Visto stamane Obama dichiarare, nel corso della sua prima intervista ufficiale da presidente eletto, che c'è l'accordo col governo iracheno per il ritiro delle truppe americane dall'Iraq entro il 2011. La notizia non è la cosa in se: bisogna vedere quanto sarà graduale, cosa comporterà per la popolazione il ritiro e soprattutto tempi e modi in cui sarà attuato (
remember Vietnam?), quanto legittimo è il governo fantoccio e quanto resisterà in carica dopo il ritiro, eccetera eccetera.
Le notizie sono altre due, almeno per noi poveri italiani:
- in America chi vince le elezioni tende a mantenere le promesse elettorali;
- in America il governo uscente informa l'ultimo periodo della sua amministrazione ai criteri indicati dal governo entrante, anzichè tentare di sabotarlo fino all'ultimo momento utile.
Chi non fosse ancora roso dall'invidia, legga
questo pezzo dal blog di Carlo Bertani, e soprattutto la testimonianza dagli Usa in esso riportata: si capisce come e perchè Obama sia stato eletto anche da vasti settori conservatori. Il mondo non ha alternative: o trova presto un nuovo moltiplicatore tecnologico oppure imbocca la strada della decrescita, che potrà essere
felice se presa consapevolmente e altrimenti sarà tragica. Gli americani hanno dimostrato di capire l'antifona, e tentano (ultima chance per non rinunciare alla loro
way of life) la prima strada, peraltro non facile e tutt'altro che dall'esito scontato, ma vista la loro "potenza di fuoco" culturale ancora possibile, specie se dirottano in campo energetico tutte le risorse sprecate negli ultimi anni in campo militare. Da noi, si ciancia ancora di centrali nucleari... Che dite, resteremo in Iraq da soli?
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