Foto tratta da questo illuminante post su Il simplicissimus |
[...] i leader europei hanno trovato martedì 21 luglio un accordo sul pacchetto di misure per il rilancio dell’economia dopo la pandemia, che ha finora provocato oltre 200 mila vittime in Europa [...] è il programma che segna la nuova politica fiscale europea, con 750 miliardi di fondi, ma con una riduzione dei sussidi a fondo perduto: saranno 390 i miliardi anziché 500, il resto in prestiti [...] al nostro Paese spetterà un ammontare di fondi superiore a quello previsto a fine maggio: 209 miliardi di euro, circa 82 di sussidi a fondo perduto (a fronte di 40-50 miliardi di contributo previsto dell’Italia al bilancio comunitario) e 127 di prestiti (rispetto ai circa 90 inizialmente previsti). Il piano di spesa prevede l’impegno del 70% delle risorse nel biennio 2021-2022 e il restante 30% entro la fine del 2023.
Sapete fare di conto? Bene, 82 miliardi a fondo perduto, meno 40-50 che sono i nostri, fa una trentina, massimo una quarantina di miliardi di contributo netto del sovrano ai guai che questa epidemia (ma sarebbe meglio dire la risposta politica che le si è dato) ha provocato ai sudditi. Altri 127 ce li danno, ma glieli dobbiamo ridare, il che significa aumento del debito, quindi incremento del rischio di trovarsi con aumenti di spread quindi ulteriori debiti da interessi, da qui alla sua (impossibile) restituzione, col risultato di tradursi (anche senza MES, che a sto punto diventa irrilevante, avendo questo cosiddetto Recovery Fund la stessa sintassi con dimensioni maggiori) in una ulteriore e forse definitiva cessione di sovranità (peraltro perpetrata con la collaborazione decisiva di un movimento che era arrivato al 33% promettendo di restaurarla, uscendo dall'Euro come si può e si dovrebbe - e se è vero come è vero che di Salvini e Meloni non ci si può fidare, cosa cavolo votiamo ora? Non resta che Paragone?).
Tra l'altro, dell'elemosina prevista niente arriva oggi, ma solo tra l'anno prossimo e il 2023 (se va bene). Peccato che i danni siano stati fatti oggi. E' oggi che le piccole imprese stanno chiudendo, e da qui a fine anno se non ci sarà una mostruosa iniezione di liquidità, e l'accordo significa che sono tramontate le residue ipotesi di rovesciamento dell'Unione Europea e restituzione di sovranità agli Stati cui erano affidate le restanti speranze che ci fosse, chiuderanno a frotte. Il danno complessivo, se mai qualcuno potrà calcolarlo appieno, ammonterà solo per l'Italia ad alcune centinaia di miliardi, quindi stiamo esultando, povere pecore idiote, per una trattativa che ci rifonde per un decimo o forse addirittura un quinto, e nemmeno in tempo per salvare qualcuno (figurarsi per programmare un minimo per il futuro, ad esempio investendo sulla sanità rendendola in grado di affrontare le emergenze senza misure autolesioniste). Il moltiplicatore keynesiano, infatti, anche se ormai è passato di moda, esiste lo stesso, funziona in due direzioni, e non perdona: niente turisti, altre chiusure, metà persone nei ristoranti, altre chiusure (e uscite improvvide ma significative di ministri sul cambiare mestiere), più disoccupati e meno soldi che girano, altre chiusure, e ancora non è iniziato (ma vedrete che inizierà, lo smart-working è la preparazione del terreno) l'attacco al pubblico impiego, che innescherà una ulteriore contrazione della domanda interna, e stiamo ragionando a bocce ferme di una emergenza finita, ma vedrete che se serve ricomincerà coi primi freddi. Quello che ci frega? Non riuscire a credere che siano così stronzi da volere tutto questo. E' umano: i buoni non riescono mai ad immedesimarsi nei cattivi, ed è questo che li frega. Ma può essere utile l'intelligenza, qualora si decida di usarla, magari per capire qual'è l'obiettivo, dei malamente: la decrescita, infelice perché non sono riusciti a convincerci di quella felice. Il bello è che lo dicono apertamente, sia tra loro che in occasioni pubbliche. Siamo troppi. E consumiamo troppe risorse non rinnovabili. E non siamo in grado di autoridurre volontariamente il nostro impatto in maniera sufficiente o anche solo significativa. Devono, sterminarci. Il coronavirus è solo una occasione preliminare: bastava leggere i dati di ogni influenza stagionale per capire che potevano essere usati, se manipolati sapientemente, per fermare l'economia mondiale. Questi numeri se li avessero contati allo stesso modo uscivano anche l'anno scorso, e l'anno prima, eccetera.
