mercoledì 28 agosto 2019

MORIRE POMPIERI

Ho un GPL, autonomia simile a quella delle elettriche,
distribuzione non ancora capillare nonostante l'oramai
ampia diffusione, ma quando capita, non raramente, di
restare a secco, posso passare a benzina. E un domani?
La citazione originale, santa Wikiquote aiutami tu, è di Pitigrilli, ed è "si nasce incendiari e si finisce pompieri", ma tutti l'abbiamo sentita molto più probabilmente in una canzone, di Rino Gaetano o di Ligabue a seconda dell'età. Il significato è intuitivo: è nella natura degli uomini da giovani avere voglia di cambiare il mondo anche a dovere spaccare tutto, e poi man mano che l'età avanza e aumentano le "cose da perdere" e con esse la cautela, e in parallelo la consapevolezza della finitezza del tempo, trasformarsi in conservatori. Famosa è anche, al punto di ispirare il titolo di un film, la sua declinazione in "moriremo tutti democristiani": attenzione che li il significato è diverso (sta per "il sentimento popolare profondo degli italiani è tale che, al di là delle increspature superficiali che scambiamo per mutamenti sostanziali, siamo governati dalla DC anche decenni dopo la sua scomparsa e probabilmente lo saremo sempre"), ma qui ci azzecca solo in parte, e il destino del movimento 5 stelle c'entra solo di striscio, quindi semmai ne parliamo quando finisce la telenovela del governo (al momento pare nel modo più nefasto per la creatura di Grillo).
Più pertinente al filo del discorso è invece un'altra citazione di Pitigrilli che scopro in questa occasione: "coloro che accendono candele sull'altare dell'ideale, nove volte su dieci hanno una fabbrica di candele che li sovvenziona". Perché qui parliamo di ambiente, cercando di non ripetere i concetti generali che non riuscirei a dire meglio che nel marzo scorso (rileggetevi il post, è gratis), ma invece partendo dalla cronaca.
Avrete tutti sentito, infatti, della giovane paladina in viaggio transoceanico sulla barca a vela "a zero emissioni": si, il mainstream ha coperto l'impresa con diligenza, lo avete sentito. Ma i quanti avete pensato, magari senza esservi imbattuti in articoli come questo, da quale "fabbrica di candele" è sovvenzionata l'impresa, e qual'è veramente il suo impatto energetico, considerato bene il tutto, compreso il ritorno di Greta e del suo staff a casina comodamente in aereo?
Ma non è nemmeno quello lo spunto di cronaca da cui sono partito. Quello è l'incredibile battage che ha improvvisamente ri-ricevuto la difesa dell'Amazzonia. Ho l'età, infatti, per ricordare che si tratta di un tema ricorrente da decenni, tra i primi fu Sting a farsene paladino, e la cosa ebbe tanta eco che la parodia che ne facevano Elio e le storie tese impersonando Minghi e Mietta faceva scompisciare tutto il pubblico (senza quella eco in molti non l'avrebbero capita), con ricadute variamente positive sui vari paladini da lui in giù (adeguatamente stigmatizzati persino da De Andrè in persona), e invariabilmente nulle sul destino del cosiddetto "polmone verde del pianeta". D'altronde, anche oggi mettere i like sulle news nei social è molto più comodo e fa molto più figo che innaffiare le piante sul proprio balcone tutte le sere.
Ora, è appena ovvio sostenere che la foresta amazzonica non si deve bruciare, e che Bolsonaro è brutto e cattivo perché non combatte adeguatamente i deforestatori. Ma la cosa sarebbe un filino più coerente, e quindi credibile, se mentre si critica lui non si avesse nello stomaco una bistecca proveniente da manzi allevati in quei territori grazie a quella deforestazione. Non dico che possono parlare solo i vegetariani, perché anche quello quando diventa moda si colora di integralismo sospetto (senza nulla togliere al dovuto rispetto per le scelte individuali, ma non dimenticando che esse valgono appunto solo per l'individuo e non comportano automaticamente niente, o Hitler sarebbe un santo), ma magari solo quelli che mangiano la carne solo ogni tanto e magari cercando la qualità e l'allevamento locale non intensivo, quello si.
Così, invece di assumersi l'onere di partire cambiando i propri comportamenti individuali, la maggior parte di noi si accoda al gregge, e finisce per cambiare abitudine solo se e quando la cambia questo. Di conseguenza, non c'è dubbio che il consumo di carne avrà un tracollo, perché l'attuale industria è del tutto insostenibile per il pianeta. Ma sarà quando il capitalismo multinazionale avrà trovato qualcosa di paragonabilmente redditizio (la bistecca sintetica? gli insetti? chi vivrà vedrà, chi ha almeno la mia età può anche ragionevolmente sperare di no) per soppiantarla. Magari, nemmeno avendo un'impronta ecologica effettivamente minore.
E qui l'esempio ce l'abbiamo sotto gli occhi. L'auto elettrica, sapevàtelo, rivaleggiò agli inizi con quella a combustione interna, perdendo soltanto per l'arretratezza tecnologica in materia di batterie, il motore elettrico in sé essendo invece migliore da ogni altro punto di vista (come dimostra la direzione presa dalle ferrovie, dove aveva senso passare dei fili): potenza, durata, accelerazione, velocità, semplicità componitiva, silenziosità, emissioni in zona, minore ingombro del motore e relativa maggiore libertà progettuale della carrozzeria, eccetera. Oggi, invece, pare che tutte le case costruttrici si stiano convertendo via via all'elettrico: com'è possibile? Ok, intanto le batterie sono finalmente competitive. Ma a che prezzo? e chi lo paga? Quanti di noi sono consapevoli del fatto che il passaggio all'elettrico del parco auto mondiale si tradurrà in una catastrofe per quei Paesi, in genere africani, dove si trovano abbondanti giacimenti di quei metalli che servono a confezionarle? Se la cosa era già grave per i cellulari, cosa diventerà con le macchine? E quanti ne comprendono il legame con il business Migrazione? Non è che allora tutta questa spinta sia sospetta? Che le auto elettriche, fatti bene i conti, non siano poi così tanto ecologiche? E che quindi la crociata anti-Diesel, a partire dal caso Volkswagen, non sia stata che il segno visibile di un cambiamento di equilibri tra lobbies concorrenti?
Insomma, eccomi 56enne a sciorinare dubbi su dubbi sull'ecologismo modaiolo di oggi, dopo essere stato ventenne tra i primi a praticare l'ambientalismo anche pagandone personalmente (e in contanti) il prezzo. Mannaggia a Pitigrilli....

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