Ebbene si, sono in vacanza. Avendo disponibilità per una cosa da pooracci, e disdegnando una soluzione tipo Sharma, l'unica era optare per pochi giorni in un posto con una moneta più debole dell'euro... Ballottaggio Praga/Istambul, vince la prima per comodità.
Il sole è spuntato dopo i primi due giorni piovosi e grigi, situazione a cui quest'anno però a Roma ci si era abituati, per cui si gira uguale e si vede abbastanza.
Prima impressione: Assisi. Stesso restauro eccessivo e pacchiano, no qui più pacchiano, stessa folla in processione tra gli stessi negozietti, che vendono le stesse cose fabbricate negli stessi posti, e forse hanno pure gli stessi proprietari.
Ma avendo il tempo per un approccio un filino meno superficiale, acquistiamo un biglietto per dieci musei, che specialmente quando piove non c'è di meglio.
Il primo di strada è la torre della basilica di San Nicola, appena fuori ponte Carlo. Adoro salire sulle torri, ma questa offre molto di più di un semplice panorama: sotto il tetto, sopra la campana, c'era una stazione di osservazione dei servizi segreti comunisti. e il capitalismo trionfante oggi ne ha fatto un museo a pagamento! Ma è una cosa fighissima, vedere i potenti mezzi tecnologici degli anni 60 e 70 esposti nell'ambiente perfettamente conservato in cui gli agenti svolgevano il loro compito, annotando intanto su calendari ritagliati dai giornali i risultati delle partite dei mondiali del 70 e del 74...
Gli stanzini hanno in bella vista anche il vecchio mobilio, radio tv telefoni che oggi si dicono vintage, e una completa dotazione delle apparecchiature che servivano per osservare spiare eccetera: l'effetto sarebbe di tenerezza, se non si sapesse cosa ha comportato quel regime specialmente in quel paese.
La risata spezza tensione arriva quando vado a firmare il registro del museo: la pagina aperta recita "Ciccio e Rosario from Reggio Calabria, mizzicaaaa" a cui non ho resistito di rispondere "minchiaaa puru jeu", anch'io, guarda le coincidenze.
...
Ma dopo avere visto tutto quello che si può (sei giorni per Praga sono pure troppi...), su cui sorvolo perchè non direi nulla di originale, tocca al museo del comunismo riportarti nella dimensione straniante per cui tu cammini per quelle strade chiassose e colorate cercando di immaginarti quando erano grige e silenziose, ma occasionalmente animate di altro tipo di chiasso e colorate del rosso del sangue. E il flashback temporale immaginario arriva a sovrapporsi, e ne è aiutato, da un flashback spaziale reale: Praga e Reggio Calabria, pur nella enorme differenza di dimensione delle tragedie, hanno visto entrambe, forse uniche in europa dalla fine della seconda guerra mondiale, i carri armati per le strade non per una sfilata, e io ero piccolo ma ne ho un ricordo vivido personale.
Non resisto: a una simpaticissima signora che ci guida tra gli ambienti del palazzo municipale chiedo, perchè dall'età apparente penso mi possa rispondere, cosa ne pensa della nuova praga e come era quella vecchia. E' impaurita, dico che non voglio un giudizio politico, ma architettonico, che è di sua competenza. Risponde più o meno così: ai tempi del comunismo era tutto brutto, ma oggi tutto quello che vedi è dei russi ricchi, e i ricchi spesso non hanno la cultura per sapere cosa è bello e cosa no.
Strano destino, quello di Praga: invasa dai nazisti poi dai sovietici, quando è finalmente libera si ritrova praticamente di proprietà di tedeschi e russi. Sarà una metafora?
domenica 6 giugno 2010
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