

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