martedì 28 ottobre 2008

CARA DEMOCRAZIA

Sentito stamattina al GR2 un esponente forzitaliota dichiarare che la riforma elettorale in vista di approvazione per le elezioni europee soddisfa due esigenze: la semplificazione del quadro politico e la riduzione dei costi della politica.
Detta così non si può non essere daccordo. Magari si potrebbe pretendere che l'intervistatore chiedesse anche qualcosa di scomodo all'intervsitato, oltre che fargli da zerbino come sempre ormai nelle note politiche di tutti i tg e i gr, ma questo è un altro discorso. Volendo però, per antico vizio imparato a scuola (non sarà per quello che vogliono distruggerla?....), entrare un po' più in dettaglio nell'analisi, scopriamo che la riforma consiste nell'introduzione di una soglia di sbarramento al 5% e nell'abolizione del voto di preferenza. Insomma, si vuole riprodurre a livello di elezioni europee il modello usato dal 2006 nelle elezioni politiche.
Ci sono alcune cose che vengono omesse, e che il giornalismo sdraiato evita di far notare:
  1. ammesso che la legge elettorale in vigore per le politiche garantisca governabilità grazie alla semplificazione del quadro politico (e non concesso: è capitato nel 2008 ma non nel 2006), la governabilità non è un problema che riguarda il parlamento europeo, il cui quadro è per natura così complesso (formazioni politiche disparate provenienti dai vari Stati) che l'eventuale riduzione di complessità nella rappresentanza italiana inciderebbe in maniera al massimo marginale;
  2. quindi, l'eventuale esclusione delle forze di sinistra e magari dell'UDC dalla rappresentanza italiana nel parlamento europeo avrebbe al massimo un effetto punitivo di politica interna italiana, del tutto incongruo con lo scopo delle elezioni europee che è rendere il parlamento, che ricordiamo è organo poco più che consultivo, una fotografia il più possibile fedele della varietà del continente;
  3. il voto di preferenza, a fronte di una sua democraticità intrinseca, ha come unica controindicazione, specie se architettato male com'era nella legge elettorale proporzionale pura di prima di Tangentopoli, di favorire il clientelismo, problema che per le elezioni europee, vista la distanza dei parlamentari dalla base, l'enormità di preferenze necessari ad eleggerli, e la grandezza dei collegi elettorali, praticamente non esiste;
  4. quindi, la sua abolizione ha l'unico scopo, come peraltro è stato per le politiche italiane, di svuotare di senso le elezioni stesse, rendendo gli eletti prevedibili al 90% almeno, poichè il 10% tra sondaggi e risultato elettorale è uno scarto ampissimo, e in pratica indicati dalle segreterie dei partiti.
In sostanza, con questo sistema le elezioni non hanno quasi più senso. Inoltre, si rafforza la percezione di inutilità delle stesse presso gli elettori, visto che qualunque cosa decidono le facce di chi li rappresenta saranno le stesse. Quindi, se anche si risparmia qualcosa, si rende del tutto inutile quello che si è speso. Quindi, si prepara la strada a un futuro addirittura senza, le elezioni, la cui abolizione alla fine sarà salutata dalla ggente come un'autentica liberazione.
E già perchè se vogliamo dirla tutta, senza elezioni i costi della politica sì che si abbatterebbero decisamente. Eppoi, volete mettere? se comanda uno solo, per quanto possa magnare, mica magnerà come tutti questi mangiapane a tradimento! E il quadro politico, non sarebbe così semplificato al massimo? La democrazia costa, e se non serve a niente perchè pagare?

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