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L'immagine è tratta da un post che parla di una iniziativa svizzera che bufala o non bufala è da citare come buon esempio. La frase è da poster. |
Ora è ufficiale, lo dice l'ISTAT:
i morti in Italia nel 2020 sono stati 100mila in più che nella media dei 5 anni precedenti. La cifra tonda fa impressione, quindi a riprenderla sono stati un po' tutti i media, impegnati nel loro quotidiano portare acqua con le orecchie al progetto di dittatura mondiale in fase di avanzata attuazione, semmai a me dispiace averla dovuto leggere
su un sito che seguo, sedicente comunista peraltro, che la usa per lamentarsi - udite, udite! - che il capitalismo non avrebbe voluto fermare la produzione incurante delle nostre vite: della serie "quando l'ideologia offusca la mente", essendo vero il contrario, avendola fermata, ma nei settori che è stato deciso debbano chiudere perché non previsti nel "nuovo mondo".
La manipolazione è già evidente nel confronto: perché la media degli ultimi 5 anni? non è che già nel 2019 l'influenza aveva fatto qualche decina di migliaia di morti in più del solito e quindi un raffronto con solo quell'anno avrebbe prodotto numeri meno impressionanti? vi lascio nel dubbio, ho deciso, anche perché l'ho già pubblicato mesi fa, un post con dentro un video coi titoli di giornale del 2019, anno in cui peraltro proprio in questi giorni ho perso mia madre ottantottenne per i postumi di una influenza con interessamento polmonare e la mancanza di posti in terapia intensiva a Reggio Calabria (
ve l'ho già raccontato). Preferisco attenermi alla statistica loro, e usarla per ragionarci su. Il risultato è in immagine.
Lo scostamento dalla media dei decessi è, avete letto bene, dello 0,16%, che poi sarebbe poco più dell'1,5 per mille. Ecco perché quasi nessuno di voi conosce in prima persona qualcuno che è morto di covid. Se avete seicento conoscenze, e parlo di persone di cui vi importa mica di amicizie di facebook, allora forse ne conoscete uno, mediamente. Anzi no: ciò vale solo se l'incremento sia effettivamente tutto da attribuire al covid, piuttosto che, ad esempio, all'abbandono colpevole e criminale di tutta la sanità non covid (ovviamente non parlo degli operatori, che sono le prime vittime di questo scempio). Non lo so, chissà se avremo mai dati sinceri di tale fattore, ma a chi mentalmente mi sta mandando affanculo perché invece lui si, ne conosceva un paio di morti di covid, rispondo che allora io so più o meno direttamente di almeno un paio di morti di malasanità, persone cui è stato rimandato un trattamento o rifiutato un ricovero per via della situazione nei reparti, e siamo pari. No, le statistiche non si fanno coi casi personali.
Si fanno coi numeri, e quelli non perdonano. Se i morti fossero stati rispetto alla media non quel tot di più ma il doppio, l'incremento sarebbe stato dall'1 al 2 non per mille ma per cento, della popolazione. Allora si, che avremmo avuto tutti un conoscente diretto all'obitorio, e ci saremmo chiusi in casa da soli senza bisogno di nessun DPCM. Ma non sarebbe stato ancora oggettivamente giustificato: la peste nera, quando arrivava, uccideva la metà, della popolazione: il 50, per cento. Eppure, quelli che non venivano infettati continuavano a lavorare, a produrre, persino a divertirsi quando potevano (vero, Boccaccio?) e ad amarsi e sposarsi (vero, Manzoni?). Ecco allora che arriviamo al
la vera essenza di questa tragedia: c'è stata e c'è un'epidemia influenzale un po' più seria del solito, ma niente di falcidiante per fortuna, e
c'è da tempo un progetto di concentrazione del potere in poche mani a livello sovranazionale che se non l'ha progettata ne ha sicuramente approfittato per proprio vantaggio. Ma nessuna pandemia, e nessun progetto oligarchico, avrebbero potuto fare nulla senza
la nostra collaborazione.
Siamo noi che ci mettiamo paura. Siamo noi che consentiamo a questa paura di governarci: quando ci dicono che la soglia di attenzione è di 250 casi su 100mila abitanti e anziché pensare ai 99.750 con sollievo pensiamo ai 250 con terrore, o quando dimentichiamo che di quei 250, di quei 10 o 20 mila nuovi positivi a un tampone, solo una piccola parte ha sintomi e solo una piccolissima muore (con un'incidenza di poco superiore alle medie annuali: ce lo hanno confessato loro, mentre cercavano di dirci il contrario...). E anche quando volessimo ignorare le reali proporzioni del fenomeno e preoccuparci per la nostra salute, siamo noi che anziché pretendere, e dico pretendere, massicci e immediati investimenti pubblici per curare tutti quelli che stanno male (a casa, in ospedale, in intensiva) consentiamo plaudendo la caccia ai positivi asintomatici nel tentativo di arginare l'inarginabile (a un costo peraltro multiplo di almeno 10, e a carico privato, rispetto alla spesa sanitaria pubblica in deficit). E così per (per così dire) proteggere la nostra salute consentiamo che venga intaccata la nostra libertà, tradendo generazioni di nostri antenati che ci avevano portato fin qui nei diritti e nelle condizioni materiali perché per difendere la libertà erano disposti a perdere la vita figurarsi la salute. Oggi c'è la terza ondata, poi forse ci lasceranno respirare questa estate (ma meno della scorsa, potete giurarci), poi in autunno arriverà la quarta. Eccetera. Non ne verremo fuori se non quando diremo noi: basta! Nessuna pandemia da il diritto a nessuno di limitare la nostra libertà di uscire, respirare, socializzare, ballare, cantare, mangiare, vendere, comprare, lavorare, studiare, insegnare, curarci ed essere curati, solo io stesso posso decidere se per paura dei contagi rinuncio a una o più delle mie attività. Questo dice la nostra Costituzione, questo avremmo dovuto imporre fin dall'inizio. Non averlo fatto, è una colpa grave che ricadrà sui nostri figli. E riprenderemo a vivere non grazie a un qualche vaccino più o meno farlocco (
senza contare le varianti), ma solo se e quando metteremo un
punto e basta a tutto ciò. Abbandonando e anzi demolendo il
The Covid Show.
Questo mi dico e vi dico. Poi mi guardo attorno, e mi cascano le braccia. Lascio la parola ai versetti covidici, come se servisse a qualcosa.
49. Il dottore che non mette la mascherina. E non si vaccina, non perché sia no-vax ma perché non si fida di questi sedicenti vaccini senza sperimentazione, e perché sostiene che il covid si possa curare, portando i dati della sua esperienza di ambulatorio a suffragio. Sappiamo che non è il solo, e sappiamo anche che sono proprio medici di base così a costituire la prima e principale linea di difesa (fatta saltare dalle demenziali normative).
50. Recovery Fund: è davvero la manna dal cielo come ci raccontano i mass media italiani? La domanda è retorica, e la risposta negativa di Ilaria Bifarini tranciante. Una elemosina a rate presentata come una pioggia di dobloni, che peraltro sarà usata per tutto tranne che rifondere chi è stato danneggiato dalle misure anticovid e attrezzare la sanità pubblica per affrontare adeguatamente questa o altre pandemie.
51. Un anno di Covid, un anno di guerra all'umano. Il post introduttivo di Fulvio Grimaldi ad una sua intervista su Comedonchisciotte, riassuntiva dello scempio che abbiamo consentito.
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