Come per gli altri, la musica ce l'ho in testa (questa potrebbe essere cantata su un giro di chitarra acustica medio/veloce, con più frequenza nel ritornello, e il finale ad libitum), ma mi va bene quella che gli viene a chi adottasse il testo.
DOVE SEI, CIELO?
Che cosa sei, dove sei cielo?
urlò nel vento la sua domanda,
e i suoi bambini stavano male,
ed ebbe solo voglia di morire.
Girando attonito per la stanza,
toccando il fuoco, ma con prudenza,
scoprì di essersi fatto male
e provò tanta voglia di tornare lì…
Quattro passi per raggiungere la scatola di sigarette bionde,Cosa promette se non mantiene?
ma le smorfie che facevano il suo viso uguale preciso al mio
non c’è più un pelo né una maschera da dio che me le nasconde,
e il ciclo è chiuso: è voglia di tornare lì
Gli basti il posto da impiegato!
un avvenire, un figlio, un domani
a morra con la sorte ha perduto.
Distrattamente scivola il tempo:
non sa più reggere i suoi castelli,
non è più in grado né di scalare
né tantomeno ormai di tornare lì…
Quattro passi per raggiungere la scatola di sigarette bionde,Ma certi ponti, ti volti indietro
ma le smorfie che facevano il suo viso uguale preciso al mio
non c’è più un pelo né una maschera da dio che me le nasconde,
e il ciclo è chiuso: è voglia di tornare lì
e non li vedi: sono crollati,
e puoi tentare di andare a vanti
o di piazzare punti con sputi.
Lui è come un comico senza battute
che gioca ignaro la sua speranza
e grida forte, dimesso ormai il velo,
“che cosa sei, dove sei cielo?”
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