domenica 23 maggio 2010

LA NOTTE E' MAGGIORENNE

Come oggi diciotto anni fa iniziava la lunga notte che stiamo attraversando. In un "attentatone" di tipo parabellico, perché da sempre la mafia comunica anche attraverso le modalità in cui uccide, morivano Giovanni Falcone la moglie e parecchi elementi della sua scorta. Neanche due mesi dopo, sarebbe stata la volta del suo amico e sodale nella lotta Paolo Borsellino, con modalità simili. Com'è andata davvero lo sapranno, se sono fortunati, i nostri nipoti. Sappiamo che la mafia decise di alzare il tiro dopo che i moribondi partiti cui era storicamente avviluppata erano stati costretti da tangentopoli a tagliare i cordoni della borsa e dall'opinione pubblica a stringere quelli della legge. La prima vittima simbolica fu l'andreottiano Salvo Lima, per decenni tramite tra la mafia e una delle correnti fondamentali della DC. Andreotti, ancora oggi venerato senatore a vita, ha affrontato (e si, il fatto che lo abbia fatto, e con dignità, mentre altri non hanno fatto altro che sottrarsi, è già una cosa...) un lungo processo che si è concluso con una sentenza che il mainstream riporta di assoluzione, ma che a leggerla fa venire i brividi: statuisce nero su bianco la sua contiguità con la mafia dandola per dimostrata ma prescritta fino al 1980 e poi non più sufficientemente dimostrata. Poi fu guerra, prima contro i capi tribù Falcone e Borsellino, con pura logica da film western, poi con attentati terroristici a ripetizione, nel cuore dei centri d'arte. Infine, qualcuno convinse la cupola che c'era un'altra strategia possibile alla distruzione dell'aereo che avrebbe fatto precipitare tutti anche i distruttori, entrare direttamente nella cabina di pilotaggio mettendo ai comandi un fantoccio, abilissimo peraltro nel marketing e quindi a creare consenso tra i passeggeri.
Andò così? Ripeto, sarà la storia a dirci com'è andata davvero: oggi siamo solo alle prime inquietanti rivelazioni. Noi adesso ripensiamo a quei giorni con gli occhi del figlio di Borsellino, grazie a questa splendida intervista di Repubblica. E poi ce la cantiamo, coi Modena City Ramblers, la storia di quel sogno che nel 92/93 ci parlava di un'Italia che, finalmente libera da Yalta, poteva affrancarsi dai suoi vecchi padroni, mafia e USA, e dai suoi endemici mali, in parte derivanti proprio dalla situazione di blocco prolungato cui soggiaceva da 45 anni, corruzione e irresponsabilità. Il sole di quel sogno si è interrotto, la notte è iniziata 18 anni fa con nubi di tritolo, ma finché c'è memoria non si sa mai...

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