giovedì 2 maggio 2019

FACCIO IL PILOTA

Il film di Ingmar Bergman in cui il protagonista per guadagnare
tempo sfida a scacchi la Morte è una pietra miliare della nostra
cultura, tra le più citate: persino da Vecchioni e dal sottoscritto
Il guaio del tempo che passa è che più passa più va veloce. Non ho bisogno di dimostrare questo assunto, chiunque abbia l'età giusta lo comprende al volo, e se non lo capisce è perché non ce l'ha. Ad esempio, ogni primo maggio è tra le altre cose l'anniversario della morte di Ayrton Senna, e quest'anno - non l'avrei mai detto - è il venticinquesimo. E io quell'incidente l'ho visto in diretta TV, ed ero già uomo fatto, mica come per quello di Villeneuve che me lo ricordo pure ma ero un ragazzo e non so spiegarvi come ma me lo ricordo diversamente, come se il registratore che abbiamo in testa funzioni come i supporti esterni, che riguardare un vecchio super8 un vecchio VHS o un vecchio DVD non è la stessa cosa, a cominciare dal fatto che capisci che epoca era prima ancora di entrare nel merito delle immagini...
Il Dio dei piloti è morto, se ricordo bene, perché qualcosa si è rotto nell'avantreno della sua auto impedendogli di sterzare e mandandolo a sbattere contro un muretto, al che un bullone si è staccato da qualche parte sparandosi verso il suo cervello, attraverso la visiera del casco e il bulbo oculare. Il giorno prima durante le prove era morto un altro pilota, e pare che ne fu molto scosso lo stesso Senna, ma fu solo dopo la morte di quest'ultimo che le cose cambiarono (e per sempre, se pensiamo che da allora ad oggi c'è stato solo un altro morto in pista) nella sicurezza della Formula 1, quindi al Nostro va ascritto anche questo merito postumo. Tra gli altri acquisiti in vita: ché per molti è il più grande di tutti i tempi anche se il destino gli ha impedito di diventarlo anche per le statistiche, dal momento che proprio quel giorno vinse la sua prima gara uno che dominerà a lungo riempiendone tutte le caselle.
A dire il vero non so se ancora oggi tutti i record sono ancora di Michael Schumacher, perché non seguo più le corse, e non perché le fanno in quelle pay-TV che non mi avranno mai, ma perché sono diventate nel tempo sempre più noiose, col fattore umano progressivamente ridotto all'insignificanza.
E non mi muove a parlare una nostalgia senile, ma una di un qualcosa che non c'è più e valeva tanto, lo dimostra la mole di produzione artistica di ogni tipo relativa alla figura del pilota di automobili (ma non solo), cavaliere moderno, nocchiero su ruote, semidio omerico in continuo bergmaniano dialogo con Nostra Signora dalla Grande Falce.
Ed eccovi il vostro fedele blogger che, come capita ogni tanto, vi fornisce anziché un elenco di link a noiosi testi di approfondimento, una serie di brani musicali di qualità da scoprire o riscoprire. Così celebriamo assieme questo venticinquennale da una tragica scomparsa, ripensando a quello che è stato e a quello che poteva essere e non è stato. Come sempre in questi casi.

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