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... e sì che lo dicono, che fa male al cuore!... |
Peer carità! Questo non è un blog di complottisti, i quali mi stanno pure un po' sul cavolo con quel loro esagerare che toglie credibilità anche alle cose giuste che dicono o ripetono, quindi se il Presidente
Napolitano è affranto dalla
morte per infarto del suo consigliere giuridico implicato nell'
affaire intercettazioni con
Mancino, gli credo.
D'Ambrosio era sicuramente un buon magistrato e un'ottima persona, e forse è proprio vero che il suo cuore malato non ha retto alla volgare campagna di stampa messa su dalla
gentaglia de Il fatto e pompata da
sciacalli politici come Di Pietro. Il filino di dubbio, che reprimo con forza, mi è venuto, e me ne scuso vergognandomi un po', solo per via del fatto che siamo in Italia, e chi ha qualche annetto di troppo ha l'animo insozzato da ricordi non proprio tranquillizzanti.
1962. Cade l'aereo con a bordo Enrico Mattei. Si sospettò subito, si accertò dopo trent'anni, che non era stato un incidente. Mattei si era messo in testa che l'Italia poteva smarcarsi dalle multinazionali petrolifere e avere un ruolo privilegiato nei rapporti coi paesi produttori proprio favorendo lo sviluppo degli stessi: un anticolonialista, ma così distinto capitalista e liberale, anche a occhio, che non poteva essere fermato col discredito come dopo i no-global. Sarà Pasolini a tentare di mettere luce in questo mistero, dopo che Rosi ci vinse una Palma d'Oro (grazie a un Volontè immenso come sempre) girandoci attorno. PPP non sarà l'unico a lasciarci le penne nel tentativo.
1970/1974. Cinque anarchici del sud scoprono qualcosa che non quadra nella strage di Gioia Tauro, raccolgono il tutto in un dossier, partono per Roma per consegnarlo a un giornalista. Muoiono nel tragitto, in un incidente con un camion di proprietà riconducibile al principe Borghese, si, proprio quello che pochi mesi dopo tenterà un golpe. Nel mezzo, la misteriosa sparizione del giornalista De Mauro. Pochi anni dopo, quella "per avvelenamento" dello stesso Borghese in Spagna.
1975. Muore il letterato e regista Pier Paolo Pasolini, una delle menti più lucide d'Italia di tutti i tempi, per alcune delle menti più opache però solo un frocio, assassinato non si sa ancora bene come e da chi, ma all'inizio e per anni si sostenne fu un ragazzino che aveva incautamente rimorchiato. Il libro a cui stava lavorando quando fu tolto di mezzo, casualmente, indagava proprio sul caso Mattei da cui ricostruiva la storia sotterranea del nostro Paese, delle cui sventure successive sarebbe stato inascoltato profeta.
1978. Dopo soli 33 giorni di pontificato, muore Albino Luciani, alias Papa Giovanni Paolo I, un pezzo di pane che si era scelto quel nome per sottolineare continuità con il Concilio Vaticano II e aveva subito conquistato tutti con parole ispirate (e pronunciate nel suo bellissimo accento veneziano) tra cui spicca un Dio è Madre, ma intanto aveva messo il naso in quel coacervo di intrallazzi che era ed è lo IOR dichiarando che avrebbe ricondotto le attività economiche della Chiesa sotto il dettato cristiano. Stava bene, è andato a dormire e non si sa come non si è svegliato, tra il decesso e l'annuncio sono passate ore, e non è stata disposta autopsia. Il suo successore ne ha preso il nome per depistare, mascherando con un'abile strategia comunicativa la sostanza di un lunghissimo pontificato in cui lo IOR ha ripreso e rinforzato la sua deriva affaristica senza scrupoli, lo spirito conciliare è stato via via abbandonato per far posto a una concezione veteropaternalistica della Chiesa infarcendola di migliaia di nuovi santi tra cui autentici impostori (secondo il rapporto vaticano stesso, steso all'epoca di Giovanni XXIII) come Pio da Pietralcina, e nel frattempo fingendo di non accorgersi di cosucce tipo le migliaia di casi di pedofilia nel clero.
1980/1995. Sui cieli di Ustica viene abbattuto da un missile un aereo di linea, colpito per sbaglio forse nel corso di un'esercitazione Nato, forse nell'inseguimento di un caccia libico nascostosi dietro la sua scia termica. Di sicuro non caduto per una bomba esplosa nella toilette come si disse subito e alcuni ripetettero per periodi lunghi in proporzione alla propria faccia di tolla. Il muro di gomma che fu innalzato a nascondere la verità però non poteva reggere a lungo: difficile comprare o indurre al silenzio tutte le persone che avevano visto i tracciati aerei quella notte da tutte le postazioni radar insistenti sul territorio. Ecco allora che piano piano iniziano a scomparire testimoni: suicidi strani, rapine col morto senza toccarne il portafoglio, incidenti spettacolari o meno, eccetera. La lista è impressionante, le considerazioni che si possono fare a valle enormi.
1982. Il presidente del Banco Ambrosiano Roberto Calvi fu trovato impiccato sotto il Ponte dei frati neri a Londra. Suicidio, si disse. Ma la trama degli impicci in cui il "banchiere di Dio" era implicato, tra faccendieri borderline, loggia P2, mafia e IOR, fece subito allarmare i soliti dietrologi. Che però avevano ragione, come stabilisce la magistratura 28 anni dopo, pur non riuscendo a incastrare i colpevoli.
1986. Il finanziere Michele Sindona, che era stato elogiato pubblicamente come salvatore della Lira proprio dal Divo Giulio pochi anni prima di finire implicato in un crack finanziario epocale, nel solito giro mafia-p2-vaticano-politica, mentre era in carcere fu condannato come mandante dell'omicidio dell'avvocato Giorgio Ambrosoli, che indagava su quel crack in qualità di commissario liquidatore. Due giorni dopo la sua bocca fu chiusa definitivamente da un caffè corretto al cianuro, servitogli in cella. Se un allievo scrive una cosa del genere in una sceneggiatura, lo cacciano dalla scuola di cinematografia. Ma l'Italia è un posto dove possono succedere anche cose del genere.
Ora, i soliti complottisti dicono che chi sa di essere nel mirino se deve parlare in pubblico indossa sotto gli abiti uno schermo capace di respingere raggi che inducono l'infarto a distanza, ma anche senza volergli credere, consiglio a chiunque si trovi in condizione, nel Belpaese, di portarsi nella tomba un segreto assoluto, di condividere quel segreto e rendere di pubblico dominio di averlo fatto, e nel frattempo rimandare l'eventuale caffettino che vogliono offrirgli. Non si sa mai, "
a pensar male si commette peccato ma spesso ci si azzecca", diceva un famoso barista....
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