lunedì 8 settembre 2008

FANNIE E FREDDIE: COSI' SEMO BBONI TUTTI

La notizia, riportata trionfalisticamente sui monocorde media nazionali, è che finalmente il governo statunitense si è deciso ad intervenire massicciamente per risolvere la crisi dei mutui, che rischia di minare le basi stesse dell'economia mondiale.
Ovviamente, quasi nessuno sottolinea con la necessaria attenzione la contraddizione di termini tra il liberismo sbandierato e lo statalismo ultima speranza: le due similbanche sull'orlo del fallimento, dai nomi ridicolmente bergman/felliniani, sono infatti state nazionalizzate. La loro esposizione è infatti mostruosa, pari a quella di alcuni Stati avanzati di medio taglio, e neanche bene quantificabile per via dell'insondabile esigibilità dei crediti che contiene. Il loro imminente crollo avrebbe travolto il castello di carte dell'economia finanziaria mondiale, responsabile di quasi tutte le efferatezze che ci colpiscono (dalle guerre all'inflazione, passando per la fame nel mondo), e fonte di infiniti guadagni solo per i padroni del mondo. Per questo, per salvare ancora il loro Potere economico, è stato deciso che a pagare per quell'immenso buco, migliaia di miliardi di dollari, pari almeno ad alcune decine di punti percentuali dell'intero debito pubblico statunitense, saranno tanto per cambiare i contribuenti.
Niente di strano se a pensare che questa trovata sia inevitabile (come è) fossero dei veterocomunisti, oppure degli ipercapitalisti che avessero il coraggio di ammettere la sconfitta del loro credo assoluto, invece sono ideologi del neoliberismo nella piena espressione della cifra peculiare del loro agire contemporaneo: privatizzare i profitti, pubblicizzare le perdite. A noi italiani dovrebbe ricordare qualcosa, per decine di casi fino all'attualità dell'Alitalia. Il guadagno ce lo dividiamo noi, le perdite le facciamo pagare (un po' per uno...) alla collettività. Ma così saremmo bravi tutti...
La cosa peggiore è che la lezione non è servita neanche stavolta: le borse mondiali festeggiano con un'ondata di rialzi, i cosiddetti osservatori del settore giudicano la mossa risolutiva rispetto alla drammatica crisi finanziaria degli ultimi due anni. Non sanno che così si comportano come i musicisti del Titanic...
Chi vuole sapere come stanno le cose, non ha che da rivolgersi alla controinformazione, quella vera: su comeDonChisciotte, ad esempio, sono riportati tra l'altro due pezzi, il primo dal Telegraph che spiegava due mesi fa quello che sarebbe successo in questi giorni, il secondo da Rebelion che tra l'altro rende conto delle cause profonde, che volendo essere ipersintetici si possono riassumere nell'estrema finanziarizzazione dell'economia mondiale. Chi non ha voglia di faticare spulciando nella Rete si accontenti delle superficiali amenità che gli propina il telegiornale di turno: hanno risolto la crisi, a nanna tranquilli...

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