mercoledì 16 settembre 2009

LA CADUTA

Saranno gli ambienti che frequento, ma dal 1994 ad oggi tra le persone che mi circondano registro una proporzione tra coloro che si dichiarano apertamente antiberlusconiani e quelli che si dichiarano apertamente berlusconiani a occhio e croce di 10 a 1. Anche volendo tirare in ballo il diverso grado di passione per la politica in chi è di sinistra, o d'altro canto un certo grado di vergogna in chi lo vota magari per altri motivi che non la sua statura di politico e di persona, non basta a spiegare un tale scarto, peraltro sottostimato. E non tanto rispetto al fatto che Berlusconi dal 1994 ha oggi ha vinto tre elezioni politiche e quando ha perso è stato di misura e quindi ha fatto opposizione da posizione di forza e per breve tempo, quanto rispetto ai sondaggi di gradimento che sbandiera, 60 70 per cento e oltre.
Scartiamo subito le autoproclamazioni in quanto il soggetto ne fa troppe per essere attendibile (ha imbarazzato persino Vespa insistendo che rispetto a De Gasperi non solo ce l'ha più lungo, il governo, ma anche più duro, il periodo storico in cui è stato costretto a governare - lo so che non ci si crede ma ci sono i filmati), e andiamo a fondo ai numeri. L'ultimo successo elettorale ha contato circa il 47 per cento dei voti, che il proporzionale con sbarramento e la sinistra divisa hanno portato a quasi il 55% dei seggi, che per il 77% dei voti validi fa poco più del 36 per cento degli aventi diritto al voto. Poco più di 1 su 3, che comincia ad essere meno lontano dalla mia percezione personale. Il riservato, quello che si vergogna, quello che l'ha votato senza capire niente di politica, quello che si è pentito, ed ecco che basta ammettere che il campione delle mie conoscenze non è rappresentativo per arrivare vicino alla realtà. Ah già, c'è il cattolico scandalizzato dai suoi eccessi e soprattutto da come li sbandiera: ci siamo.
Il Nostro lo sa, e infatti è nervoso. Fini e Casini hanno già pronta la nuova DC, e Santa Romana Chiesa scalpita all'idea di non dover più ingoiare rospi per avere quello che per cinquant'anni è stato suo senza corrispettivi. Rutelli è già dietro la porta che gratta con le zampine. Bersani è pronto, una volta eletto segretario del PD, a scioglierlo o rinominare quello che ne resta cambiando strofa di Vasco per lo slogan, da "un senso a questa storia" a "anche se questa storia un senso non ce l'ha" (battuta bellissima che rubo a Contrappunti). E' nervoso, perchè se ad ottobre la Corte Costituzionale gli boccia il lodo Alfano potrebbe essere costretto a dimettersi, come ammette la stessa Avvocatura dello Stato nella memoria difensiva, e allora deve decidere se mollare l'osso e preparare una strategia che almeno lasci intatto il suo impero (comunque i figli si accordino per dividerlo) oppure cedere alla tentazione di rilanciare facendo sciogliere le camere e riducendo le successive elezioni a un plebiscito dall'esito tanto poco scontato quanto devastante sarà per il Paese la sanguinosa campagna elettorale che potrebbe avviarsi. E quando uno è nervoso, anche se è il numero uno nel mestiere, capita che sbagli. Ha fatto il ducetto, chiudendo tutti i programmi giornalistici del regno televisivo per non disturbare la sua apparizione messianica a Porta a porta: lo share è stato deprimente, il 13%, molto peggio di una fiction sulla sua Canale 5.
Rai3, defraudata di Ballarò, gli ha messo contro un capolavoro della cinematografia recente, La caduta, in cui un immenso Bruno Ganz intepreta Adolf Hitler nei suoi ultimi giorni nel bunker. Un dramma intensissimo della cui attinenza, in farsa e sotto metafora, alla situazione italiana odierna si sono accorti dei bravissimi parodianti partorendo il filmato che vedete qui in basso, esilarante. Il parallelo non può andare oltre lo scherzo, ci mancherebbe, ma il dittatore tedesco si che poteva contare dell'appoggio quasi totale del suo popolo, eppure è caduto lo stesso, vittima delle proprie follie. E non aveva bisogno di fabbricare in propaganda quello che di buono aveva fatto al suo popolo, ma si limitava a nascondere parte della verità ai suoi sudditi, "piccoli particolari" come milioni di ebrei zingari storpi e omosessuali "terminati". Il film si chiude con la testimonianza della segretaria del Fuhrer nel bunker, raccolta dalla sua viva voce qualche anno fa quando era ancora viva. Che dice che per anni, anche quando ha saputo dell'Olocausto, non riusciva a sentirsi colpevole, correa: dopotutto, era solo una segretaria. Poi in visita a un Lager ha visto il nome di una sua coetanea e conoscente, avviata ai campi per morirci proprio nei giorni in cui lei veniva assunta da Hitler. E ha compreso la sua colpa.
Spesso ci si accorge di essere stati dalla parte sbagliata solo molto tempo dopo. E non sempre si ha il coraggio di ammetterlo.

1 commento:

Michele Diodati ha detto...

Caro cugino, nella tua valutazione della proporzione berlusconiani / antiberlusconiani (1 a 10 secondo te), forse non consideri la sterminata quantità di anziani e di vecchi che costituiscono una fetta molto cospicua della popolazione italiana. Costoro, soprattutto se hanno uno scarso livello d'istruzione e se la loro unica fonte di informazione è la televisione, sono quasi invariabilmente berlusconiani convinti. E ti assicuro che ne conosco parecchi, di anziani e di vecchi, che considerano l'egoarca (come lo chiama D'Avanzo) una sorta di messia, ingiustamente offeso e strapazzato, pressoché quoatidianamente, da una sinistra malvagia e ingrata.

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