sabato 11 maggio 2019

CENERI NEROARANCIO

Sarà perché rinasce dalle ceneri, ma se cerchi fenice su Google
le immagini che risultano sono quasi tutte a tema neroarancio...
Se è successo a Wolverine "l'immortale", perché non doveva succedere anche a una società sportiva che aveva come motto "qui non si muore mai"? Infatti è successo, la Viola è "morta": l'8 maggio del 2019, con un verdetto non di respingimento nel merito, ma di inammissibilità, del ricorso presentato avverso alla revoca del titolo sportivo per via del mancato pagamento di una rata di 7mila euro alla FIP, di cui la società aveva persino esibito copia del bonifico effettuato nei termini (ma presso banca "estera", quindi con pagamento pervenuto tardivamente, anche se prima della discussione del ricorso!!!). Se vuole, la società può ripartire dalla serie D in giù. Ma ci sono circa (chissà se sapremo mai ufficialmente l'ammontare preciso) un milione e settecento mila euro di debiti con le istituzioni (il Comune per l'affitto del palasport, la Città metropolitana per quello del centro sportivo), più 700mila per saldare giocatori e fornitori per la stagione appena conclusa, più altri (180mila? di più?) emersi improvvisamente un mesetto fa in modo così inatteso da provocare dichiarazioni allarmistiche - ma purtroppo non esplicite e chiare - della società (con tanto di repulisti interno). E già in queste ultime trapelava come l'opzione fallimento non fosse ormai più la meno desiderabile.
Le puntate precedenti della telenovela le potete rileggere qui: prima che arrivasse la Mood, avevo stilato 23 punti numerati, di modo da potersi in modo orientare dentro una vicenda intricatissima. Il ventiquattresimo è in cronaca, ma il vaticinio era facile; dicevo infatti:
Il punto 24 potrebbe essere che nei prossimi mesi una nuova proprietà trovi una transazione per i debiti e rilevi il pacco dal liquidatore, o invece che finalmente, detto col sollievo di quando un tuo caro malato terminale "smette di soffrire", si chiuda baracca e burattini. Tanto è già nata nei mesi scorsi, e ora forse si capisce perché, una nuova Cestistica Piero Viola che volendo può ripartire dalle serie minori senza la zavorra dei debiti delle società precedenti.
E poi sollevavo una serie di interrogativi, ancora aperti. La nuova proprietà infatti è emersa, dal momento che lo sponsor rimediato decideva di rilevare le quote e chiedere alle istituzioni un piano di rientro. Ma forse è proprio in questo imprevisto cambio di passo che vanno rintracciati i problemi finali: lo sponsor era stato infatti procurato proprio dal soggetto, promotore di quel Comitato Mito Viola nato come iniziativa dal basso in parallelo alla raccolta fondi dei tifosi per trattenere i giocatori durante la transizione, che è stato di recente estromesso dalla nuova società e ne è stato coprotagonista di uno spoetizzante batti e ribatti radiotelevisivo e social; non è che lo scopo della sponsorizzazione era invece proprio consentire di vivacchiare fino a fine anno per poi cedere il titolo e fallire? In tal caso, il disegno veniva compromesso dalla proattività del nuovo acquirente... E quindi, bisognava cercare il modo di neutralizzarlo. Dopodiché a quest'ultimo, dal suo canto, non restava che imboccare la via del fallimento, magari resa ai tifosi più accettabile (se non auspicabile) da un evento esterno. Ed ecco il pagamento tardivo e bizzarro di una cifra ridicola a fare da detonatore, e gli errori marchiani nel fare ricorso a innescare la miccia...
