
Lo dimostrano ad esempio gli ultimi sviluppi del caso Englaro, oggi, ed ieri il sabotaggio ecclesiastico del referendum sulla diagnosi preimpianto: avesse dato la Chiesa indicazione ai suoi fedeli di cosa votare, nulla quaestio ma non sarebbe riuscita a convincere la maggioranza degli elettori; gli è bastato invece puntare a convincere pochi indecisi all'astensione per invalidare la consultazione.
Nessuna novità: la realpolitik in Vaticano l'hanno inventata, altrochè. Ma le gerarchie ecclesiastiche possono oramai ben poco sui valori del popolo dei credenti, che hanno rapporti pre(ed extra)matrimoniali, usano contraccettivi, e se possono la fecondazione assistita la vanno a fare in Spagna. Delle posizioni coraggiose di Famiglia Cristiana abbiamo già parlato: oramai noi comunisti ce la facciamo consegnare dall'edicolante incartata tra la Gazzetta dello sport e Playboy, per non dare nell'occhio... Ma le parole più attuali sull'argomento le aveva dette 50 anni fa il migliore di tutti, quel Don Lorenzo Milani che nella sua breve vita seguì le tracce del vero cristianesimo, quello appunto di Cristo e di Francesco d'Assisi, stando dalla parte degli ultimi. Ce lo ricorda in questi giorni paradossalmente Italialaica, uno degli ultimi rifugi dei laici italiani, riportando una sua vecchia intervista. Che ci troviamo, rileggiamoci questi stralci dalla "Lettera ad una professoressa", lo scritto che squarciò per primo il velo della scuola come strumento di riproduzione sociale proponendo invece la cultura aperta a tutti come unico mezzo di promozione sociale. Secoli prima del rincoglionimento televisivo generalizzato padre della dittatura strisciante che stiamo vivendo, purtroppo...
Nessun commento:
Posta un commento