Facciamo un puro esercizio di stile, tanto le mie quote le ho già date e le dichiarazioni di oggi già mi danno pericolosamente ragione e non c'è nessuna speranza per questo sciagurato Paese, il cane non molla l'osso neanche a morire, dicevo facciamo un esercizio di stile e poniamo che ci sia davvero in Italia qualcuno che voglia tirarci fuori dai guai una volta che Cesare sia finalmente andato a godersi il maltolto in una delle sue residenze tropicali cui fin'ora ha rinunciato per servire la Patria. Che cosa dovrebbe fare, in pratica, o meglio: c'è qualcosa che possa fare, questo qualcuno?
Badiale e Bontempelli oggi li ha letti Cabras per tirar fuori un pezzo lucidissimo e terribile, che illustra con precisione sintetica la storia degli ultimi quarant'anni dell'occidente capitalista e dell'Italia in particolare. Letto attentamente il pezzo, e smaltito lo shock, occorre rammentare però che la Storia non ha quasi mai, come niente in natura, un percorso lineare, il che significa anche che quello che oggi sembra solidissimo domani rotola nella polvere. E che talvolta è solo tra le macerie, sollevatasi la polvere, che si può iniziare a distinguere indaffararsi quelli che ricostruiranno.
Dunque, non sarà Grillo nè Vendola, men che meno uno dei maggiormente compromessi tipo Fini e Casini, ed un papavero del PD non è nemmeno da prendere in considerazione. Le macerie, quelle già si può fare qualche previsione/speranza (in inglese è meglio: wishfull thinking) di cosa saranno: il federalismo (pace all'anima sua) e la Lega, l'Europa a esclusivo collante finanziario, il palazzinarismo, la Fiat e la grande industria "all'italiana" (privatizzare i profitti e socializzare le perdite), il Ponte sullo stretto le centrali nucleari e tutte le grandi opere della fissa di sua sorella (questa non ve la spiego, ma vi do la nota bibliografica: Camilleri, La concessione del telefono). Non c'è più un euro, boys, e ve ne accorgerete se davvero il vostro beneamato cavaliere (oggi l'hanno revocato a Tanzi, il titolo: io comincio a togliere la maiuscola, hai visto mai...) riesce a farsi rieleggere a novembre, quanto in fretta vi porterà alla bancarotta conclamata, stavolta.
Ma c'è del lavoro da fare, e ancora qualcosa su cui ricostruire. Il famoso 60 per cento del patrimonio artistico mondiale, per cominciare. La totale liberalizzazione della microproduzione di energia solare ed eolica, a far da volano alla famosa piccola impresa. I servizi pubblici come reddito "da decrescita": a un aumento di quante centinaia di euro al mese equivarrebbe l'asilo nido gratis, ad esempio? Divieto di transito ai TIR sotto Bologna: le merci viaggino per mare e si incentivi la nascita di un nuovo settore di smistamento merci dai porti alle località dell'interno. Insomma, ci sono tutti i presupposti perchè un circolo virtuoso una volta avviato si inneschi, ma come avviarlo?
I soldi già stanziati per il Ponte sono un buon esempio, ma la sostanza vera è altrove: secondo da ultimo Famiglia Cristiana, l'evasione fiscale vale 156 miliardi, la criminalità organizzata 140, la corruzione 50, sono numeri talmente grossi che anche a recuperarne un decimo l'anno non servono più manovre finanziarie. Le spese delle missioni "di pace" fanno un altro mezzo miliardo, e quello si può recuperare istantaneamente, basta rispettare l'articolo 11 della Costituzione e fare rientrare le truppe domani, a me piacerebbe si processasse per alto tradimento chiunque abbia votato a favore negli ultimi dieci anni, cioè la quasi totalità della classe politica, ma mi accontenterei del ritiro immediato e incondizionato. E quanto è entrato dallo scudo fiscale? decuplichiamolo per decreto, nottetempo: le liste sono ancora lì. Per le altre voci il risultato è più lento, ma non troppo. Basterebbe una riforma vera della giustizia, che sleghi completamente le mani ai giudici di modo che dopo qualche anno di terrore chiunque tremi alla semplice idea di intascare una bustarella o evadere un euro di tasse, dopo un paio d'anni vedrete che si possono abbassare finalmente le aliquote, a cominciare dalla media. I mafiosi non tremano, ma a quelli li freghi colpendoli nel portafoglio: domani, liberalizzazione di tutte le droghe a livello mondiale, e zac il trenta per cento in meno di fatturato (per la ndrangheta, il settanta), dopodomani, tassazione pesantissima di tutti gli immobili non occupati personalmente o affittati a canone concordato, e arizac, speculatori immobiliari sotto i ponti e profitti della criminalità ulteriormente tagliati di fonte e di sbocco. Quanto vale in termini di reddito "di decrescita" avere una casa a poco? I prezzi sono una cosa relativa, quello che conta è poter vivere, col proprio reddito, non a quanto ammonti nominalmente... Ah, dimenticavo: una riforma della borsa da far impallidire quella di Obama più altre misure sul lato monetario da riportare il rapporto tra economia finanziaria e reale a un livello fisiologico.
Sono consapevole di aver dato fiato ai pensieri o poco più, ma ripeto la Storia non è lineare, e ad esempio chi si trovò a dover ricostruire dopo la guerra non era più realista di me oggi a vagheggiare di una nuova Italia nel 1939 quando l'organizzazione socioeconomica fascista sembrava inattaccabile ed eterna. Stavolta il regime mostra le sue crepe ben prima della caduta, e speriamo che la crisi che dovremo attraversare non sia un conflitto di quella portata, ma ciò non toglie che abbiamo il dovere di pensare a cosa fare per ricostruire, e a dove cominciare a prendere le risorse iniziali. Anche perchè stavolta non ci sarà un Piano Marshall. Ma ripassiamo l'abc: una testa, un lavoro, una casa, e il resto a girarci intorno. La favola che ci hanno raccontato, che il mercato lasciato libero ci avrebbe dato questo ed altro, si è rivelata per quello che è. Le favole, anche quelle televisive, si raccontano ai bambini; speriamo che finalmente questa occasione ci faccia diventare un popolo adulto.
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1 commento:
Condivido i rimedi proposti, non purtroppo la speranza. Gli italiani, tolte le dovute eccezioni (c'è ancora gente onesta e intelligente in giro) sono marci dentro, profondamente ignoranti e individualisti. Quelli che più potrebbero fare del bene al paese impegnandosi con politiche serie e riforme economiche indispensabili sono i primi a non voler mutare lo status quo, forse essendo già rassegnati al peggio e sperando di poter vivere comunque da nababbi nel disastro generale. Povero chi non fugge dall'Italia nei prossimi anni, anzi nei prossimi mesi!
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