lunedì 28 giugno 2010

ANDARE A FONDO

Ieri faceva trent'anni dalla tragedia di Ustica. La storia d'Italia è piena di episodi oscuri e stragi impunite, ma il DC9 dell'Itavia affondato al largo dell'isola tirrenica ha forse il primato di depistaggi evidenti. Un "muro di gomma" si è subito alzato a "proteggere la verità dai curiosi", e contro quello fino ad oggi sono andati a sbattere tutti, dal povero Corso Salani del film omonimo (lo compiango perchè è da poco scomparso prematuramente, come si dice), al giudice Priore che accusò di alto tradimento i vertici dell'Aeronautica, che hanno sin dal primo momento sostenuto la tesi dell'attentato (bomba a bordo), che rilancia Giovanardi oggi che l'inchiesta ha dimostrato l'abbattimento dell'aereo da parte di un missile. Conoscevo personalmente uno di questi ufficiali, che solo per un caso non era in servizio la notte del 27 giugno 1980, ed ha per anni sostenuto veementemente presso parenti e amici la tesi della bomba, anche se ad ogni morte sospetta si poteva credere di notare un filo di incrinazione in più nella voce, non ancora un dubbio, ma l'amarezza che ti coglie quando scopri che la sorte ai tuoi danni si fa beffe della statistica, si.
Si, perchè tra le persone che potevano sapere e dire qualcosa di ciò che accadde quella maledetta sera, infatti, si è registrato un numero particolarmente significativo di morti molte delle quali sospette: dodici tra strane impiccagioni, strani incidenti stradali, uno strano incidente aereo (quello famoso delle Frecce Tricolori), un omicidio a scopo di rapina senza rapina. Anche se tutto ciò fosse stato organizzato per coprire chissà cosa, sarebbe strano che a distanza di trent'anni si riuscisse a mantenere la copertura, e infatti col tempo parecchie cose sono state dette, anche da parte di chi in passato si è costruito fama di esternatore mattacchione forse proprio per poter dire quello che gli pare. Così il Corrierone, ai tempi in prima linea sulla vicenda proprio col giornalista impersonato da Salani nel film di Risi, oggi può permettersi di affondare con un pezzo come questo, in cui pare suggerire a chi tra i nostri politici usa intrattenersi sempre più intimamente col colonnello Gheddafi, che da anni allude all'incidente come se ne sapesse un bel po', di approfittare dell'amicizia per chiedere lumi su una vicenda oscura che una volta tanto non lo riguarda, per cui ci farebbe solo bella figura...
Io però preferisco lo stile diretto di Lameduck, che cose del genere le ha scritte sul suo blog giusto tre anni fa.
Tanto non è cambiato niente, nè rispetto a tre nè rispetto a trenta anni fa: si continua a non andare a fondo nella ricerca della verità, e ad andare a fondo nella deiezione dei nostri peggiori difetti, meritatamente guidati dal campione del mondo degli stessi.

Nessun commento:

In evidenza

DEFICIENZA, NATURALE

Dell'argomento AI ne abbiamo già parlato come di uno di quei pericoli gravissimi verso i quali sarebbe opportuno porre argini non appen...

I più cliccati dell'anno