domenica 10 agosto 2008

IL DIRITTO INTERNAZIONALE E IL TOPINO DEI DENTI

Chi di noi credesse ancora in concetti come il Diritto Internazionale, è servito dal primo piatto della cronaca odierna.
Nella cartina (tratta da repubblica.it) si vede quanto sono vicine due regioni, l'Ossezia del Sud e la Cecenia, che hanno in comune la tragedia di essere parte di uno Stato mentre la stragrande maggioranza dei propri abitanti vorrebbe esserne indipendente. La stessa cosa del Kosovo, insomma, ma questo è fuori cartina. Non essendo in grado di discernere nei dettagli di situazioni troppo lontane, abbiamo osservato la Russia di Eltsin prima e Putin poi chiamare terroristi e combattere i ceceni, e rispondere a brutto muso a chi volesse impicciarsi che "sono affari interni".
Adesso vediamo che se la Georgia di Saakashvili fa con gli osseti la stessa cosa, i russi si impicciano al punto di attaccarli militarmente. Due pesi e due misure così sfacciatamente che persino Berlusconi e Bush hanno (sia pur timidamente) rimproverato il loro amicone ex leader del KGB: non ci illudiamo, non gli scateneranno contro una tempesta come a Saddam ai tempi del Kuwait, però se anche a loro è parso troppo tacere, qualcosa vuol dire.
Certo, ne ceceni nè osseti ci interessano come i kosovari, per i quali il Progressivo Occidente si è prodigato manu militari, forse per maggior interesse forse perchè il cattivone di turno erano i decisamente meno temibili serbi. Ma nemmeno i morti e i feriti che occhieggiano dalle foto sui media ci lasciano indifferenti come gli iracheni, perchè questi sono caucasici e ci somigliano, e ci ricordano che ieri sotto le bombe di nemici che diventano alleati e di alleati che diventano nemici ci eravamo noi. E domani ci potrebbe ritoccare.
Perchè questa è solo l'ultima di una serie impressionante di dimostrazioni del fatto che non abbiamo imparato dagli errori dei padri, e quindi non siamo al riparo dal ricommetterli. La forza conta ancora più del diritto: è ora di smettere di lasciare il dentino sul comodino.

1 commento:

Marcos ha detto...

Condivido quello che dici, ma non trarrei la conclusione (se la trai) che il diritto internazionale ne sia indebolito. Sebbene non sia il più giovane (il diritto amministrativo è nato ufficialmente più tardi), il diritto internazionale è ancora il più frammentario e meno sviluppato, sia perché lascia ampio spazio alle consuetudini, che si sviluppano nel tempo, sia perché contiene più elementi di riparazione che di prevenzione... In casi come questi, credo, il diritto internazionale è violato, e non indebolito; e dovrebbe essere utilizzato per reagire, non sostituito in toto dalla diplomazia... Che poi, come è avvenuto in Iraq, il diritto internazionale sia utilizzato in modo improprio per legittimare ex post interventi unilaterali di per sé contrari allo stesso diritto internazionale, questo dipende dagli utenti del diritto internazionale, non di quest'ultimo. Di certo, al diritto internazionale manca un giudice generale forte; ma sono sicuro che i vari giudici particolari che lo assistono (es. la Corte europea dei diritti dell'uomo) sapranno ben contestare alla Russia le proprie responsabilità...

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