lunedì 20 settembre 2010

IL MIO PODERE

Daniele Furlan è un ragazzo tetraplegico a seguito di un incidente stradale: uno degli esempi della distorsione che abbiamo tra la percezione dei pericoli e la loro reale consistenza statistica. Temiamo più gli zingari, ad esempio, che le automobili, quando invece a pensarci bene di persone uscite malconce da un campo nomadi non ne conosciamo, ma dalle lamiere della propria auto, per propria o altrui colpa non conta, invece si. Il caso di Daniele è dunque tragicamente "normale", quello che non è normale - o forse invece magari si, in un certo senso, bisognerebbe conoscere tutti gli altri per poterlo dire - o comunque è da segnalare è come Daniele ha reagito agli eventi.
Un po' ve lo dico adesso: tra l'altro, ha scritto un libro. Il resto lo scoprirete sul canale youtube di Daniele, e ancora di più se comprate e leggete il libro. Che parla delle due vite di Daniele con in mezzo l'incidente: la prima è la storia di un giovane di famiglia operaia che grazie alle sue capacità e alla sua ostinazione riesce a diventare un piccolo imprenditore, senza perdere il contatto con gli amici e come tutti districandosi in situazioni familiari e sentimentali complicate; la seconda è la storia del ritorno ad una quotidianità almeno accettabile, che comporta lunghi periodi di degenza ospedaliera, nei quali il dolore è una costante e la perdita della ragione è sempre dietro l’angolo: una nuova vita in cui la scala delle priorità viene del tutto ribaltata, e il rapporto con gli altri si svolge in un contesto completamente cambiato.
Il libro si chiama Il mio podere, edizioni Albatros - Il filo 2010 (ISBN 978-88-567-1121-9), e si può acquistare presso le librerie del gruppo Ugo Mursia (qui il motore di ricerca), oppure direttamente in Internet.
Se non bastasse tutto quanto detto per comprarlo, sappiate che i diritti d'autore di Daniele sono interamente devoluti all'associazione La colonna per la ricerca nel campo delle lesioni spinali, per cui fate i bravi, e passate parola!

1 commento:

daniele2001 ha detto...

Caro Cu-Gino, credo tu abbia centrato perfettamente il problema... ogni anno guardando le statistiche degli incidenti stradali facciamo la conta del numero dei morti, perché a tutti gli effetti questo è il numero più importante, più eclatante, più sconcertante... soprattutto se rapportato al numero dei morti di morte violenta, in azioni di guerra, di polizia o vittime di bande o singoli criminali.
Quello che spesso viene contabilizzato come un dato secondario è il numero dei feriti in incidenti stradali... ebbene molti di questi avranno la fortuna di tornare ad una vita normale, alcuni ne porteranno dei leggeri segni per il resto della vita... ed alcuni altri invece vedranno la loro vita completamente sconvolta da questo evento. Un trauma cranico o una lesione midollare nella maggior parte dei casi significano rimanere in carrozzina per tutto il resto della vita... non è una malattia che ti assale lentamente, ma un attimo, un tragico attimo a seguito del quale tutto quello che prima era permesso diventa impossibile, impraticabile, inaccessibile. Nei casi più gravi il proprio corpo che prima era un alleato nella vita di tutti i giorni diventa un problema difficile da gestire... così come diventano difficili da gestire i rapporti umani di qualsiasi natura esistenti in precedenza. Nei casi più gravi non è il singolo ferito il solo a venire colpito da questa tragedia, ma tutta la sua famiglia... perché è tutta la sua famiglia che dovrà modificare il suo modello di vita per poter assistere e continuare ad assicurare al familiare colpito una qualità della vita almeno accettabile.
Grazie Cu-Gino per aver segnalato il mio libro che parla proprio di questo.
Si tratta di una storia vera... anzi della vera storia della mia vita... E CON LA VERITÀ NON SI PUÒ BARARE... il mio è un romanzo autobiografico che alterna momenti di prima vita e seconda vita.
Una prima vita ove confesso gli episodi più esaltanti, più esilaranti ma anche quelli meno edificanti della mia adolescenza, della mia giovinezza e della mia ricerca di una maturità che in parte riesco a raggiungere dal punto di vista professionale, ma che tarda ad arrivare dal punto di vista comportamentale e sentimentale.
Una seconda vita ove con altrettanta crudezza cerco di descrivere al lettore cosa significa la disabilità... nel mio caso la completa paralisi dal collo in giù... e come paradossalmente, non sia la mancanza di mobilità il problema maggiore, ma gli effetti collaterali che essa comporta.
GRAZIE CU-GINO ANCHE PER AVER SEGNALATO CHE I DIRITTI DI AUTORE DERIVANTI DALLA VENDITA DEL LIBRO VERRANNO DEVOLUTI ALL'ASSOCIAZIONE LA COLONNA, PER FINANZIARE LA RICERCA... PER AIUTARCI A NON PERDERE LA SPERANZA... PER CERCARE FUTURO MIGLIORE PER NOI E PER CHI VERRÀ DOPO DI NOI

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