mercoledì 5 dicembre 2012

TUTTI GLI UOMINI DEL

Sarà anche improbabile, ma un passaggio del testimone tra questi
due campioni della democrazia sarebbe il corollario ideale per la
sentenza della Corte costituzionale in cronaca
I giudici della Corte costituzionale, come tutti i giudici terreni, e quindi per chi non è credente come tutti i giudici, possono anche sbagliare, ma un conto è la Verita assoluta ammesso che esista un altro è la verità giuridica, e quando la pronuncia arriva dal più alto grado previsto dall'Ordinamento, ci si arrivi direttamente o passando per tutta la trafila, si può dire senz'altro che la verità è sancita.
E' vero che molte pronuncie della suprema Corte sono state ampiamente disattese in vario modo a vario livello, spesso proprio da quelli che quando gli conviene ne invocano l'applicazione, ma proprio per questo chi si voglia distinguere deve, senza esitazione, evitare questa trappola. Per cui da oggi si può affermare senza ombra di dubbio che
non è possibile intercettare il Presidente della Repubblica, neanche per sbaglio, indirettamente, e il contenuto delle registrazioni deve essere sottratto al dominio pubblico qualunque sia il loro argomento.
Dunque è inutile argomentare, con Bertani, che se in quei dialoghi non c'è nulla di compromettente si potrebbero mostrare agli italiani tranquillamente, e se invece c'è qualcosa l'intercettato avrebbe dovuto a maggior ragione portarli al dominio pubblico assieme alle dimissioni. E' sovversivo dedurre, con Grillo, che come il Governo non può passare sopra a una sentenza con un decreto senza che ciò significhi la fine della democrazia liberale, così un Presidente beccato al telefono con un indagato nella trattativa Stato/mafia che gli chiedeva aiuto non può non invocare la massima trasparenza senza delegittimare la carica che ricopre. E' patetico andarsi a rileggere l'articolo 90 della Costituzione della Repubblica Italiana, quella di cui il Presidente dovrebbe essere il supremo garante, e dedurre dalle parole il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni la logica conseguenza che invece è responsabile eccome degli atti compiuti fuori dall'esercizio delle sue funzioni. Intanto la nostra carta costituzionale è forse il documento più disatteso della storia della civiltà giuridica mondiale, e va bene che l'articolo 1 è una dichiarazione di principio, l'articolo 3 è così generico da risultare forse intrinsecamente inapplicabile, ma ce ne sono tanti altri belli precisi violati ripetutamente, con la vetta rappresentata da quelll'articolo 11 che basterebbe da solo a istruire una nostra Norimberga mandando al patibolo tutta una classe politica a cominciare da D'Alema. Ma soprattutto appunto spetta alla Corte l'ultima parola interpretativa, ragion per cui il Presidente della Repubblica prossimo venturo, perché oramai è questione di mesi e non vedremo più questo sosia dei Savoia (per aspetto e per coraggio) su quello scranno, potrà comodamente contattare sul cellulare un killer perché lo liberi della sua ex moglie risparmiando sugli onerosi alimenti, o anche intavolare la prossima trattativa Stato/mafia in videoconferenza. Il che forse ci suggerisce chi potrebbe essere il candidato più adatto....

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