mercoledì 13 luglio 2011

LA MANOVRA DEI CRETINI

Quello che da del cretino a quell'altro e poi gli chiede scusa - ma si possono dare delle scuse del genere, e soprattutto si possono accettarle, se non si è davvero cretini? - ha tentato un'altra volta di cavarsela con un magheggio di quelli che ci propina dal 1994, quando dopo una serie di articoli sul Corrierone contro i condoni inaugurò il suo dicastero col nuovo record mondiale della specialità: giochini contabili fondati essenzialmente sul rimando, perché il suo signore e padrone non può permettersi misure impopolari, tanto poi arrivano gli altri al governo e il lavoro sporco lo fanno loro. Insomma, se non ci fossero state le brevi parentesi col centrosinistra al governo, un Tremonti ministro per 17 anni di fila non lo avremmo visto solo perché la bancarotta sarebbe arrivata prima, ma anche così il fallimento è alle porte. Il problema di questi giorni è che nessuno più in Europa è nelle condizioni di credere, ma nemmeno di far finta di credere, ai magheggi di chicchessia, e come questi hanno tentato di varare una manovra di non si sa nemmeno quanti miliardi MA tutti concentrati nel 2013 e 2014, quelli in tempo reale hanno avviato un attacco speculativo che solo in termini di aumento direttamente consequenziale degli interessi sul debito richiederebbe da subito una manovra aggiuntiva: stiamo parlando, per intenderci, di una cifra con cui si potrebbe pagare la TAV in Val di Susa, argomento questo che in un Paese serio metterebbe la pietra tombale sull'intero progetto con la lapide con su scritto "non ci sono i soldi".
Avremo quindi quanto prima un governo tecnico, che col collaborazionismo del PD (non ho sbagliato termine, collaborazione non rende l'idea) finirà di distruggere lo stato sociale e privatizzare la cosa pubblica, e magari la cosa servisse davvero ad evitare un destino "greco": il punto in cui siamo, infatti, rende il tentativo patetico, e alimentante una spirale negativa tra impoverimento della cittadinanza e depressione imprenditoriale che ci metterà tutti, impiegati pubblici per primi, col culo per terra. Dopo, forse solo dopo, nella migliore tradizione nazionale, troveremo dalla polvere la forza di riemergere, mandare in esilio un'intera classe dirigente (non solo politica), e ripartire dall'elementare principio "una testa un lavoro, una famiglia una casa, e una moneta per quanto serve né più né meno" che a suo tempo fu la fortuna di Hitler - speriamo che stavolta noi riusciamo a far a meno di un padre folle.
Questo è quanto capiterà nei prossimi mesi, in sintesi. Come spesso faccio in questi casi, offro una serie di spunti di approfondimento per i rari volenterosi:

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