sabato 26 giugno 2010

POVERA RAGAZZA

Stamattina ho fatto piangere una ragazzina. No, non sto vantando doti da sciupafemmine: era una telefonata di un call-center e ve la devo raccontare, perché fa scopa con tante pesanti e imprecise robe teoriche di cui sto infarcendo sto blog in questi giorni.
Giorni fa avevo ricevuto, come molti di voi, una incomprensibile offerta commerciale allegata alla bolletta della luce. Ero stato diffidente già all'etichetta del pacchetto di offerte: "mercato libero": sono un veterocomunista, e credo fermamente che tutte le privatizzazioni cui abbiamo assistito negli ultimi venti anni siano state un salasso per i cittadini e un affare soltanto per i soliti pochi noti. Ma un conto sono i monopoli di fatto, come in Italia dovrebbero essere le ferrovie, un conto settori come l'energia dove in effetti una liberalizzazione fatta come si deve avrebbe potuto migliorare parecchio la qualità dei servizi riducendone i costi e impattando positivamente sulla bolletta energetica nazionale tramite la libera autoproduzione e vendita del surplus. Ora, a parte che in Italia ovviamente non è stata fatta bene, perché qui si pensa ancora in termini di centrali nucleari e altri accrocchi antieconomici e pericolosi come la centrale a carbone di Saline Joniche solo perché consentono un buon margine per le tangenti, il problema è che, come tutte le offerte commerciali con dentro il padulo, anche con una laurea non si riesce a capire bene, da quelle carte, in cosa consiste l'offerta. Poco male, c'è il cestino (raccolta differenziata...).
Stamattina però arriva la telefonata. La ragazza cincischia, vuole parlare con l'intestataria del contratto. Dico se è per un offerta commerciale o per qualche problema nei pagamenti dica a me perché le bollette le pago io. E' un offerta commerciale, chissà perché lo supponevo. Dice lei dovrebbe avere ricevuto un'offerta in bolletta. Dico si meno male che ha chiamato non ci ho capito nulla me la spiega lei? Dice si tratta di uno sconto. Penso se è uno sconto fammelo e basta perché non dovrei accettare, ma dico che sconto? Dice uno sconto del cinque per cento. Ho capito, l'aiuto: si però sulle carte si parlava di libero mercato. Esita, sento parlottare. Dice se aderisce alla nostra offerta di libero mercato ha uno sconto del cinque per cento sulla sua bolletta. Penso si ma in cambio di cosa, dico si ma in che consiste l'offerta? Riesita, riparlotta, ripete le parole che gli hanno appena detto di dirmi, facendosi sentire, dice eh ma l'attivazione è gratis. Di cosa? Di libero mercato. Penso digli a questo stronzo che ti sta accanto che già ti pagano poco almeno potrebbero spenderle due lire in formazione prima di metterti operativa - dico mi spiace ma sono contrario ad entrare nel libero mercato (ma non dico almeno non così), salve. Si arrende, saluta, chiude, si capisce che ha il broncio, avrà vent'anni maledizione, magari è al primo giorno, magari ora la cazzìano, potevo prendermi sta cavolo di offerta!
Penso, oramai è tardi per lei: ha attaccato. Penso. Penso:
  • siano stramaledetti nei secoli dei secoli gli economisti i giuslavoristi i politici che hanno ridotto i nostri ragazzi a non sapere nemmeno che avrebbero diritto a un lavoro vero ed equamente retribuito
  • sta ragazzina magari è appena laureata, magari ci credeva mentre studiava, ecco perché piange
  • sta ragazzina se quando chiudeva i libri anziché guardare il grande fratello faceva le letture giuste, lei e i suoi amici oggi anziché affollare i cocktail bar e i social network affollerebbero le strade e le piazze facendosi ammazzare piuttosto che arrendersi al futuro che gli abbiamo preparato
  • sta ragazzina non lo fa perché anche coi 400 euro che gli danno in cambio del suo tempo e del suo amor proprio, tira avanti e si diverte, la sera, che tanto vive dai suoi che hanno stipendio fisso e pensione e ogni tanto sganciano e quando schiattano si piglia la casa
  • si ma se e quando lei avrà dei figli e i suoi saranno sotto terra da tempo i suoi figli non potranno contare sul suo stipendio e quand'anche lei arrivasse mai alla pensione sarebbe troppo bassa e sarebbe troppo tardi per loro, insomma questo è l'ultimo giro in cui il giochetto funziona
  • anche perché la casa, oramai, per campare ha dovuto fare uno di quei giochini con le banche che quando muore se la pigliano, era uno degli strumenti finanziari creativi introdotti da Tremorti, Tramonti o come diavolo si chiamava.
Penso meno male che non ho figli. Penso mo la racconto sul blog, sta storia, anche se non servirà a nulla. I call-center sono il fondo del barile non solo del lavoro ma anche del marketing, e infatti ormai vendono quasi sempre servizi di cui sei costretto ad usufruire se vuoi campare, è per quello che ora hanno privatizzato pure l'acqua (a proposito: firmato per il referendum?), non sanno più che inventarsi. Nella storia, da queste situazioni si esce, forse, solo dopo una catastrofe: l'ultima volta è stata una guerra mondiale, e chi ha ricostruito ha tenuto conto della lezione dei grilli parlanti di prima, dei quali però pochi erano sopravvissuti ai pinocchi.

1 commento:

Auro Tirannos ha detto...

Sono d'accordo con te. I call center sono proprio l'ultima tacca prima della feccia, anzi raspano già il fondo del barile.

Personalmente ho una spiegazione di tipo psicologico per la situazione che hai descritto (cioè adulti con lavori di merda, che si adattano a farli senza protestare più di tanto).

La mia spiegazione è che la società italiana, forse più di qualsiasi altra al mondo, è basata su rapporti morbosi genitori/figli, nei quali i genitori non si pongono minimamente il problema di svezzare i figli, di fornire loro i principi e la forza interiore per affrontare la vita cercando di affermare il senso della propria dignità umana. Certo perché neppure i genitori - questi genitori che non hanno fatto la guerra - sono preparati a un simile compito.

Così l'Italia attuale è composta da milioni di bambini di tutte le età, alcuni con ruoli direttivi, molti con ruoli da sottomessi, che vivono e lavorano esattamente con la logica dei bambini: vince il più forte (nell'arte della violenza, del compromesso, della truffa ecc.) e il debole si sottomette accettando la cosa come un dato di fatto.

Ovviamente una società simile è destinata a una fine ignobile e inevitabile.

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