Questo titolo è un verso di una bellissima vecchia canzone di Guccini, Argentina, in cui l'artista appenninico rivede nel paese sudamericano di quegli anni 80 l'Italia degli anni 50. A Buenos Aires c'era la dittatura militare e la guerra contro l'Inghilterra per il controllo delle isole Falkland-Malvinas (che ispirò persino Roger Waters per un pezzullo di The final cut dei Pink floyd), stava emergendo Maradona e sarebbe arrivato un embrione di democrazia a "Cavallo" di una feroce liberalizzazione a guida dollaro-Fmi che si sarebbe risolta con la bancarotta e il default del Paese se quella gente là, tra cui tanti italiani di seconda e terza generazione, non avesse dimostrato spirito patrio e risolutezza, a danni dei tanti polli anche italiani caduti preda dei falchi della finanza tramite il miraggio del guadagno facile.
Oggi a un passo dal default c'è la Grecia, l'Islanda è già fallita, e l'Italia a detta di molti osservatori è dietro la porta e aspetta l'"avanti il prossimo". L'imbonimento cui siamo sottoposti da quasi trent'anni, prodromico del e continuativo nel regime degli ultimi quindici, ci impedisce di vedere come stanno le cose, cosicchè ci accorgeremo di non avere più nemmeno gli spiccioli solo quando metteremo le mani nelle tasche scoprendole bucate, e Tremonti con le forbici ancora in mano sarà lontano all'orizzonte preceduto dai suoi mandanti. Non c'è nessuna speranza, temo, che un qualche spirito nazionale ci eviti tutto ciò, forse verrà fuori dopo il disastro, in questo siamo specialisti, ma non credo prima. Siamo contenti di essere guidati da un corruttore patentato, padrone di tutta l'informazione tanto da riuscire a spacciare la prescrizione per assoluzione. Mentre in Argentina varano una legge di regolamentazione della comunicazione che stronca i monopoli privati (erano due: per noi è invidiabile persino la loro situazione ante-riforma!) e sancisce che un terzo delle frequenze siano attribuiti a enti no-profit. Avete capito bene: il 33% dei canali deve passare in mano a soggetti del privato sociale senza scopo di lucro. Voglio un Guccini argentino che descriva l'Italia di oggi, per cortesia.
A proposito di orizzonti, ho aggiunto nella banda di destra un blog femminilmente cazzuto (ma si può dire?), di una certa Lame Duck, una tipa che, per dire, mette nel suo stato di Facebook "venti anni senza Pertini e sentirli tutti". Io mi ci sono perso dentro, al suo sito: vi consiglio di farlo anche voi. La testata è L'orizzonte degli eventi, appunto, che in fisica è il raggio di azione di un buco nero, il confine della curvatura spaziotemporale oltre il quale nemmeno la luce riesce più ad uscire. Ottima scelta per questa Italia, sorella, se mi permetti di chiamarti così.
Altre sorelle di resistenza civile e morale hanno lanciato sul web un'appello alla ribellione avverso il modello culturale retrogrado che rappresenta forse il portato peggiore dell'Italia berlusconiana, quello secondo il quale il corpo femminile altro non è che merce di scambio sia per gli uomini, intrallazzisti/politici/televisivi che siano (spesso tutte e tre le cose assieme), che per le donne stesse, per fare carriera nello spettacolo o nella politica che oramai è la stessa cosa. Non potendo aderire personalmente per mere questioni anagrafiche, invito tutte le mie (poche) lettrici a farlo, qui. Bisogna tentarle tutte, per sottrarsi a questo perverso orizzonte di rovina verso cui questo regime ci sta trascinando.
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1 commento:
Grazie per la recensione. Mi ha permesso di conoscere il tuo blog che mi sono permessa di aggiungere tra i miei "blog amici".
Ciao!
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