mercoledì 10 settembre 2008

BUCO NERO CHE PASSIONE

Questo potrebbe essere l'ultimo messaggio di questo blog. Mentre scriviamo, i ricercatori del Cern stanno facendo funzionare il megaacceleratore di particelle che dovrebbe ricreare le condizioni dell'universo pochi millisecondi dopo la sua creazione. E molti scienziati hanno da tempo lanciato, inascoltati, l'allarme che l'esperimento potrebbe portare alla creazione di un piccolo buco nero capace di inghiottire rapidamente tutto il pianeta.
Se però l'allarme si rivelasse ingiustificato, cosa facilmente dimostrabile dal fatto che riuscite ancora a leggere queste righe dopo la chiusura dell'esperimento, rimarrebbe da chiedersi come mai su un argomento così cruciale la comunità scientifica si sia potuta dividere così drammaticamente, con una fazione addirittura paventante la fine del mondo. La risposta forse la troviamo scoprendo cosa effettivamente cercava il pool di tremila ricercatori con questo esperimento; citiamo testualmente repubblica.it: gli scienziati cercano il "bosone di Higgs, la cosiddetta 'particella di Dio' che ha dato massa a tutte le altre". A parte l'ovvia ironia di mettere in ballo Dio sempre un passo più dietro, da quando si è scoperto che non è vero che l'uomo è stato creato dal fango e la donna da una sua costoletta, appare chiaro adesso che dev'essere negli ambienti scientifici bolognesi che si è associato l'oggetto dell'esperimento al rischio ad esso collegato.
La battuta era facile e grassa, daccordo. Cerchiamo di riprenderci citandone a memoria una migliore, fatta stamattina da un'ascoltatore su Radiodue al Ruggito del coniglio: tranquilli, ragazzi, l'esperimento non presenta alcun rischio - almeno, ad Atlantide l'hanno fatto e non è successo niente....

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