giovedì 10 settembre 2009

IL SOLITO TORCIBUDELLA, JOE!

Visto Videocracy: è abbastanza deludente. Ma forse il mio giudizio è pesantemente influenzato dall'essere diciamo così uno dei tanti (ma percentualmente purtroppo pochi) diciamo così "appassionati della materia", a conoscenza di molti dei tanti misfatti più o meno legali compiuti dall'Ineffabile Premier nella sua lunga carriera. Per cui, ad esempio, si resta delusi quando il regista, altrimenti munifico di commenti fuori campo, riporta un brano di conferenza stampa in cui Berlusconi declama tutti i suoi "numerosi successi" senza sottolineare nemmeno quelli più manifestamente discutibili: ad esempio, mentre il Boss si vantava di aver rilanciato Mondadori, Gandini poteva ricordare che l'ha acquisita illegalmente, mediante la corruzione del suo avvocato al giudice che doveva decidere a chi assegnarla, condannata con sentenza passata in giudicato e quindi costituente verità giuridica a prova di querela. Insomma, una cosa che si può dire pur essendo un regista emergente e squattrinato...
Inoltre tutta la seconda parte del film risulta eccessivamente incentrata su due figure sì emblematiche ma non certo cruciali dell'apparato videocratico: Lele Mora e Fabrizio Corona. Tanto che a un certo punto il fastidio di vedere snocciolate le frattaglie dei due soggetti, dalla suoneria fascista del cellulare del primo alle nudità (invero notevoli, almeno adesso in qualche modo si può capire la Moric...) del secondo, supera l'effetto voluto di straniamento culturale nell'assistere alle loro emblematiche imprese.
Detto questo, resta un film da vedere. Intanto perchè il Capo l'ha embargato, con ciò dimostrando che del fastidio può darglielo. Poi perchè rende palpabile il clima culturale imperante nel Paese, ed evidente da dove dovrà cominciare la controrivoluzione che il nuovo centrosinistra - se e quando nascerà - dovrà avere in agenda. Quindi perchè non tutti sanno tante cose, e il film qualcuna di queste cose le mostra: ad esempio come grandifratelli veline e compagniabella hanno corrotto l'anima dei nostri figli. Infine perchè comunque entri in sala ne esci con il disagio interiore complessivamente aumentato: un blackblock potrebbe avere la tentazione di farsi kamikaze, un tranquillo sinistroide di diventare financo comunista.
Scherzi a parte, lo spettatore medio riceve una serie di schiaffi e pugni nello stomaco. Andateci, col piglio di un Clint Eastwood che entra nel saloon perchè la sua anima ha bisogno di whisky: sa già che gli farà male, quel torcibudella da quattro soldi che serve il vecchio Joe, ma lo ordina lo stesso.

1 commento:

lauraetlory ha detto...

Va visto assolutamente: e' agghiacciante, una secchiata di acqua gelida in faccia. Serve!

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