sabato 30 agosto 2008

AH, L'ITALIA!

Bisogna riconoscere, anche ad avversari politici, il genio. Come etichettare altrimenti il nume che ha evidentemente ispirato il Presidente del Consiglio nella gestione della faccenda Alitalia?
Re Silvio infatti stavolta si è superato, e non era facile. Da leader dell'opposizione ha bocciato l'entrata nel gruppo AirFrance/Klm della compagnia quasi intera con soli 2mila esuberi, millantando l'esistenza di un pool di imprese italiane che avrebbe fatto lo stesso anzi meglio dei francoolandesi, che giustamente si sono ritirati non potendo chiudere una trattativa i cui effetti si sarebbero concretizzati sotto il governo di chi gli si era dimostrato così ostile.
Dopo, ha minimizzato con l'aiuto del controllo mediatico totale l'evanescenza della cordata promessa, e ad acque calme ha consentito davvero che si creasse ricicciando una vecchia, vecchissima trovata del capitalismo de noantri: ora spezzettano la società, lasciando allo Stato il pezzo coi debiti, e trovando così entusiasti i privati (le solite facce, non voglio nemmmeno nominarle) a rilevare la parte attiva e il patrimonio. Tanto che tra questi, con quota di minoranza, ci saranno pare anche i francoolandesi scappati prima. Il tutto, con il triplo degli esuberi rispetto al piano precedente, da assorbire con un'altra soluzione anni 70 (il vintage si porta, si sà...): li facciamo assumere alle Poste! (ma non erano una SpA?).
Due i tocchi di classe: nominare due personaggi in quota all'opposizione a capo della public company inguaiata e della nuova compagnia di bandierina, e riuscire col solito tamtam mediatico a fare passare come "salvataggio dell'Alitalia" il solito regalo ai soliti finti imprenditori con tanto di costo per la collettività (indovinate chi paga i debiti?) che supererà di decine di volte gli strombazzati risparmi del Mago Brunetta e sarà superato come spreco solo dal federalismo prossimo venturo.
Unico neo dell'operazione, che si spera rientri, è il nome della creatura: Compagnia Aerea Italiana, infatti, da come acronimo CAI, che è la traslitterazione disneyana del verso dei cani bastonati. Se ne sarà già accorto uno dei nostri bravi vignettisti, e disegnato un Pluto con le insegne della nuova Compagnia che guaisce (cai, cai...) fuggendo dai molossi che rappresentano i giganti dell'aviazione europea?
Insomma, ci vorrebbe il grande Totò, quando scoprì l'autore del quadro astratto che lo aveva spaventato a casa di Franca Valeri a Capri: il genio è genio e come tale va premiato... orsù una sedia e un tovagliuolo!....

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