Non ho la palla di vetro, dunque non pretendo di aver indovinato come devono essere andate le cose. Ma di sicuro non sono andate come ce le raccontano: ognuno si faccia la sua idea. Ma a mio avviso c'è un punto davvero incontrovertibile: il vergognoso comportamento delle istituzioni politiche cittadine, davvero inqualificabile. I proprietari vecchi e nuovi, veri o simulati che fossero, potevano avere una qualche giustificazione a non conoscere appieno, o a non voler rivelare del tutto, l'entità dei debiti. Ma i loro creditori pubblici non potevano non conoscere l'entità dei loro crediti. E quindi sapevano benissimo che nessuno avrebbe potuto salvare la Viola dal fallimento. E nonostante ciò, hanno consentito che i cittadini si togliessero il pane di bocca per pagare uno stipendio ai giocatori. A me, oggi, stupisce che gli aderenti non siano accampati a piazza Italia a pretendere scuse pubbliche, se non il risarcimento di tasca propria, da parte di Sindaco e compari. Va bene la fede politica, va bene il credito ereditato, ma sono comportamenti non perdonabili nemmeno a un fratello.
Ma c'è di più. La cifra di cui si parla oggi (sperando non sia ancora sottostimata) ammonta a quasi 2 milioni di euro. Come si fa ad arrivarci, quanto cavolo chiedevano di affitto per le strutture sportive? Se era legittimo e inevitabile, allora era anche un dovere pretenderne l'incasso dalla società del tempo, pazienza se falliva, e la magistratura oggi dovrebbe intervenire con mano pesantissima su chi non lo ha fatto. Se invece era evitabile, e si è lasciato correre legittimamente, perché ci si è ricordati del credito quando c'era altra gente alla guida della società? Non piacevano, non convincevano? Bisognava dirlo apertamente, non illudere professionisti e tifosi con un finto sostegno di facciata (la presentazione di Coppolino alla festa dell'Unità, gli incontri al Comune con Menniti e soci) quando si avevano altri piani. Con che faccia oggi si rilasciano dichiarazioni di presa di distanza e stigmatizzazione altrui? E come possono i tifosi tollerare tutto questo?
Insomma, siamo di fronte a istituzioni che nella migliore delle ipotesi hanno colpevolmente omesso di intascare i giusti canoni da parte di alcuni soggetti per poi pretenderne l'incasso da parte di altri, nella peggiore hanno vessato con canoni spropositati la bandiera sportiva della città e sapendo benissimo che non sarebbero mai riusciti ad intascarli prima hanno lasciato correre e poi hanno sceneggiato uno psicodramma con l'obiettivo di nascondere le proprie responsabilità. E già, perché allora diventa anche comprensibile perché, Muscolino non trovava chi gli facesse uno straccio di fidejussione valida. Ma se falliva Muscolino, saltava subito fuori che gli si era fatto indebito credito per anni. Meglio accogliere in pompa magna Coppolino, tacergli del credito, lasciare che si esponga, e poi intimandogli il pagamento costringerlo alla fuga, tanto i tifosi se la prendono con lui come prima se l'erano presa con Muscolino anziché con la deprecabile FIP della sanzione illegittima. Poi lasciare che i tifosi si tassino anziché fermarne l'impresa impossibile. Quindi ripetere il giochino, anche se con qualche magheggio in più perché il tipo è diffidente (ricordate quante incertezze sul closing?), con Menniti e soci. E alla fine arrivare alla naturale conclusione, ma un anno, forse due, dopo: Viola sparita e crediti carta straccia, ma potendo almeno tentare di dire a un giudice che non è colpa propria.
Magari mi sbaglio. Ma almeno è logico. Non era logico che un imprenditore rischiasse investimenti per milioni con una fidejussione falsa peraltro prodotta dopo aver dato i centomila in contanti alla FIP, centomila che aveva persino riversato subito dopo la scoperta falsità (respinti al mittente). E non è logico che un imprenditore si esponga per centinaia di migliaia di euro e poi sputtani tutto per settemila, dopo aver già dichiarato che erano emerse novità nascoste e magari a fine anno avrebbe portato i libri in tribunale.
Di certo è che stavolta si muore. E potrebbe persino non essere un male. Si potrebbe essere come un altro degli X-Men, si potrebbe essere Fenice. E risorgere. Ma lontano dalle grinfie degli assassini e dei loro complici, per cortesia.

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