martedì 6 settembre 2011

"LOTTA", ALL'EVASIONE? MEGLIO GUERRA APERTA...

I numeri sono sempre quelli, e sempre peggio, e ogni tanto saltano fuori; la conseguenza logica della loro lettura è sempre che l'Italia non avrebbe nessun problema di bilancio e di debito se la quota di chi si sottrae, evadendoli o eludendoli, agli obblighi fiscali fosse quella fisiologica di tutti gli altri Paesi cosiddetti civili. Se ci mettiamo in mezzo le tangenti e le spese militari, abbiamo un economia illegale e immorale che se rimossa o almeno intaccata significativamente risolverebbe una volta per tutte tutti i nostri problemi portandoci tra i Paesi più benestanti del mondo. E non sto esagerando.
Il programma di un partito che volesse proporsi questo obiettivo sarebbe breve e preciso. E forse vincerebbe le elezioni dal nulla, come già qualcuno ha fatto nel 1994 e quindi è possibile. Eccone i punti.
  • Le dichiarazioni di lavoratori autonomi, professionisti e imprenditori siano precompilate dall'amministrazione finanziaria sulla base degli studi di settore, che sono accordi tra amministrazione finanziaria e associazioni di categoria per una definizione particolareggiata di quanto dovrebbe guadagnare minimo ogni categoria in ogni contesto territoriale, o di qualsiasi altro strumento adatto a una definizione forfettaria dei redditi e delle relative imposte: una dichiarazione minore resti possibile ma causi automatica verifica fiscale bancaria e patrimoniale.
  • L'evasione accertata al di sopra di una quota minima, diciamo 10mila euro di imposta, sia reato penale con pene detentive serie.
  • I redditi da attività illecite vadano tassati a valle del loro accertamento, quelli da prostituzione dichiarati, le droghe vendute in farmacia o negozi appositi.
  • La Chiesa paghi l'ICI su tutti gli immobili che abbiano uno scopo anche solo parzialmente commerciale: ostelli, alberghi, librerie, ospedali, eccetera.
  • L'otto per mille di chiunque non esprima la scelta resti allo Stato per alimentare un fondo per i redditi minimi di sussistenza.
  • Chiunque venga implicato giudizialmente in storie di tangenti venga automaticamente escluso da ogni carica politica fino all'eventuale assoluzione con formula piena: nel caso, sia risarcito civilmente.
  • Ritiro immediato da tutte le missioni cosiddette di pace, impiego dei militari per la lotta senza quartiere alla criminalità organizzata, a disposizione dell'autorità giudiziaria, e parte degli enormi risparmi vada agli stipendi e alle dotazioni delle forze dell'ordine impegnate sul territorio (esclusi quelli che per motivi vari fanno lavoro di scrivania).
  • Annullamento di tutte le cosiddette grandi opere, e impiego dei fondi risparmiati in una miriade di piccole opere, di manutenzione e ammodernamento di infrastrutture e altri beni demaniali, in grado queste si di dare lavoro e attivare il moltiplicatore keynesiano, mentre risanano il territorio e ne recuperano le sempre crescenti porzioni abbandonate.
  • Annullamento del federalismo demaniale e di quello fiscale. Abolizione delle province salvo le funzioni prefettizie. Riduzione delle funzioni delle regioni a quelle di esclusiva rilevanza territoriale: la sanità, ad esempio, deve tornale nazionale. Accorpamento dei piccoli comuni, diciamo sotto i mille abitanti. Le città metropolitane hanno funzioni speciali ma restano fuori dalle regioni: gli enti locali sotto lo Stato devono essere sempre comunque massimo due. Abolizione delle regioni a statuto speciale.
Si tratta di un elenco incompleto e frettoloso, ma è questa la direzione da seguire se si vuole davvero risanare il bilancio. Mettere il pareggio di bilancio in Costituzione, invece, in presenza di manovre confuse e ripetitive (ma quando avrete ridotto alla fame statali e pensionati, brutti deficienti, chi pensate che compri cosa, e che fate con le entrate fiscali?), significa scavarsi la fossa con le proprie mani. Specie se non si agisce urgentemente in direzione di trasformare la UE in unione politica e fiscale prima che monetaria: fuga in avanti che è l'unica soluzione del problema Euro, l'abbandono del quale invece sarebbe un rimedio peggiore del male, non essendo sufficiente a fermare la speculazione a meno che non si sia in grado di difendere militarmente un Paese che abbia recuperato la sovranità monetaria e si sia votato all'autarchia (e mandare in default lo Stato e in galera i responsabili dello sfascio, come hanno fatto gli islandesi). Altrimenti non ci resta che sperare davvero che ci occupino, e poi facciano svolgere libere elezioni come suggeriva Asor Rosa, sotto monitoraggio internazionale...
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Per i più volenterosi, ecco un elenco di link di fonte e/o approfondimento:
  • L'Unita, ovvero quanto ci costa alla fine l'evasione fiscale;
  • Bruno Tinti, ovvero cosa bisognerebbe fare contro l'evasione, altro che spot che il contesto rende ridicoli e offensivi;
  • Il Corriere della Sera, ovvero non Il Manifesto, ovvero quanto evade l'economia sommersa;
  • Odifreddi, ovvero quanti miliardi di Euro si recuperebbero se la Chiesa dismettesse i propri ingiustificati privilegi;
  • Il Lectro, ovvero una nuova molto seria proposta per una nuova molto seria moneta internazionale basata sull'energia, il nuovo oro;
  • Collettivo UniNomade, ovvero gli Stati hanno un diritto naturale all'insolvenza, e talvolta esercitarlo è l'unica strada;
  • Stefano D'Andrea, ovvero come e perché se non stiamo attenti facciamo la fine di Gheddafi;
  • Rossana Rossanda, ovvero è ora di tornare a "+ Stato - Mercato";
  • Giuliano Amato, ovvero cosa non è stato fatto dell'Europa e cosa si dovrebbe urgentemente fare;
  • padre Zanotelli, ovvero l'appello a ridimensionare pesantemente gli oltre 20 miliardi di euro annui di spese militari.

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