giovedì 30 settembre 2010

ORA PRO NOBIS

Si può abbandonare per una volta la traccia della controinformazione per salutare un grande attore. Tony Curtis lo era, grandissimo attore brillante ma anche drammatico, anche se riuscì a procurarsi meno occasioni di dimostrarlo rispetto ad altri, ad esempio il suo sodale Jack Lemmon. Con quest'ultimo è scolpito nei ricordi di tutti per il film che è il capolavoro assoluto della commedia brillante americana, quell'A qualcuno piace caldo che è imprescindibile per chiunque asserisca di amare il cinema: pare addirittura che Tony adesso raggiunga gli altri tre protagonisti di quella pellicola (oltre al citato Lemmon, Marilyn Monroe e il regista Billy Wilder) nel luogo di sepoltura.
A me piace ricordarlo, però, anche in altri due film esilaranti, anche se meno universalmente consacrati dalla critica: La grande corsa sempre con Lemmon, e con Peter Falk e Natalie Wood, praticamente un fumetto tanto che diede origine a una serie fortunatissima di cartoni animati, proprio come sempre con Blake Edwards regista La pantera rosa, e Boeing Boeing, in coppia con l'immenso Jerry Lewis.
Molti a questo punto chiuderebbero sulle note della strepitosa sigla di Attenti a quei due, ma secondo me il saluto più appropriato è uno spezzone di un film con Totò e Macario (Il monaco di Monza): occhio anzi orecchio attorno al secondo 15 dello spezzone. Nessuna preghiera sarebbe più adatta.

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