Ora, le belle anime specie sinistrorse che fioccano sui social hanno un bel dire, per sentirsi migliori, che chi ha sostenuto e sostiene questa ipotesi è un coglione, sciorinando numeri fuori contesto e citando magari Trump Johnson e Bolsonaro. Ma se uno si trova ad avere, sulla scialuppa della Ragione, compagni che non gli piacciono, non significa certo che sarebbe meglio buttarsi e annegare assieme a tutti gli altri, quelli si veri coglioni e pappagalli. Ad esempio, gira sui social un post che parla dei circa 80mila morti brasiliani paragandoli ai soli 58mila morti americani del Vietnam, per dire quanto è sciagurato il presidente anti-lockdown. Ma, a parte l'assurdità di certi paragoni, che se uno si mette a farli allora potrebbe scoprire che uccidono più le infezioni contratte in ospedale che qualsiasi virus influenzale o para-tale (è così, che ci crediate o meno, e se a marzo vi tagliavate affettando il pane vi conveniva valutare bene se perdere il dito, piuttosto che andare al pronto soccorso cioè nel posto dove era più probabile finire contati tra i morti di covid e cremati senza autopsia), lo stesso post ammette che i contagiati sempre in Brasile sono 2 milioni: non rendendosi conto che così riconosce che il virus uccide nello 0,4% dei contagiati acclarati, quindi figurarsi contando gli asintomatici. Inoltre, il Brasile supera i 200 milioni di abitanti, praticamente mezza Europa, e se pensiamo che in Europa i morti da covid (sempre secondo le loro statistiche) superano i 200mila, se ne dedurrebbe che senza lockdown si muore di meno, quindi perlomeno che sia stata una misura inutile. Agli scopi dichiarati, non a quelli reali: alla lotta al virus, non alla decrescita e alla soppressione della libertà. E rieccoci al punto.
L'ineffabile Gates ("cancelli", come dire che aveva già nel nome il destino di volere rinchiuderci tutti) sono anni che predica in giro teorie malthusiane. Che, per carità, possono anche essere prese sul serio, se si intende favorire una strategia che spinga i popoli a maturare e assumere comportamenti responsabili, diverso se se ne deduce la necessarietà di interventi draconiani, variamente motivati e articolati ma tutti implicanti una sintassi antidemocratica ed elitaria. Chi ritiene se stesso (magari per avere avuto fortuna negli affari finendo nel gotha dei miliardari anziché nella platea milioni di volte più vasta di chi la cosa se la sognava ed è rimasto tra gli sfigati) talmente al di sopra degli altri da avere il diritto di pontificare sul loro destino, e magari fare tutto quello che è nei suoi potenti mezzi per fare avverare i propri vaticini, deve essere fermato. Senza mezzi termini. Prima che diventi troppo pericoloso. Il paragone con Hitler non è azzardato: anch'egli fu a lungo sottovalutato. E quando si interviene tardi in genere il prezzo da pagare aumenta, e purtroppo non solo in termini economici. E non è nemmeno una cosa personale: ci sono altri con lui e come lui, in una ristretta cerchia che si ritiene al di sopra della democrazia e della sovranità dei popoli. Un altro, Bezos, è uscito su tutti i TG per quanto aveva guadagnato in un giorno, 13 miliardi pare. E' colui che guida il più grosso dei gruppi del commercio online, che hanno ricevuto una spinta decisiva dal fermo di quella tradizionale e prospereranno sulla sua definitiva rovina prossima ventura. E si, pure io ogni tanto compro cose sul web, ma prima di esagerare ricordatevi che dalla rovina altrui sarete danneggiati anche voi: una città senza negozi, con gli impiegati che restano a casa in mutande comodi comodi al punto che quanto prima pur di non tornare in ufficio accetteranno metà stipendio, coi ristoratori che hanno cambiato mestiere o più probabilmente campano di sussidi, e i musicisti che non possono nemmeno più suonare nella metro o per strada, è un incubo. Che sarà stato costituito sulla vostra acquiescenza, se non vi ribellate (i serbi serbono, direbbe Totò, almeno a dare l'esempio).
Nei prossimi giorni il premier tornerà a chiedere la proroga dello stato di emergenza. Se gliela daranno, com'è probabile, state certi che ne riabuserà. E un altro lockdown, di cui pure daranno la colpa a voi per le movide estive senza mascherina, porterà a completamento il crimine. Premeditato. E, credetemi, NON andrà tutto bene.
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