sabato 6 agosto 2011

ANTICA RADICE

Sono tanti in Calabria i paesi costruiti ad alcuni chilometri dalla costa in
funzione di avvistamento delle incursioni saracene che conservano le
vestigia della passata importanza seppure il loro orrendo duplicato sulla
costa ospiti ormai tutti o la maggior parte degli abitanti: Bova è tra questi.

I miei primi ricordi d'infanzia profonda sono legati a un giradischi mono con cassa nel coperchio, verdolino e panna, e alla musica che ne veniva fuori, a conciliare il mio sonno bambino e più grandicello solleticare la mia curiosità. Ho ancora quel giradischi, e i 78 giri che mio padre ci faceva girare sopra, da Natalino Otto a Pippo Barzizza, da Carosone a Buscaglione, dai Platters a Paul Anka a Glenn Miller o Louis Armstrong, da Neil Sedaka a Peppino Di Capri, e li tengo come delle reliquie, ogni tanto compiendo il rito magico di farli risuonare: il vecchio Lesa funziona ancora....
Non so se devo proprio a questi trascorsi la mia multiforme passione per la musica, che eventuali curiosi possono esplorare seguendo i link sotto alla testata, ma nel dubbio mia figlia ha già sentito Roger Waters da dentro la placenta (un po' ovattato negli assoli di chitarra ma aveva il suo perchè, mi ha confidato), ninne nanne atipiche come Figlia di Vecchioni o Il mio nemico di Silvestri, Amara terra mia di Modugno o Il falco e il gabbiano di Ruggeri ("hai mai osservato il pasto di un qualsiasi felino o la voglia di vivere che fa strillare un bambino?"), e ora si appresta a sentire dal vivo Eugenio Bennato. Non so se tutto questo sarà sufficiente a proteggerla, quando sarà adolescente, dalla voglia di accodarsi al gregge che segue i talent show, ma almeno io avrò la coscienza a posto.
Bennato suona l'11 agosto a Bova Superiore, nel bel mezzo dell'area grecanica, un'enclave della provincia reggina dove ancora si parla un dialetto del greco antico, con tanto di cartelli stradali bilingue, nella stessa piazza dove qualche anno fa ho visto un Angelo Branduardi sempre divertito prima che divertente, una vera meraviglia per gli occhi e per il cuore. L'evento è nell'ambito di una manifestazione ormai annosa e affermata, Paleariza; la traduzione è il titolo di questo pezzo, e il senso è esattamente quello che espresse Guccini in un suo brano del 1972: devi andarci, se vuoi capire l'anima che hai.

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