sabato 24 settembre 2016

CINQUE CERCHI E DUE PALLE

L'immagine è presa dal blog di Daniele Martinelli,
in particolare da questo apprezzabile articolo.
Non basta avere a che fare con un monoblocco informativo peggio della Pravda e del Minculpop, che stavamo meglio quando stavamo peggio perché almeno c'era Raitre che andava fuori dal coro, no siccome quelli che si lamentavano ieri della dittatura berlusconiana sono gli stessi che oggi sostengono la dittatura renziana, non c'è scampo neanche nei social network e nelle chat con gli amici. Prima era caccia ad alzo zero alla minchiata del neosindaco e non dico che non ne ha fatte, anzi, ma intanto la loro qualità è sintomo di scarsa furbizia, e questo in Italia alla fin fine è un raro pregio, ma la loro consistenza quantitativa, rispetto a quelle di tutti gli altri politici degli ultimi quarant'anni almeno, è infinitesima, e se a quelli si fosse data una frazione dell'intransigenza cavillosa che si riserva a questi oggi l'Italia sarebbe il Giappone. Poi, e la consequenzialità forse è logica oltre che temporale, è partito il coro della Grande Occasione Perduta, della Conclamata Incapacità a Governare, verso chi in fondo non fa che rispettare sia il mandato dei propri numerosissimi elettori che il più elementare buonsenso: le Olimpiadi hanno messo sul lastrico le collettività di tutte le città che le hanno ospitate negli ultimi decenni, e arricchito solo le tasche dei pochi con in mano il bisinisse e dei loro afferenti più o meno corrotti. Ci sono le statistiche a parlare, per chi le vuole leggere.
Se non bastano le statistiche, basta sapere la storia e capire d'economia: in tempi e luoghi di crescita complessiva e sovranità monetaria, può essere comunque un affare per i cittadini che alcuni ladri ben organizzati ricevano liquidità fiat appositamente creata per mettere su la baracca, perché si tratta di soldi "stampati" di cui almeno le briciole afferiscono in basso. Ma in tempi e luoghi dove se stanzi un soldo di qua lo togli di là, francamente no. Poi in area Euro non ne parliamo, per cui anziché blaterare di occasione perduta bisognerebbe ringraziare santa Virginia che non facciamo la fine di Atene.
I soliti noti, ovvero com'era quella dell'assassino e del luogo del delitto?
Questo, già in teoria. In pratica, basta guardare chi era stato messo a capo della macchina organizzativa, e cosa è riuscito ad arraffare già nelle fasi pre-preliminari, per non avere dubbi: ci siamo risparmiati un bagno di sangue, e altre cattedrali nel deserto dopo quelle di Italia 90 e dei campionati mondiali di nuoto del 2009.
Invecchiando, trovo anch'io sempre più interessante la mia parte intollerante, e abbandono qualunque discussione che ignori queste semplici considerazioni logiche, in qualunque luogo fisico o piattaforma virtuale si svolga. E avviso: sul referendum sarò ancora più cattivo. Chiunque abbia votato contro la riforma berlusconiana, se oggi intende votare si alla identica (ma in peggio) porcheria renziana, appena tenta di abbozzare un qualche sofisma giustificatorio, sarà da me sfanculato su due piedi, amico o non amico. E' in gioco il futuro del mio Paese, sticazzi.
E non mi interessa niente delle incertezze o incoerenze della Raggi: finché il Movimento 5 Stelle resta l'unica concreta speranza di cambiare le carte in tavola, ha il mio sostegno. Se arriva qualcosa di pari o maggiore consistenza, che abbia pari o maggiori probabilità di incidere, ne riparliamo, anche se sono gli Unni o i Klingon. Fino ad allora, mi tengo i grillini, e con gli altri manco ci parlo più. Sono antidemocratico? siete belli voi...

P.S. Per le olimpiadi, una soluzione c'è, ecologica economica e anche equa: da oggi in poi sempre ad Atene, o ad Olimpia. In impianti sontuosi fatti per durare millenni, costruiti a spese dei vampiri tedeschi e angloamericani che si sono sucati la Grecia...

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