venerdì 14 novembre 2008

ANIMA E CORPO: ELUANA FINALMENTE LIBERA

E adesso, cos'altro s'inventeranno per impedire a Peppino Englaro di porre fine all'accanimento terapeutico che tiene in vita un pezzo di carne e sangue inerte che non è e nemmeno lontanamente somiglia a sua figlia Eluana?
La Corte di Cassazione ha respinto l'ennesimo assalto, "riaffermando che siamo uno Stato di diritto" secondo le dichiarazioni dell'Englaro stesso. Ma stamattina stesso, il giornale radio RAI ha dato ancora ampissima eco alle "voci contrarie", cosa che mai fa quando sentenze definitive molto meno nette riguardano ad esempio la contiguità alla mafia di uno storico esponente democristiano. Si è potuto sentire con le proprie orecchie monsignor Fisichella dichiarare che "Eluana si sveglia e si addormenta tutti i giorni e sarà privata di cibo e acqua così avendo una morte orribile" (per le parole testuali, non dissimili, potrete trovarle scaricando il podcast del gr2 delle 7e30 di oggi qui), senza che nessuno gli contesti che nessuna perizia scientifica tra le numerosissime effettuate negli anni ha potuto riscontrare nessun tipo di sensienza della poveretta e che la stessa sentenza di oggi indica che l'interruzione dell'alimentazione forzata dovrà avvenire in strutture e in modi tali che venga risparmiata ogni sofferenza alla malata. Poco dopo, il presidente del cosiddetto Movimento della Vita Carlo Casini ha argomentato che la sentenza aprirebbe la strada alla distinzione tra vite che vale la pena vivere e vite che no, senza rendersi conto che è esattamente questo il punto: che non spetta a lui nè a nessuna religione costituita o meno nè a nessuno Stato stabilire se c'è e quale sarebbe quella distinzione, ma a ciascuno di noi per se.
Ora, se una ragazza è in stato vegetativo permanente e irreversibile da 17 anni, e i suoi genitori, cavolo: i suoi genitori!, in questo lasso di tempo hanno portato innumerevoli prove del convincimento personale di loro figlia, espresso in tempi non sospetti, a non ritenere "vita" la cosa a cui è costretto quello che resta del suo corpo dopo l'incidente, cosa diavolo c'è ancora da discutere? Chi si arroga di dire la propria su quello che è palesemente affare privato di quella disgraziata famiglia, fosse anche il Papa in persona, commette o no un'imperdonabile peccato di superbia? E a proposito di Papa, com'è che Giovanni Paolo II ha potuto chiedere di essere dimesso dal Gemelli e morire in pace due giorni dopo in Vaticano, dato che non riusciva a parlare? Bisbigliava? e anche se fosse, il diritto all'autodeterminazione è limitato alle alte personalità, al fatto che sia espresso poco prima della morte foss'anche con lo sguardo, o a cosa?
Rileggiamoci assieme l'articolo 32 della nostra mai troppo osservata Costituzione:
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
E a quelli che oggi sbraitano straparlando di eutanasia, e invocano a gran voce una legge, ricordiamo che quando arriva una normativa sul testamento biologico è sempre tardi, ma che la Costituzione impedisce che questa venga disegnata in senso restrittivo dell'autodeterminazione di ciascuno di noi. A proposito, che mi trovo, dichiaro oggi sul mio blog, nel pieno possesso delle mie facoltà, che mi dovessi trovare in una situazione simile a quella di Eluana chiederei lo stacco della spina, del sondino, o di qualsiasi cosa tenga il mio corpo non sensiente in una condizione che decido io adesso che non si può definire vita, e nessun altro al posto mio.
Se la vostra religione vi indica il contrario, liberissimi di pensarlo. Ma nessuna religione deve anche lontanamente pensare di poter scrivere le leggi di uno Stato i cui cittadini sono anche di altre religioni o se vogliono di nessuna. Su questo, non si tratta.

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