Caro amico, ti scrivo un po' perché costretto a casa dall'ennesimo decreto liberticida in qualche modo devo impiegare il tempo, un po' perché tra le conseguenze "minori" di quest'anno scellerato c'è che un po' tutti ci siamo allontanati dagli amici, e certo che potevo mandarti un WhatsApp ma ho bisogno di un canale dove posso mettere i pensieri in ordine e farteli arrivare strutturati. Non ci vediamo da mesi, non so nemmeno dove e con chi hai passato le feste, ma il 2020 è finito e di solito in questi giorni ci si scambia auguri perché il cambio di data si porti con se tutte le cose brutte dell'anno passato e invece riservi per l'anno nuovo solo cose buone, ma hai voglia a dirsi che "andrà tutto bene", oramai anche gli ottimisti patologici si sentono un po' ridicoli quando recitano la loro parte. Tra un lockdown stretto e le uscite estive stigmatizzate dai covidioti, le fasce colorate e le chiusure a singhiozzo, semplicemente abbiamo perso l'abitudine a uscire la sera. E nessuno, quando siamo stati rinchiusi anche per le feste natalizie, ha ricordato che i provvedimenti autunnali venivano annunciati come quelli che ci avrebbero consentito invece di passarle più o meno normalmente. La gente ormai vive barricata in casa, così che anche i rapporti migliori sono andati deteriorandosi tanto che spesso quasi non ci si parla più: pensare che prima si diceva che i rapporti familiari non si coltivavano per mancanza di tempo.. Per darci almeno l'apparenza di una luce in fondo al tunnel, hanno avviato proprio in questi giorni la campagna vaccinale, come fosse risolutiva per ripristinare una qualche normalità. Sono in molti ad attendere con fiducia questo esito, ignorando che gli stessi promotori avvisano in ogni dove che questa campagna non sarà risolutiva, vuoi per le varianti mutagene già in circolazione contro le quali nessuno ha la minima idea se i vaccini funzioneranno, vuoi perché - anche quando - questo è un tipo di vaccino del tutto nuovo (tanto che non sarebbe neanche il caso di chiamarlo così) che dicono funzioni al 90% ma non possono dire tra sei mesi quanti dei vaccinati saranno ancora immuni, vuoi perché per la prescia (ammesso che sia in buona fede) non è stata fatta alcuna sperimentazione umana (nessuna, non dico l'indispensabile doppio cieco per due tre anni, proprio nessuna: infatti la faranno su di voi) e nel bugiardino lo dicono esplicitamente. Per cui tutte le mirabilie promesse sono soltanto fantasiose fesserie per gonzi: venghino siori, una bella punturina e sarà tre volte Natale, festa ogni giorno, i guai - le "croci" di ciascuno di noi - finiranno e l'ambiente si risanerà, tutti avranno da mangiare, e il sole splenderà tutto l'anno, i malati e gli storpi guariranno e anche le gioie dell'amore non saranno negate a nessuno, certo qualcuno morirà, se no come insegna Saramago sarebbe un guaio, ma magari solo i peggiori (non i migliori, come prima). Come vedi, finisco per dire e scrivere sempre le stesse cose, d'altronde tenere questo diario on-line è uno dei pochi momenti che sono ancora contento di vivere. Specie se scrivo a un amico, tentando di ironizzare, sperare, e vivere il presente anche quando il presente è talmente monotono da sembrare passare in un istante. Infatti, questo assurdo 2020 è volato, e magari anche il prossimo sarà lo stesso. Meglio prepararsi, hai visto mai.. |
Caro amico, ti scrivo, così mi distraggo un po', Da quando sei partito c'è una grande novità: Si esce poco la sera, compreso quando è festa, Ma la televisione ha detto che il nuovo anno Vedi, caro amico, cosa ti scrivo e ti dico |
venerdì 1 gennaio 2021
L'ANNO CHE VERRA'
L'anno che verrà è abusata a capodanno, lo so. Ma riascoltandola per caso in questi giorni mi è risultato ancora una volta evidente il suo potere profetico, tipico solo dell'Arte con la A maiuscola. Non c'è controprova, ma non riesco a immaginarmi Lucio Dalla accodarsi al coro belante, preferisco pensare che sarebbe stato tra le poche voci critiche: Dylan, Clapton e Morrison, Bennato, Zero, e aiutatemi ad allungare la lista. Buon 2021, amici: che vi veda di nuovo popolo e non più gente, di nuovo cittadinanza e non più gregge. In grado di convivere, curando gli infermi, con questo male, con tutte le sue varianti, e anche con uno dieci volte più cattivo, senza smettere di amare, lavorare, ballare, socializzare, acculturarsi e divertirsi. E' una pia illusione, se mi guardo intorno lo so, ma non so immaginare un augurio migliore.
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1 commento:
Le parole, così come le azioni, sono semi... generano i loro frutti ma hanno bisogno dei tempi della natura... si fa fatica con la nostra abitudine al tutto e subito...
E' bello quello che hai scritto ed è anche molto vero.
Non ho le competenze per sapere se siamo oggetti di un complotto ma grazie alle tue parole, non mi assopisco, resto vigile... ascolto il più possibile anche se non sono tanti quelli che si preoccupano di spiegare, molti sono aggressivi e per quanto riesca a comprenderne le ragioni, faccio fatica a sopportarlo come atteggiamento e lo trovo inefficace...
ieri ho letto della liberatoria che alcuni infermieri non hanno voluto firmare... una liberatoria da responsabilità in capo ai produttori ma non solo. Mi sono chiesto che mondo sia quello in cui i mi tengo i profitti ma eludo le responsabilità...
Continuo ad essere sveglio e a cercare di capire un mondo che non mi piace...
Le tue parole inducono a pensare e perciò ti ringrazio per averle scritte...
continua... sai come la penso...
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