sabato 2 agosto 2008

BOLOGNA VENTOTTO ANNI FA

Se si vuole avere una misura della peculiarità del nostro Paese rispetto a tutti gli altri cosiddetti a democrazia avanzata, ricordiamoci di questo: è l'unico in cui numerosissime stragi di civili non hanno trovato colpevole. 14, secondo alcune prudenti statistiche, con centinaia di morti innocenti. E quando, come per la strage di Bologna del 2 agosto 1980, gli esecutori materiali sono in carcere con condanna definitiva, si ignora comunque chi siano i mandanti.
Forse bisognerebbe chiedere a chi, quasi trent'anni dopo, osa addirittura ventilare una fantomatica pista palestinese, subito calvalcata dai revisionisti storici che forti della maggioranza parlamentare vorrebbero riscrivere la storia come usa i vincitori, e quindi nella fattispecie hanno proposto la riapertura dell'inchiesta.
In qualsiasi altro dei Paesi suddetti (forse, e forse non a caso, Stati Uniti esclusi) un tipo come Cossiga non potrebbe straparlare come fa dai tempi delle esternazioni presidenziali, perchè sarebbe troppo impegnato a rispondere alle domande dei giudici che lo avrebbero incriminato per faccenduole come Gladio e il caso Moro.
Oppure a dire quello che sa di chi ha ordinato o favorito, per impedire a un Partito Comunista che contendeva alla DC la maggioranza relativa di andare al governo, una serie mostruosa di attentati e assassinii. Ce lo dica, Presidente, tanto oramai lei in galera non ci va più, o perlomeno lo lasci scritto per i posteri, e magari convinca il suo amico Giulio a fare altrettanto. Fate postumo il servizio alla Patria che non avete fatto da vivi: dateci i vostri scampoli di verità. Se ci sono le prove, crederemo pure ai palestinesi...

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