sabato 19 settembre 2009

ARTICOLO 11

Ad ogni morto ne parliamo, l'ultima volta il 15 luglio scorso: l'Italia è in Afghanistan in violazione palese e grave della propria Carta costituzionale. E chi argomenta il contrario lo fa arrampicandosi agli specchi con sofismi, sulla pelle di ragazzi italiani in carne ed ossa, quasi sempre peraltro meridionali.
Vale la pena allora riportare ancora il testo dell'articolo 11:
"L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo."
Come vedete, l'utilizzo della seconda parte dell'articolo per partecipare alle cosiddette "missioni di pace" è a dir poco capzioso. Ma spiega perchè ci si ostina ad utilizzare questa etichetta "missioni di pace": se qualcuno ammette, come si è sentito dire ad esempio a proposito delle regole d'ingaggio che sarebbero inadeguate a proteggere i nostri soldati, che li si è in missione di guerra e non di pace, o parla subito dopo di ritiro o si mette in posizione di aperta violazione della Carta costituzionale.
Ora, che a Berlusconi non gliene freghi niente è dimostrato tante volte - da ultimo con il lodo Alfano. Per cui finchè c'era Bush è stato granitico nel mantenere i nostri soldati in guerra. Oggi non solo c' è Obama, ma i sondaggi - la sua stella polare - gli dicono che il 60% degli italiani vorrebbe i soldati a casa, ecco spiegate le sue dichiarazioni a caldo. Ora, è vero che le ha parzialmente corrette a freddo nel suo solito stile, ma finalmente si può sperare in un ritiro all'orizzonte, e sinceramente non ci frega niente come ci si sia arrivati ma che si faccia presto.
Anche perchè in questo terreno la cosiddetta sinistra non è che abbia fatto meglio, a partire dai bombardamenti nei balcani per finire alle recenti dichiarazioni di Fassino e Napolitano: il primo davvero ridicolo nel ripetere il mantra del "sostegno alla democrazia" a cui non crede più nemmeno mia zia ottantenne che adora Emilio Fede, il secondo invece per la carica che ripone meriterebbe davvero che qualcuno pensasse di denunciarlo per tradimento di quella Costituzione di cui dovrebbe essere il principale custode.
La seconda parte dell'articolo, la cui interpretazione estensiva è tanto cara ai guerrafondai mascherati, è stata messa lì dai Padri della Patria - e Napolitano lo dovrebbe sapere benissimo, e anzi il suo compito sarebbe di cazziare chiunque tenti di tradire questa intenzione - pensando all'Onu o ad altri organismi sovranazionali di pace rimasti negli auspici, o alla peggio a un nuovo Hitler che attaccasse un Paese alleato per cui accorrere in sua difesa equivalesse alla difesa del nostro territorio. Insomma solo la guerra di difesa, solo quella, è ammessa dalla Costituzione. E per sgombrare il campo a ogni ipotesi di guerra di offesa, i costituenti hanno usato la più forte formula di ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie, che non lascia davvero spazio a interpretazioni.
Nel 2001, ammesso e non concesso che sia vera la versione ufficiale, un commando di arabi ha commesso un terribile attentato terroristico nel territorio degli alleati Stati Uniti. Se l'Afghanistan avesse attaccato militarmente gli USA, noi avremmo potuto in quanto alleati legittimamente accorrere al loro fianco. Ma anche volendo assimilare l'attentato terroristico a un atto di guerra, esso non è stato compiuto da nessun afgano. Quello che è successo è che Bush ha detto, 2 giorni dopo, che era stato Bin Laden, saudita amico di famiglia, e che si rifugiava in Afghanistan, per cui ha imposto al regime talebano, fra l'altro insediatosi con l'appoggio economico e militare degli americani stessi, di consegnarlo pena l'attacco. Questo crimine, costato peraltro centinaia di morti tra i civili afgani per ogni soldato occidentale che ha perso la vita, Bush ha potuto legittimamente compierlo perchè la sua costituzione non gli vieta di "risolvere delle controversie internazionali" come al massimo può essere considerata la mancata consegna di un presunto capo terrorista che presumibilmente è ospite di uno Stato sovrano, con la guerra a quello Stato. La nostra, lo vieta. I parlamentari che hanno votato e i presidenti che hanno firmato le missioni di pace e i loro finanziamenti hanno violato la Costituzione. E hanno tutti i morti, fino ai sei ultimi nostri ragazzi, sulla coscienza. Punto e basta.

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