giovedì 27 dicembre 2012

L'INUTILE VOTO UTILE

La prima e ultima volta che ho ceduto all'argomento "voto utile"
ho votato questo soggettino in quanto candidato del centrosinistra
contro Alemanno (che ovviamente stravinse, e da allora governa;

come, chiedetelo a un romano qualunque): Muzio Scevola si è bruciato
la mano destra per un errore molto più perdonabile...

Ricapitoliamo assieme la linea politica di questo blog, prima del commento del giorno: obiettivo di lungo termine un parlamento di sorteggiati, di medio termine un rinnovamento radicale della classe politica con estirpazione del professionismo, di breve termine la vittoria del Movimento 5 Stelle alle prossime politiche, in una linea temporale in cui il raggiungimento di un obiettivo è propedeutico alla mira a quello seguente.
...
La "salita" in campo di Monti, che non si accorge che proprio la scelta di termine antitetico accomuna il suo gesto per eversività alla famosa discesa del 1993 del suo finto avversario di oggi, ammesso che resti tale (cambia idea ogni giorno: non può che essere una strategia mediatica, quindi non porci attenzione è il solo modo di farla fallire), comporta un rimescolio di carte non indifferente nel quadro politico: per un mistero sociologico, spiegabile solo ricorrendo a categorie della psicologia come il masochismo e l'attaccamento al padre severo ma giusto di un popolo rimasto bambino (o rimbambito per via televisiva, cambia poco), il suo nome su uno schieramento di centro porta quest'ultimo attorno al 20%, dal 10% scarso cui i suoi componenti separati (UdC finiani e montezemolini) possono sperare di assommare altrimenti.
La destra italiana ha però storicamente anche un'anima populista, e con questa crisi e la sua identificabilissima paternità non c'è modo di farli scomodare per andare a votare se non tramite il vecchio collaudato copione del buffone di corte: ecco qual'è il ruolo di Berlusconi nel gioco delle parti, recitato col suo rientro plateale. Attenzione che se non tornava Silvio un certo numero di eurodelusi di destra rischiavano di alzare le chiappe e andare a votare Grillo, anche se evidentemente comunista, per non lasciare il Paese nelle mani del complotto giudoplutocratico europeo.
A sinistra, non sono bastati 5 anni, e temo non ne basteranno nemmeno 50, per partorire un qualunque progetto unitario, per cui tra sigle storiche e nuove realtà, Alternativa e Arancioni Ingroia compresi, nessuna arriverà al quorum e chi le dovesse votare avrà sprecato il proprio voto.
Il PD fino a pochi giorni va veniva accreditato di percentuali superiori al 35%, ed è da mesi che si comporta come chi le elezioni le ha già vinte, ma ora è proprio l'ingresso di Monti nell'agone a rimettere in discussione tutto: non si vede perché i montiani del PD, partito che nasce proprio per unire due anime per molti versi incompatibili, dovrebbero votare la copia quando ora è disponibile l'originale.
Tutto questo per dire quanto infondati sono gli appelli al "voto utile" che oggi fioccano dalla sinistra del PD ai "compagni che sbagliano": se vince Monti, non è per quelli che votano Grillo o Berlusconi, persone che comunque mai e poi mai avrebbero votato PD o che semmai lo hanno fatto hanno cambiato idea proprio dal momento in cui si sono resi conto che votare PD o votare Monti è esattamente la stessa cosa e quindi non torneranno sui loro passi se non quando il PD comincerà a dire cose di sinistra, che è come dire quando il PD si sarà sciolto o avrà perso uno a uno tutti i pezzi della sua anima centrista.
Ieri intanto è andato via Ichino, pace all'anima sua. Amici del PD, non so se sapete chi è costui: un giuslavorista che la Thatcher avrebbe giudicato un filino reazionario, e voi lo avevate a bordo fino a ieri, e non è che lo avete cacciato, no, se ne è andato non appena ha giustamente constatato che le sue idee erano molto più intonate (e ci credo: uno scoop simile a quello che svelò che era Giorgio "Mediaset" Gori a scrivere il programma a Renzi ha rivelato che è proprio Ichino a scrivere l'Agenda Monti!) all'interno del nascente schieramento montiano. Quanti elettori del PD seguiranno lui e gli altri pezzi che vi perderete da qui a febbraio? Sarete capaci di recuperare i voti persi andandoli a cercare dove ci sono: tra i milioni di elettori che oggi voterebbero per una sinistra frammentata o non voterebbero affatto convinti sia inutile, tanto avremmo comunque un governo Monti o uno montiano? No, rassegnatevi: tra questo e il recupero dal bacino dell'astensionismo che faranno Berlusconi e Grillo, a febbraio prendete si e no il 25, non il 35, per cento.
A questo punto abbiamo 4 schieramenti grosso modo analoghi: PD, centro montiano, grillini, e asse berlusconi/lega. Con l'attuale legge elettorale lo schieramento che prende la maggioranza relativa prende alla Camera il 55% dei seggi: se tutti e quattro veleggiano attorno al 25% si rischia che chi vince di un pelo prenda un premio di maggioranza del 30%, mentre al Senato i calcoli sono così complessi che ogni previsione è inutile ma come elemento di ragionamento si può notare che sono avvantaggiate le realtà più polarizzate sul territorio, quindi la Lega e di nuovo Grillo, rispetto a quelle meglio distribuite.
In questo quadro, con che coraggio si può usare oggi l'argomento "voto utile" a favore del PD? Semmai, esso può essere usato proprio a favore del M5S. Compagni del PD, si proprio voi che ne costituite l'anima di sinistra, se volete che il vostro voto non vada sprecato, non finisca cioè per sostenere un nuovo governo Monti o qualcosa di simile, dal momento che in ogni caso il vostro partito NON ha più speranze di altri di vincere talmente bene le elezioni da poter governare da solo, votate per chi invece può ancora schiodare milioni di persone e fare un exploit finale inaspettato: il Movimento 5 Stelle. Se poi una nuova sconfitta porterà alla dissoluzione finale il Partito Democratico, tanto meglio: si potrà rifondare un grande partito di sinistra in grado di vincere da solo la prossima volta.
Perché oramai è sparire, l'unica cosa buona che può fare il PD.

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