Avremo quindi quanto prima un governo tecnico, che col collaborazionismo del PD (non ho sbagliato termine, collaborazione non rende l'idea) finirà di distruggere lo stato sociale e privatizzare la cosa pubblica, e magari la cosa servisse davvero ad evitare un destino "greco": il punto in cui siamo, infatti, rende il tentativo patetico, e alimentante una spirale negativa tra impoverimento della cittadinanza e depressione imprenditoriale che ci metterà tutti, impiegati pubblici per primi, col culo per terra. Dopo, forse solo dopo, nella migliore tradizione nazionale, troveremo dalla polvere la forza di riemergere, mandare in esilio un'intera classe dirigente (non solo politica), e ripartire dall'elementare principio "una testa un lavoro, una famiglia una casa, e una moneta per quanto serve né più né meno" che a suo tempo fu la fortuna di Hitler - speriamo che stavolta noi riusciamo a far a meno di un padre folle.
Questo è quanto capiterà nei prossimi mesi, in sintesi. Come spesso faccio in questi casi, offro una serie di spunti di approfondimento per i rari volenterosi:
- Il fatto, ovvero gli speculatori sono dei killer o sono solo il termometro?
- Stugi, ovvero cosa diavolo sono davvero questi derivati;
- Didonna e Della Luna, ovvero come utilizzare i proventi criminali per tentare il risanamento;
- Cremaschi, ovvero chi l'ha detto che dobbiamo pagare sempre noi;
- The Guardian, ovvero la lezione argentina;
- Nexus, ovvero la lezione islandese;
- Massimo Fini, ovvero eravamo e saremo poveri ma felici;
- Badiale e Bontempelli, ovvero la decrescita non è impoverimento;
- Badiale e Tingali, ovvero un'altra Europa è possibile;
- The Telegraph, ovvero forse bisogna capovolgere i termini del problema, e far uscire dall'Euro la Germania.
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