martedì 7 settembre 2010

MUOIA SANSONE

No alla legge Porcellum. Mai più al voto con questa legge elettoraleA commento della rottura del 29 luglio, avevo dato le mie quote sugli scenari che si aprivano; forse è ancora presto, ma gli avvenimenti di questi ultimi giorni pare mi diano ragione, purtroppo: è sempre più probabile che si voti entro dicembre, e in questo caso è certo con la vecchia legge e probabile con il solito vincitore. Che stavolta interpreterà la cosa come un plebiscito personale, e avrà mani libere nella sua opera di demolizione della Costituzione, formale dopo che materiale. Le ultime speranze di evitare questo scenario stanno proprio nella Costituzione stessa, che prevede che il Presidente della Camera non possa essere dimissionato da nessuno, e che il Presidente del Consiglio non possa sciogliere le Camere, bensì debba, preso atto di non avere più la maggioranza, limitarsi a rimettere il mandato al Presidente della Repubblica, il quale a sua volta deve consultare i gruppi parlamentari, eventualmente conferire un mandato esplorativo, e se di delinea una possibile nuova maggioranza parlamentare un nuovo incarico di governo a un soggetto che a sua volta deve chiedere la fiducia alle Camere. Solo se questo percorso si rivela impraticabile, il Capo dello Stato scioglie le camere e vengono indette nuove elezioni.
Tutto questo iter richiede del tempo, ed è per questo motivo che ha fretta di avviarlo chi ritiene che se non dà tempo agli avversari di organizzarsi ha più probabilità di vincere. Se si votasse in primavera, infatti, potrebbero innescarsi dinamiche oggi imprevedibili: l'occasione di far fuori il "capo" potrebbe essere ghiotta per i "sottocapi" e i "capetti delle altre famiglie", per usare un gergo da film oleografico sulla mafia... Intanto, tutti coloro che dichiarano di non volere il voto immediato mettono la legge elettorale al primo punto del da farsi; sarebbe consolante, se (non dico tra i vari partiti esistenti o in fieri, ma almeno all'interno di uno di essi, ad esempio il PD) si fosse anche daccordo su quale, di legge elettorale, mettere al posto del porcellum (che, ricordo, è un'assurda proporzionale pura con premi di maggioranza calcolati diversamente per Camera e Senato, collegi grandi e liste decise a livello centrale dai partiti: in pratica, al 95% si sa già chi siederà al parlamento, nominato dai capi anziché eletto dal popolo). Invece no, ognuno ha la sua proposta, e magari fosse perchè è la migliore non dico per il Paese ma almeno per il proprio schieramento: tutti dicono la prima cosa, sono convinti della seconda, e sbagliano persino a calcolare i propri interessi. Con questo andazzo, la probabilità di cambiare legge prima di un voto autunnale è nulla, Berlusconi lo sa, ed ecco i famosi cinque punti del taglione per addossare a Fini anche la responsabilità della caduta del Governo, buona moneta per la campagna elettorale.
In questo quadro, l'unica cosa sensata che si potrebbe tentare è accordarsi, PD IdV UDC e finiani, su una leggina facile facile che dichiari abrogata l'attuale legge e ripristini la precedente: qualsiasi altra proposta richiederebbe, per essere discussa elaborata condivisa proposta e approvata, tempi che non ci sono. Su questa base, sarebbe ragionevole che Napolitano desse l'incarico per un governo a termine, con la missione di portarci al voto in primavera. Altrimenti, prepariamoci a che un 30% di italiani, gli ottusi che ancora credono in Papi e quelli che credono solo ai propri interessi di bottega magari padana, profittando della probabile astensione di almeno 4 milioni di elettori di centrosinistra disgustati dal Pd e dai partitini alla sua sinistra, consegnino il 100% del potere alla cricca del boss di Arcore.
La proposta di ritorno al mattarellum (che, ricordo, è un maggioritario uninominale rovinato da un cervellotico recupero proporzionale ideato per salvare il culo ai big trombati nei collegi) è di Libertà e Giustizia, che però prevede sia attuata attraverso una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare che è out sia per i tempi, visti i discorsi già fatti, che per i modi, vista la fine che ha fatto quella di Grillo - che ha ben altro potere mediatico, peraltro - ancora nei cassetti di Schifani nonostante l'enorme successo popolare. Firmiamo pure, ma intanto speriamo che chi vuol far fuori Berlusconi si accordi per farla a prescindere, questa leggina.
Nella improbabilissima ipotesi, invece, che le parole di Fini, davvero foriere di una "nuova destra" e non solo frutto di opportunismo politico, portino addirittura a un governo di transizione e autentica "rinascita democratica" (la citazione gelliana è voluta quanto ironica, ma non sarcastica) che si occupi dell'emergenza economica e di una normativa sul conflitto di interessi che spinga Silvio a imitare il suo mentore e godersi il maltolto alle Bahamas o in Libia, cominceremo con calma a parlare nuovamente legge elettorale per decidere serenamente quale sarebbe davvero la migliore per il nostro Paese. Ben sapendo che non si tratta di una questione secondaria, che il gioco è le regole con cui si gioca. Non volendo chiamare ad occuparsene direttamente Sartori potremmo almeno ripassarci la sua lezione, come ha fatto tempo fa Nobili su Contrappunti, concludendo che il maggioritario a doppio turno è in teoria il miglior sistema per l'Italia, come è dimostrato dalle elezioni comunali, perchè contempera l'esigenza di rappresentatività ideologica -ancora molto sentita dagli italiani - con la governabilità, ma appunto solo a patto che contemporaneamente venga varata una seria normativa sul conflitto di interessi (altrimenti il ballottaggio, e relativo premio di maggioranza, lo vince sempre lui...). Ma a prescindere dalla formula scelta, è opportuno che la sua definizione venga fuori davvero da un confronto al più alto livello tecnico, e che venga pure varata una norma costituzionale che vieti in futuro il cambiamento della legge elettorale se non nel primo anno della nuova legislatura: un nuovo porcellum, altrimenti, è sempre possibile... Anzi, vista la propensione del soggetto in questione di considerare i propri interessi privati non al primo posto ma all'unico posto disponibile nei suoi pensieri, direi che è probabile questa come qualunque altra azione alla "muoia Sansone con tutti i suoi filibustieri", per citare ancora una volta il grande Totò.

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